«Chi l’ha visto?», Federica Sciarelli: «Considero il pubblico la mia arma vincente»

È al timone della trasmissione da 15 anni e, mentre curiosavamo dietro le quinte, ci ha spiegato come riesce a mobilitare gli spettatori

Federica Sciarelli conduce «Chi l'ha visto?» dal 2004  Credit: © Iwan
7 Gennaio 2019 alle 16:43

Ogni volta che c'è da intervistare Federica Sciarelli o scrivere di «Chi l'ha visto?», mi metto in prima fila. Sono un'accanita telespettatrice del programma. Una «Chilavister» da sempre. La trasmissione, più volte definita il «pronto soccorso degli scomparsi», esercita su un'importante fetta di pubblico lo stesso appeal di una docufiction o di un telefilm. Non è il programma dei sensazionalismi. Qui le storie vengono raccontate e ricostruite fedelmente. Non ci sono opinionisti. Unici protagonisti sono i familiari degli scomparsi o delle vittime, assistiti dai loro legali. E quando il direttore mi ha chiesto di fare questo backstage sono corsa a Roma entrando nello Studio 2 di via Teulada già dal primo pomeriggio. Ho aspettato la conduttrice e incontrato autori e redattori. Non perdo una puntata e trovarmi in studio con Sciarelli e tutto il suo team (oltre a poter curiosare dietro le quinte) è stato emozionante. Mi hanno coinvolto in tutto. Federica mi viene incontro sorridendo.

I «chilavistiani» vorrebbero sapere cosa le è successo al naso e come sta?
«Non ho fatto a cazzotti con nessuno. Dal momento che porto gli occhiali quando vado in motorino, la stanghetta mi aveva lasciato un brutto segno. Dopo averlo tolto con il laser, il dermatologo mi raccomandò di non mettere creme. Per non saltare la puntata, però, misi il fondotinta che si usa in teatro. Invece di coprire, il segno si vedeva ancora di più. Scherzando dissi in diretta che il problema si sarebbe risolto nel giro di qualche mese. Sui social è esploso un pandemonio. Ho letto di tutto».

Sui social tutti parlano della Sciarelli ma lei non è molto attiva sulla Rete?
«È vero. Mi sono resa conto della potenza dei social perché, a fine puntata, mi chiamò mio figlio impegnato in un master ad Amsterdam, per chiedermi cosa avessi al naso. L'ho subito tranquillizzato».

Federica lei è la conduttrice della porta accanto. Si aggiusta un po' i capelli, indossa pantaloni e camicetta, qualche volta jeans e scarpe basse. Dà l'idea che condurrebbe anche in pantofole se potesse?
«Questo mi dispiace (sorride). In effetti, le costumiste mi rincorrono. Ma non sono una che ama imbrillantinarsi. E poi il programma è sobrio. Non devo sfoggiare abiti».

È stata in ansia per il ritrovamento delle ossa nella Nunziatura? Ha pensato per un momento che si risolvesse il caso Orlandi e che per prima potesse dare la notizia?
«No, e sin da subito. Ho sempre detto che bisogna cercare anche nelle vicine catacombe di Santa Felicita? Penso ai familiari. Ogni volta che si trovano ossa, è un drammatico conto alla rovescia».

Tante persone ritrovate grazie all'aiuto del pubblico?
«Dove non arriviamo noi, arrivano i telespettatori dotati di un acume pazzesco. Io mi affido alla squadra interna di autori e redattori e a quella esterna che è il pubblico da casa».

Nella cronaca, perché certi casi, pur drammatici, hanno un clamore mediatico inferiore ad altri?
«Dipende dai ganci con la storia che trattiamo. La Orlandi ha avuto una eco fortissima perché era cittadina vaticana. Altri casi, come quello della Claps, hanno varcato i confini di ?Chi l'ha visto?? perché noi ci siamo letti tutti i faldoni e abbiamo capito che c'era qualcosa di strano. Abbiamo insistito».

«Dove sei?», lo spazio che si ispira alla rubrica di «Portobello» e pensato per alleggerire il programma, funziona molto bene?
«Sono appelli del cuore. Non cerchiamo solo scomparsi o criminali, ma persone in vita che vogliono ricongiungersi con i loro familiari».

Nel 2019 sono 15 anni di «Chi l'ha visto?». Spesso nemmeno un matrimonio dura così tanto?
«È vero. Ho lavorato molto: sia al Tg3 sia alla conduzione di ?Chi l'ha visto??. A casa c'ero sempre poco e mio figlio è stato cresciuto dalle babysitter. Questo programma mi ha dato tantissimo».

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