Sette ruoli indimenticabili di Scarlett Johansson

Da musa di Woody Allen ad attrice di film d'azione: sette personaggi per festeggiare il trentatreesimo compleanno dell'attrice newyorchese

22 Novembre 2017 alle 11:43

Trentatré anni compiuti il 22 novembre, eppure Scarlett Johansson ha già alle spalle oltre vent'anni di carriera: era infatti il 1994 quando usciva il suo primo film, «Genitori Cercasi» (con Elijah Wood, poi diventato famoso per il ruolo di Frodo Baggins nella saga de «Il signore degli anelli»). E da quel momento Scarlett non si è più fermata, arrivando a diventare una delle attrici più famose - e pagate - di Hollywood.

Appassionata di cinema fin da bambina, Scarlett Johansson inizia a recitare molto presto e a soli dieci anni debutta sul grande schermo. Dopo i primi piccoli ruoli, nel 1996 interpreta Amanda in «Manny & Lo», ruolo che colpirà Sofia Coppola al punto da convincerla a scritturare una diciassettenne Johansson per il suo «Lost in Translation», grazie al quale ottiene un riconoscimento internazionale che le porta molti nuovi ingaggi.

Lavora con registi come Brian De Palma, Michael Bay e Christopher Nolan, e stringe un importante sodalizio con Woody Allen, prendendo parte a ben tre film del regista newyorchese («Match Point», «Vicky Cristina Barcelona» e il meno conosciuto «Scoop», con Hugh Jackman).

I suoi sono quasi sempre film indipendenti, lontani dai blockbuster hollywoodiani, fino al 2010, anno in cui indossa per la prima volta la tuta nera di Natasha Romanoff, la Vedova Nera della Marvel. Inizia così a recitare anche in film d'azione come «Lucy» di Luc Besson e «Ghost in the shell», uscito proprio quest'anno.

Attrice di successo anche a teatro (ha vinto un Tony Award), modella (è stata testimonial di Dolce&Gabbana), cantante (ha pubblicato due album), eccellente doppiatrice e attiva in politica (ha partecipato attivamente alla campagna elettorale di Obama): Scarlett Johansson ha tutto. Tranne Facebook: in più di un'intervista ha infatti ammesso di non avere account social e di non comprendere il desiderio di voler condividere ogni aspetto della propria vita con il mondo.

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