In occasione dell'uscita di Southside with you, film sull'amore tra Obama e Michelle, ecco le principali star nei panni del Presidente al cinema
Il Presidente degli Stati Uniti, per alcuni, è l'uomo più potente del mondo. Per altri è semplicemente l'uomo più famoso del globo terrestre.
Quel che è certo, è che questi resta una figura affascinante, non solo per quel che significano le sue azioni sulle sorti del pianeta, ma anche per il modo un cui ci immaginiamo che viva la sua vita quotidiana, o per quali potrebbero essere gli scenari segreti e segretissimi in base a cui opera le sue scelte.
Davanti a un personaggio simile, il Cinema non poteva esimersi dal rappresentare questa figura quasi mitologica, ma allo stesso tempo umana, attraverso i suoi vari linguaggi.
Dato che siamo in odore di Elezioni Presidenziali, con la suggestiva sfida tra Trump e Clinton, e con l'arrivo in sala prossimamente di Ti amo Presidente, film in cui si racconta la storia d'amore tra il Presidente Obama e Michelle, abbiamo deciso di indagare la figura del Presidente degli Stati Uniti nel cinema attravero una lista di attori che, nei diversi film, gli hanno prestato il volto.
Dall'approccio storico del Lincoln di Spielberg con Daniel-Day Lewis, fino alla finzione della commedia romantica con Michael Douglas nei panni del Presidente innamorato, ecco gli attori che hanno interpretao il Presidente nei film.
Morgan Freeman: Deep Impact, Mimi Leder (1998)
Nel 1999 il mondo scopre una verità sconvolgente per tutti: un asteroide si sta dirigendo verso la nostra amata Terra e quando l'impatto avverrà, non ci saranno speranze per nessuno. I Governi di tutto il mondo, per immediata conseguenza, organizzano una spedizione spaziale per piazzare delle cariche nucleari nel corpo celeste, possibilmente per distruggerlo o, male che vada, per cercare almeno di deviarne la traiettoria. Ma la certezza non è di questo mondo, quindi il Presidente degli Stati Uniti, interpretato da Morgan Freeman, annuncia al mondo la sua soluzione estrema, ovvero quella di trasferire un milione di persone all'interno di una fortezza costruita nel Missouri per far fronte proprio a catastrofi di questo tipo (di cui nessuno conosceva l'esistenza); piccolo particolare, gli abitanti degli USA sono quasi trecentoventi milioni: come stabilire chi di loro avrà il privilegio di salvarsi? Thriller drammatico-catastrofico niente male per chi ama il genere, film con l'unica sfortuna di essere uscito quasi in contemporanea con Armageddon, che trattava temi simili ma ebbe una diffusione maggiore. Morgan Freeman anticipa Obama di dieci anni nella carica di primo Presidente nero degli Stati Uniti. Buon cast, con Elijah Wood, Robert Duvall e Téa Leoni sugli scudi.
Michael Douglas: Il Presidente - Una storia d'amore, Bob Reiner (1995)
Michael Douglas è il Presidente in carica Andrew Shepherd (personaggi di fantasia), vedovo democratico e affascinante in odore di rielezione. Ma la vittoria delle elezioni alle porte deve necessariamente passare per il suo nuovo cavallo di battaglia, ovvero la riduzione delle armi appoggiata da una lobby ecologista che da anni si batte per la causa. Ma in momenti così delicati, amore e politica finiscono per non andare d'accordo, ed ecco che l'infatuazione del Presidente per la signora Wade (Annette Bening) -che di quella lobby è l'instancabile avvocato e portavoce- diventa un problema che complica i delicati rapporti di potere con i nemici interni di Shepherd. Storia d'amore, in cui l'uomo morale emerge sopra ogni difficoltà. Attenzione, la sceneggiatura è di un certo Aaron Sorkin, che ai tempi aveva già dato prova delle sue qualità con Codice d'onore, ma che negli anni Duemila emergerà come un indiscusso grandissimo, firmando gli script di The Social Network, L'arte di vincere e Steve Jobs. Film da recuperare e rivedere alla luce di queste notizie.
Bill Pullman: Independence Day, Roland Emmerich (1996)
Aliens exist? Secondo questo film, ormai diventato un grande classico della fantascienza, la risposta è positiva (e peraltro qualcuno al Pentagono sembrava saperlo già). Bill Pullman è il Presidente degli Stati Uniti e si trova in una situazione alquanto scomoda, poiché viene avvisato con soli ventisette minuti di anticipo del fatto che la Terra sta per subire un attacco alieno senza precedenti, trovandosi a dover lasciare Washington in fretta e furia e, suo malgrado, suggerire l'evacuazione immediata dei cittadini delle maggiori città. Film che a suo tempo fu quanto mai apprezzato per i suoi effetti speciali e che pur vivendo su una trama fantascientifica, lascia grande spazio all'azione e, talvolta, anche alla commedia all'americana. A tal scopo, ottima la scelta (coraggiosa) di scegliere lo spaccone e fisicatissimo Will Smith nel ruolo di protagonista.
Daniel Day-Lewis: Lincoln, Steven Spielberg (2012)
L'Oscar a Daniel Day-Lewis per questo film è uno dei premi più sacrosanti di tutta la Storia del Cinema (vinto nonostante il suo avversario più credibile fosse lo straordinario Joaquin Phenix di The Master). L'attore londinese è impeccabile nell'interpretare con grande profondità il ruolo di Abraham Lincoln, sedicesimo Presidente degli Stati Uniti (e primo della storia ad appartenere al Partito Repubblicano). Il film si concentra su una fase particolare della sua vita, ovvero quel 1865 in cui, sul finire della Guerra Civile, la Camera si apprestava a discutere (e poi votare, come sappiamo) il Tredicesimo Emendamento, che abolisce la schivitù e i lavori forzati. Film sottile, che con rigore storico e narrativo ricostruisce quei giorni di lotta politica e intellettuale (per chi non lo sa, è anche interessante e sorprendente scoprire come andò davvero). Ottimo anche Tommy Lee Jones.
Lloyd Bridges: Hot Shots 2, Jim Abrahams (1993)
Secondo il genio comico di Jim Abrahams e soci, il Presidente può anche essere una figura comica, al limite dell'assurdo. Siamo in uno dei film più divertenti degli Anni Novanta, quelli che hanno lanciato definitivamente il genere demenziale (per molti ancora Cinema di nicchia, se non di serie-b), mantenendo la grammatica base dei film che lo precedettero (Top Secret e simili), ma aggiornando e ritmando i tempi comici alla stregua di un film d'azione. Gli USA stanno intraprendendo una missione per salvare un ostaggio in Iraq -siamo nella Prima Guerra del Golfo, quella con Saddam Hussein vivo e, nella realtà, Bush-padre a guidare le operazioni dalla Casa Bianca- e il Presidente Benson (che evidentemente ha fatto carriera rispetto al primo Hot Shots!, in cui era solo Ammiraglio) è fonte inesauribile di gag comiche basate sull'incomprensione e sul gioco di parole, viaggiando tra sequenze parodiche e momenti di pura slapstick comedy. Non è il protagonista (quel ruolo è di Charlie Sheen), ma questo Lloyd Bridges (padre di Jeff, per i profani) è uno dei principali valori aggiunti di questo film.
Robin Williams: The Butler, Lee Daniels (2013)
Ispirato a una storia vera (ma con il nome del protagonista modificato e una narrazione che non racconta davvero la vita dell'uomo a cui è ispirata), con The Butler riviviamo la Storia degli Stati Uniti dal Secondo Dopoguerra alla fine degli Anni Ottanta, attraverso il punto di vista di Cecil Gaines (Forest Whitaker), maggiordomo afroamericano della Casa Bianca per trentanni. E' una storia in cui il razzismo ha inevitabilmente un ruolo chiave, ma anche di rapporti sinceri e profondi, di famiglia e di devozione di un Paese che ha provato a cambiare se stesso (se poi ci sia riuscito o meno è ancora da comprendere). Abbiamo scelto Robin Williams (nei panni di Eisenhower) in quanto attore più rappresentativo, ma nel film appaiono anche John Cusack, che interpreta Richard Nixon, olltre a James Marsden (John F. Kennedy), Alan Richman (Ronald Reagan) e Liev Schreiber (Lyndon B. Johnson).
Antony Hopkins: Gli intrighi del potere, Oliver Stone (1995)
Non è un segreto per nessuno che Nixon non stia simpatico a Oliver Stone, ma l'uomo di Platoon, Wall Street e Nato il 4 luglio è regista (e sceneggiatore) meticoloso e intelligente, quindi quella che ai più potrebbe sembrare un'agiografia-al-contrario del più controverso Presidente americano, risulta invece essere un film così storicamente e giornalisticamente fondato, da aver ricevuto (da qualcuno) l'appellativo di film-documento. Per centonovantadue minuti seguiamo la vita di Nixon, dalle modeste origini, alla presidenza degli Stati Uniti, fino alle dimissioni del 1974. Lo sguardo sul Presidente è introspettivo, e prova a dare una motivazione psicologica alle azioni di Nixon, mostrandoci un uomo pieno di senso di colpa (per la morte prematura dei suoi fratelli), ambizioso, cinico, egocentrico, e ossessionato da quello che percepiva come un infondato mancato amore degli americani nei suoi confronti. Se ne sottolineano (nel bene e nel male) le imprese in politica estera, ma emergono anche diversi retroscena inquietanti, e non solo sullo scandalo Watergate (Oliver Stone si avvalse dell'aiuto di alcuni collaboratori del Presidente per scrivere la sceneggiatura). Il protagonista indiscusso è Anthony Hopkins, mattatore e stupefacente; fu nominato all'Oscar, ma alla fine la spuntò il Nicholas Cage di Via da Las vegas.
Gene Hackman: Potere assoluto, Clint Eastwood (1997)
Clint Eastwood d'annata, che dopo il mieloso I ponti di Madison Country, si dedica al thriller politico-poliziesco, in cui inverte i tradizionali ruoli di buoni e cattivi. Protagonista è Luther Whitney (lo stesso Eastwood), ladro di professione che incidentalmente assiste a una sessione di amore violento conclusasi in tragedia, con l'assai rilevante dettaglio che il carnefice (seppur in modo indiretto) è il Presidente degli Stati Uniti (un concentratissimo e laidissimo Gene Hackman). Luther riuscirà a impossessarsi di un dettaglio della scena del delitto -ripulita dallo staff del Presidente- attraverso il quale potrà ricattarlo, ma per colpa del quale sarà anche bersaglio di una caccia all'uomo senza limite. Un anno prima del sexgate che darà non pochi problemi all'allora (vero) Presidente Bill Clinton, il quale deve comunque aver provato un brivido di fronte alla premessa del film (basato sull'omonimo romanzo di David Baldacci, del 1996).
Harrison Ford: Air Force One, Wolfgang Petersen (1997)
Aerei e terrorismo, ma siamo prima dell'11 settembre 2001, quindi i cattivi sono ancora russi, kazaki per la precisione, visto il disastro che portò la disgregazione dell'Unione Sovietica. A farne le spese è proprio l'Air Force One -l'aereo riservato al Presidente degli Stati Uniti- che viene sequestrato in volo dallo spietato Egor Kurshonov (un ottimo Gary Oldman), deciso a far liberare il "suo" Presidente, al momento detenuto nelle patrie galere della Federazione Russa di Eltsin. Purtroppo per lui il Presidente-eroe è un Harrison Ford straordinario, nel periodo in cui prestanza fisica ed esperienza convivevano, in quel corpo e in quello sguardo, alla loro massima espressione. Film che si richiama in qualche modo a Airport, ma aggiornato (nei contenuti narrativi e nei ritmi d'azione) alla seconda metà degli Anni Novanta.
Frank Langella: Frost/Nixon - Il duello, Ron Howard (2008)
Ron Howard prende una serie di interviste che il giornalista e conduttore televisivo David Frost (che non era americano, ma inglese) fece con Richard Nixon nel 1977 -tre anni dopo le sue dimissioni- e ne tira fuori un film tutt'altro che statico, che ha la tensione di un thriller grazie soprattutto alla sceneggiatura di Peter Morgan (lo stesso di Hereafter, The Queen, L'ultimo re di Scozia e Rush). Nixon è a caccia di un palcoscenico per dare spiegazioni e riesumare la sua figura pubblica, Frost rischia la carriera e la sua credibilità provando a sfidare l'ex-Presidente su temi scottanti (principalmente Vietnam, Watergate e Cambogia); il duello, senza esclusione di colpi, è duro e affascinante, e la vittoria finale sarà del giornalista. Come già successe a Anthony Hopkins, anche per Frank Langella, colui che interpreta Richard Nixon, arrivò la Nomination all'Oscar. David Frost è Michael Sheen, ma sullo schermo possiamo anche apprezzare (con il solito grande piacere) il lavoro di Kevin Bacon e Sam Rockwell.
Jim Curley: Nel centro del mirino, Wolfgang Petersen (1993)
Action-thriller con risvolti politici con protagonista assoluto in Clint Eastwood (che questa volta è solo attore, non regista), il quale interpreta un ormai anziano agente dei servizi segreti ossessionato dal non essere riuscito a salvare la vita del Presidente assassinato nel 1963 (ovvero John F. Kennedy). Trent'anni dopo un killer gli telefona ingaggiando una sfida pericolosa, in cui, ancora una volta, la posta in gioco è la vita del Presidente degli Stati Uniti (interpretato da Jim Curley). Buoni contro cattivi (il cattivo numero uno è John Malkovich), ma anche infiltrazioni, fughe di notizie e una situazione davvero poco chiara nella quale il vecchio Clint dovrà districarsi guardandosi continuamente le spalle.