«Suburra», il film del 2015 di Stefano Sollima, racconta la storia di una grande speculazione edilizia, il Water-front che trasformerà il litorale romano in una nuova Las Vegas. Per realizzarla servirà l’appoggio di un politico corrotto e invischiato nella malavita, interpretato da Pierfrancesco Favino, di Numero 8 (Alessandro Borghi), capo di una potentissima famiglia che gestisce il territorio e, soprattutto, di Samurai interpretato da Claudio Amendola, il più temuto rappresentante della criminalità romana e ultimo componente della Banda della Magliana.
A inceppare definitivamente il perfetto meccanismo saranno, in realtà, dei personaggi che vivono ai margini dei giochi di potere come Sebastiano (Elio Germano), un PR viscido e senza scrupoli, Viola (Greta Scarano) la fidanzata di Numero 8 e Manfredi (Adamo Dionisi), il capoclan di una pericolosa famiglia Sinti.
«Suburra», che nell’antica Roma era il quartiere dove il potere e la criminalità si incontravano segretamente, è una crime story che si esaurisce in un arco temporale brevissimo. Sette giorni in cui ogni personaggio coinvolto proverà ad anticipare le mosse dell’altro scatenando una guerra senza quartiere. Sette giorni prima che che il governo, e con esso la Suburra, crolli.
Ecco 5 buoni motivi per non perdervi il film.
Netflix
È la prima serie televisiva originale prodotta da Netflix in Italia. 10 episodi che ci riportano indietro di una decina di anni rispetto al film. Nel ruolo del Samurai Francesco Acquaroli sostituisce Claudio Amendola, ritroviamo Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara nei panni di Spadino, mentre tra le new entry ci sono Filippo Nigro, Claudia Gerini ed Eduardo Valdarini.
Dimenticatevi «I Cesaroni». In «Suburra» Claudio Amendola è Samurai e, nella maggior parte delle scene in cui compare, la sua fredda tranquillità risulta talmente credibile da fare davvero paura.
L’intensità
Se eravate rimasti colpiti dalle serie «Gomorra» e «Romanzo Criminale», considerate «Suburra» come una sorta di mash-up: i temi sono simili, l’intesità e il cast altrettanto all’altezza del compito.
Roma
La Città eterna dismette i panni de «La grande bellezza» e si trasforma, allagando tutto con un temporale che sembra non avere fine: dai palazzi del potere politico, alle stanze affrescate del Vaticano. Nessuno si salva dai complotti, dall’elargire o dal chiedere favori.
Il libro
Il film di Sollima riprende l’omonimo libro di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, come accaduto anche con «Romanzo criminale» e «A.C.A.B.», anticipando quasi profeticamente la tempesta che avrebbe investito Roma. L’aspetto più interessante del racconto era proprio la coesistenza in un unico spazio di mondi assolutamente distanti: dal Vaticano alle periferie degradate, dalle case pacchiane e traboccanti, agli immobili palazzi della politica, dai sampietrini del centro storico alla sabbia del Lungomare di Ostia. Mondi diversi eppure segretamente collegati tra loro.
Prequel dell'omonimo film del 2015, verrà lanciata il 6 ottobre in contemporanea mondiale nei 190 Paesi in cui è presente il gigante dello streaming on demand
Diretta da Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi, la prima serie tv originale Netflix italiana sarà disponibile dal 6 ottobre. Il trailer e le immagini del set