Remake di una pellicola francese, il film è diretto da Francesca Archibugi e ha per protagonisti Alessandro Gassman, Luigi Lo Cascio, Micaela Ramazzotti, Rocco Papaleo e Valeria Golino
Va in onda mercoledì 15 marzo su Rai1 «Il nome del figlio», film italiano diretto da Francesca Archibugi con protagonisti Alessandro Gassman, Luigi Lo Cascio, Micaela Ramazzotti, Rocco Papaleo e Valeria Golino.
Il film è il remake della pellicola francese «Cena tra amici» di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte e la storia si sviluppa tutta nel corso di una serata.
Al centro della storia c'è un gruppo di amici che si ritrova a trascorrere una piacevole serata a cena. Tutto procede per il verso giusto, fino a quando uno dei cinque non decide di fare agli altri uno scherzo di pessimo gusto che si rivela disastroso.
In attesa di vedere il film, ecco 5 cose da sapere.
Di cosa parla
«Il nome del figlio» della regista italiana Francesca Archibugi va a inserirsi in quel particolare filone di film ambientati tutti in una sola stanza. Protagonisti cinque amici che si ritrovano a cena a discutere del nome folle scelta che uno di loro ha deciso di dare al figlio che aspetta con la propria compagna. Al centro della storia ci sono inizialmente le vicende di una coppia in attesa del primo figlio: Paolo, estroverso e burlone agente immobiliare, e Simona, bellissima donna e autrice di un libro piccante. I due sono invitati a casa di Betta, sorella di Paolo, e del marito Sandro, intellettuale conformista. A raggiungerli c’è anche il musicista Claudio, amico di infanzia di tutti che ha un legame molto particolare soprattutto con Betta. La solita spensierata cena tra amici si trasforma in un vero incubo quando quello che sembrava essere solo uno scherzo banale fa saltare fuori segreti, vecchi rancori e situazioni mai realmente risolte.
La regia
Il film è stato girato in poche settimane, principalmente all’interno di un unico set cinematografico che, fin dalle prove, è stato allestito con tutti gli elementi scenografici fondamentali per poter girare. La storia si svolge a casa di Betta e Sandro. Sono stati inseriti nella scenografia della casa circa cinquemilacinquecento libri per costruire l’identità della famiglia Pontecorvo, protagonista del film. In particolar modo, ogni dettaglio è stato utilizzato con lo scopo ben preciso di sottolineare il desiderio dei personaggi principali di voler fermare il tempo. Quarantenni non cresciuti, i cinque non riescono ad abituarsi al cambiamento e guardano al passato e all’infanzia con nostalgia, convinti che ci siano stati tempi migliori di quelli che stanno vivendo. All’idea di fondo si aggiunge un curato uso di luci e movimenti di macchina che, nelle intenzioni della regista, mira a far sembrare i personaggi dei "ritratti rinascimentali in movimento". Improvvisazione e recitazione istintiva sono un altro punto chiave di questo film dove è stato fatto un lavoro raffinato tra la sceneggiatura scritta e la capacità degli attori di immergersi totalmente nei personaggi, attraverso un lavoro meticoloso e misurato sui tempi di dialogo, sui movimenti e persino sui segni per terra. A questo si aggiungono i movimenti della macchina da presa, la cura della messinscena e persino l’attenta scelte del costume che, nel caso di un film come questo, è solo uno dato che la storia si svolge nel corso di una sola notte. Ciascun abito serve a sottolineare, attraverso l’aspetto esteriore, l’interiorità di ogni singolo personaggio.
L'adattamento
A collaborare con la regista Francesca Archibugi in qualità di sceneggiatore c’è Francesco Piccolo. I due non sono solo partiti dal film francese «Cena tra amici» per realizzare questo remake italiano, ma hanno deciso di attingere direttamente al testo teatrale per scoprire maggiori dettagli sui personaggi protagonisti e adattarli al contesto italiano. Ciascun personaggio diviene così lo specchio di un pezzetto di Italia ed è metafora di quelli che sono i cambiamenti ventennali di un Paese che si presenta oggi profondamento diviso. È proprio nel contrasto tra personaggi cresciuti insieme, e oggi legati a una diversa visione della vita, che emerge sia l’aspetto comico che drammatico di un film in cui un'apparente banale discussione intorno al nome di un bambino porta in realtà a galla scenari e segreti dolorosi.
Lucio Dalla e la colonna sonora
Nel remake italiano del film di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte non manca l’effetto nostalgia. Particolarmente d’impatto la scena del film in cui le due coppie formate da Alessandro Gassman e Micaela Ramazzotti e Valeria Golino e Luigi Lo Cascio, a cui si aggiunge anche Rocco Papaleo, si ritrovano a cantare tutti insieme «Telefonami tra vent’anni» di Lucio Dalla. A curare le altre musiche del film è Battista Lena, autore di colonne sonore di film come «Ferie d’agosto» e «Ovosodo» di Paolo Virzì e «El dia de la Bestia», film del 1995 di Alex de la Iglesia. Le musiche ideate per il film sono semplici e ariose e contribuiscono a sottolineare l’aspetto sia più malinconico e nostalgico della vicenda che quello più contemporaneo. Le musiche servono così a evidenziare sempre quel contrasto tra la nostalgia del passato e i cambiamenti imposti dal presente su cui si regge un po’ tutto il contrasto tra i personaggi.
Perché vederlo
Se avete già visto il film francese «Cena tra amici» e vi siete divertiti di fronte alle vicende di un gruppo di amici che si ritrova comicamente a cena a discutere del nome di un bambino, rendendosi pian piano protagonista di una storia che scivola persino nel dramma quando saltano fuori segreti, vecchi rancori e inaspettare rivelazioni, non potete perdere il remake italiano. A incuriosire nel film nostrano non è solo il contrasto tra personaggi che sono ripensati per essere inseriti in quello che è il contesto italiano, ma è soprattutto la scelta del nome intorno a cui si sviluppa l’iniziale contrasto. Il film si regge su personaggi ben calibrati, tutti ben caratterizzati dalle proprie convizioni e idee: c’è l’intellettuale Sandro, che ostenta nei confronti della moglie Betta, sorella di Paolo, una certa superiorità; c’è il burlone Paolo, simpatico agente immobiliare che non perde mai occasione di fare scherzi e che aspetta un bambino con Simona, l’unica new entry nello storico gruppo di amici, e c’è Claudio, l’amico musicista Jazz. Il confronto emerge soprattutto nell'opposizione tra Sandro e Paolo che hanno due diverse visioni della vita. A tutto questo si aggiunge una buona qualità dei dialoghi, pungenti e ben scritti, e un gruppo di attori assolutamente strepitosi.
Dalla “Pazza gioia” di Virzì alla “Tenerezza” di Gianni Amelio, “Qualcosa di nuovo” di Cristina Comencini (in coppia con Paola Cortellesi) e “Una famiglia” di Sebastiano Riso