Morto Umberto Lenzi, il regista di «Er Monnezza»

Toscano, 86 anni, ha diretto oltre 40 pellicole spaziando in diversi generi cinematografici ma raggiungendo il successo soprattutto con i polizzioteschi tra cui «Roma a mano armata» e «Napoli violenta»

Il regista Umberto Lenzi (a sinistra) con l'attore Mimmo Palmara  Credit: © Getty Images
19 Ottobre 2017 alle 20:41

I suoi film di maggiore successo sono popolati da personaggi violenti, truci, dai modi spicci, dal linguaggio rude e enfatico che sparano senza farsi troppi problemi. Sono i protagonisti di un genere, il poliziottesco, conosciuto anche come poliziesco all'italiana del quale Umberto Lenzi è stato uno dei principali esponenti. Ha inventato lui Er Monnezza, il viscerale e simpatico ladro di borgata, che ha un vocabolario molto colorito, interpretato da Tomas Milian

Il regista Umberto Lenzi è morto a Ostia il 19 ottobre all'età di 86 anni. Nato a Massa Marittima, in provincia di Grosseto, dopo essersi diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma aveva cominciato a lavorare nel mondo del cinema come assistente di Alessandro Blasetti. Prima di approdare ai polizzioteschi ha diretto film di cappa e spada, di avventura, tratti dai romanzi di Emilio Salgari, gialli, pellicole di guerra. 

Ma è nei film ispirati ai fatti di cronaca nera che Lenzi esprime la sua vena registica più felice: tra i titoli ricordiamo Milano odia: la polizia non può sparare (1974), con Tomas Milian, Roma a mano armata (1976), con la coppia Milian e Maurizio Merli e Napoli violenta (1976). Film violenti che però piacciono al pubblico e che incassano tanto. 

Dirige Milian nel ruolo di Er Monnezza in due film: Il trucido e lo sbirro (1976) e La banda del gobbo (1978).

Negli anni '80 Lenzi si cimenta con un certo successo nel genere horror. Quentin Tarantino ha sempre dichiarato la sua ammirazione per il film Incubo sulla città contaminata (1980) in cui uomini colpiti da radiazioni si trasformano in cannibali. Insiste sul filone cannibalico con altre pellicole che però gli procureranno anche molte critiche.

Nel 1982 dirige Donatella Rettore in Cicciabomba e successivamente gira in Jugoslavia due film bellici: Un ponte per l'infernoTempi di guerra.

Ha scritto anche numerosi romanzi e creato la figura letteraria di Bruno Astolfi, un detective privato antifascista che nell'epoca dei telefoni bianchi, anni '40, deve risolvere complessi delitti.

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