«Il racconto dei racconti» (o meglio Tale of Tales, dato che è stato girato in inglese) è stato presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2015 dal regista Matteo Garrone. Il film a episodi del regista di «Gomorra» e de «L'imbalsamatore» con Salma Hayek, Vincent Cassel e Toby Jones è candidato alla Palma d'Oro. Tra atmosfere fantasy e ispirazioni cinematografiche (e televisive) si snodano sullo schermo i racconti scelti da «Lo cunto de li cunti», raccolta di fiabe napoletane nate nel 1600 dalla penna di Giambattista Basile. Ecco cinque cose da sapere su «Il racconto dei racconti».
Lo cunto de li cunti
La raccolta di 50 fiabe scritte da Giambattista Basile e pubblicata tra il 1634 e il 1636, nota anche come «Pentamerone», è la più antica d'Europa. Proprio da quest'opera fioriscono fiabe che sono cristallizzate nell'immaginario di generazioni e generazioni di bambini: «Cenerentola», «Il gatto con gli stivali» e «La bella addormentata nel bosco», per citarne solo tre. Ad essa si sono ispirati i maestri delle fiabe, i fratelli Grimm, Christian Andersen e Charles Perrault.
I temi
I temi delle tre fiabe selezionate sono stati elaborati nel 1600, ma hanno in sé una certa modernità. Alcuni che sembrano arrivare dai nostri tempi sono in realtà già presenti in Basile. Nell'ossessione tutta moderna per l'età e la bellezza, la novella anticipa di secoli quella che poi avrebbe preso il nome di chirurgia estetica, il morboso amore di una madre pronta a sacrificare tutto pur di avere un figlio, lo scontro tra generazioni e le strazianti prove che deve affrontare una ragazza quando fa il suo ingresso nella vita adulta.
Una fiaba, ma non una favola
Assicuratevi di affrontare la visione a stomaco vuoto, «Il racconto dei racconti» non scherza in quanto a elementi horror. Lo stesso regista ci ha tenuto a precisare che molte delle scene più cruente del film erano già presenti nei testi delle novelle originali. Questa volta, Garrone ha voluto prendere in mano una fiaba e renderla il più realistica possibile, mescolando le atmosfere fantasy ad aspetti invece estremamente forti. Insomma, se vi aspettate una favoletta per bambini, avete sbagliato pellicola.
Ispirazione
Vedere Salma Hayek mangiare il cuore pulsante di un drago come Daenerys Targaryen fa sorgere un paio di domande. La risposta è sì, Garrone ha confessato di essersi ispirato a «Game of Thrones», oltre che alle estetiche di Fellini, in particolare di «Casanova», de «L'armata Brancaleone» di Monicelli e «Uccellacci e Uccellini» di Pasolini.
Luoghi
Per le location Garrone ha voluto trovare luoghi esistenti nella realtà che potessero sembrare ricostruiti in studio, per rafforzare l'impressione di guardare dritto dentro un libro di fiabe. Panorami ed edifici che sembrano frutto della fantasia, ma che esistono nella realtà, tra cui: le gole dell'Alcantara, le Vie Cave, il Bosco del Sasseto.
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