Le storie vere, al cinema, incuriosiscono sempre. E quella raccontata in La regola del gioco, il nuovo film con Jeremy Renner in uscita il 18 giugno 2015, promette davvero bene: ripercorre infatti l’audace ricerca della verità perseguita, negli anni ’90, dal giornalista Gary Webb, che scopre inquietanti rapporti tra la CIA e il narcotraffico in Nicaragua. L’uomo dovrà superare mille difficoltà e soprattutto dovrà cercare di sopportare la pesantissima campagna di diffamazione promossa dai suoi nemici nei suoi confronti.
Se del regista Michael Cuesta, sappiamo poco - se non che ha lavorato in passato ad alcuni film indipendenti, tra cui L.I.E con Paul Dano - possiamo almeno contare sulla garanzia offerta da Jeremy Renner, un attore in evidente ascesa che sta costruendo la sua carriera con grande cura, dedicandosi solo a progetti interessanti. Scorrendo la sua filmografia vediamo che alterna prodotti d’alta tensione a pop corn-movie d’intrattenimento più leggero, senza sbagliare un colpo!
Sulla sua vita privata mantiene il massimo riserbo e raramente si sbottona nelle interviste; noi abbiamo cercato di scoprire il più possibile su di lui e abbiamo raccolto 10 piccole curiosità.
Una foto pubblicata da Jeremy Renner (@renner4real) in data:
L'infanzia complicata
Californiano - è nato a Modesto, la stessa città che ha dato i natali a George Lucas -, è il primo figlio di una nidiata numerosa: i suoi genitori, che si sono sposati da giovanissimi, hanno messo al mondo cinque figli per poi divorziare quando Jeremy aveva solo 10 anni. Inizia per lui un periodo duro, fatto di traslochi, amicizie perdute, cambi di scuola. Trova sui palchi scolastici la possibilità di avere uno spazio tutto suo in cui esprimersi liberamente e inizia a meditare di darsi al teatro. Qualche anno dopo pianta il college e va a cercare fortuna a San Francisco, poi si sposta nelle Hawaii e infine a Los Angeles dove, come una formichina, inizia a costruirsi il curriculum, particina dopo particina.
Prima ti sposo e poi ti rovino
A gennaio del 2014 ha sposato la bellissima modella canadese Sonni Pacheco, dalla quale, l’anno prima, aveva avuto una figlia, Ava Berlin. L’idillio è durato però pochissimo: i due hanno divorziato a dicembre dello stesso anno, per – stando a quanto dichiarato dalla donna – inconciliabili differenze di carattere, dando luogo a una battaglia legale per la custodia della bambina che è stata molto seguita dai giornali di gossip americani. Per ora Jeremy ha ottenuto l’affidamento congiunto, ma pare che la bagarre legale non sia ancora finita...
Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano...
È partito dalla batteria, poi si è dato alla chitarra, quindi al pianoforte, infine si è messo a scrivere canzoni. Ma, a differenza di tanti suoi colleghi attori, che custodiscono più di un sogno nello stesso cassetto, Jeremy non ha nessuna intenzione di sfondare anche nel mondo delle sette note. “La musica che faccio è solo per me!” ha dichiarato, eppure qualche volta si concede qualche sfizio: in L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, è sua la voce che canta “Good Ol’ Rebel Soldier”, comparendo così nella soundtrack composta da Nick Cave. Niente male per un dilettante!
Il film del cuore (impavido)
35 volte. Jeremy Renner ha dichiarato di aver visto 35 volte Braveheart. Contando che il film dura circa 3 ore, vuol dire che l’attore ha dedicato 100 ore della sua vita a guardare Mel Gibson che si fa sbudellare dagli inglesi rifiutandosi di chiedere pietà. Essendo un appassionato di storia inglese, certo Jeremy non poteva lasciarsi scappare il film che ripercorre la vita dell’eroe scozzese William Wallace, ma pare che l’elemento che più lo affascina risieda nel lavoro svolto dal direttore di fotografia John Toll.
L’Oscar giustifica i mezzi... o no?
Che la vera e propria svolta di carriera Jeremy l’abbia imbroccata col film pluripremiato agli Oscar The Hurt Locker, non è certo una novità. Però pochi sanno che l’attore ha un pessimo ricordo del set in Giordania, a quanto pare appesantito da un caldo soffocante che spingeva le persone a litigare l’una con l’altra e che causava qualche piccolo ma fastidoso problema di salute. “Nessuno potrà pagarmi abbastanza per farlo di nuovo!”, pare abbia dichiarato. Chissà se la penserebbe allo stesso modo se alla nomination ottenuta agli Academy Awards come Miglior Attore Protagonista fosse seguita l’ambita statuetta...
L’amico Ben
Se c’è invece un film di cui Jeremy Renner ha un ottimo ricordo, quello è The Town, sul set del quale è nata l’amicizia con Ben Affleck, lì nella doppia veste di attore e regista. “È stato come girare un video con un compagno di giochi: Ben è gentile e piacevole con tutti, è intelligente, affascinante e ha un’enorme esperienza nell’industria cinematografica. Il suo valore è inestimabile.” Ad addolcire il ricordo c’è forse il fatto che questa collaborazione ha fruttato a Jeremy Renner la candidatura agli Oscar come Migliore Attore non Protagonista, ma è innegabile anche guardando il film che fra i due si era creato un grande affiatamento: ci auguriamo che tornino a lavorare insieme!
Non ditelo a Di Caprio
Certo non ha ancora un Oscar sul comodino, ma Jeremy Renner sta mietendo successi e premi in quantità impressionante: in meno di quindici anni di carriera ha raccolto più di 100 nomination fra tutti i festival e i concorsi del mondo, aggiudicandosi una cinquantina di trofei. Solo per il suo ruolo in The Hurt Locker s’è beccato 44 candidature diverse e anche quando interpretata personaggi secondari si fa decisamente notare: per la parte di Carmine Polito in American Hustle ha ricevuto 17 nomination, aggiudicandosi, tra l’altro, lo Screen Actors Guilde Award, forse il premio più prestigioso dopo l’Oscar.
Gli zeri che fanno la differenza
Sarà anche merito del prestigio raccolto a tutte le premiazioni a cui ha partecipato, ma decisamente la carriera di Jeremy Renner sta subendo un’impennata. Pensate che nel 2008, per la sua interpretazione in The Hurt Locker, ha incassato 65.000 dollari. Solo quattro anni più tardi, accettando di soppiantare Matt Damon nello spin off The Bourne Legacy, si vede consegnare un cachet di 5.000.000 di dollari.
Il tunnel dei supereroi
Tutto è partito dall’amico sceneggiatore Zak Penn, che stava lavorando su Thor: ha insistito tanto che Jeremy Renner facesse una comparsata come Occhio di Falco e da allora ha già interpretato il personaggio Marvel anche nei due capitoli di The Avengers e prossimamente tornerà a indossare la faretra anche in Capitan America – Civil War. Riuscirà mai a uscire dal tunnel?
Coming Soon...
Nel futuro, tanta adrenalina: lo vedremo in Mission Impossible ?" Rogue Nation, a fianco a Tom Cruise, ovviamente nel nuovo capitolo della serie di Bourne e poi in Story of Your Life, il nuovo film di Denis Villenueve. Oltre agli impegni già presi, Jeremy Renner coltiva un sogno: assieme al socio Don Handfield ha fondato una sua casa di produzione e pare stia lavorando a un film biografico dedicato a nientedimeno che Steve McQueen!