Bon Jovi: dagli anni 80 a oggi, la storia e le foto più belle

In attesa di ascoltare il nuovo album, ripercorriamo la storia della band: dagli esordi nel New Jersey alle influenze musicali

Bon Jovi  Credit: © Getty
4 Novembre 2016 alle 08:57

Il 4 novembre 2016 esce il quattordicesimo album dei Bon Jovi, il gruppo punta di diamante del rock statunitense da tre decenni. Con il nuovo «This House Is Not For Sale», la band si avventura in un lavoro libero, maturo e prodotto di un periodo sicuramente non facile. Grazie alla tenacia e alla determinazione del leader Jon Bon Jovi, riescono a guardare avanti e superare il sofferto addio dello storico chitarrista Richie Sambora, risolvendo in parte anche i problemi con l'etichetta discografica. 

Senza dubbio, i Bon Jovi rimangono una solida realtà nel mondo della musica internazionale: oltre 130 milioni di dischi venduti nel mondo, la band ha girato l'intero globo con oltre duemila concerti in 50 paesi, collezionando numerosi premi e guadagnandosi una fedele e multi-generazionale fan base. Dalle radici glam metal degli anni '80 alle hit da classifica fino all'ultimo album: ripercorriamo insieme la storia dei Bon Jovi.

GLI INIZI

Le radici del gruppo Bon Jovi risalgono al 1983: Jon Bon Jovi, originario del New Jersey, si inserisce nell'ambiente musicale della città e con «Runaway», brano scritto all'inizio degli anni ottanta, vince un concorso radiofonico diventando uno dei pezzi più trasmessi di quell'estate. L'amicizia unisce Jon con David Bryan (tastiere) e Tico Torres (batteria), si aggiungono poi Richie Sambora e Hugh McDonald. I Bon Jovi prendono il nome dal loro leader e pubblicano nel 1984 «Bon Jovi», progetto discografico di debutto che vende mezzo milione di copie solo negli Stati Uniti.

Secondo i critici, il loro stile riflette la moda del tempo con una chiara ispirazione ad altre band heavy metal; la personalità sonora è un ibrido coerente tra hard rock e metal, con un ottimo senso della melodia. Creatori di una nuova stagione del glam metal e radicati nella cultura americana, i Bon Jovi costruiscono le fondamenta del loro futuro musicale.

LA CONSACRAZIONE MONDIALE

Dopo un tiepido riscontro del secondo disco, il 1986 è l'anno della svolta: l'incontro con il compositore Desmond Child e il produttore Bruce Fairbairn contribuisce a determinare il record sorprendente di «Slipper When Met», disco di riferimento per il genere e il più venduto dell'anno. Da una delle tante band degli anni '80, i Bon Jovi diventano vere rockstars: voci potenti, riff orecchiabili e sperimentazioni sonore definiscono le prime caratteristiche di un gruppo in continua ascesa. Tutto ha un senso con «Livin' on a Prayer», secondo estratto del lavoro che diviene il simbolo della preziosa collaborazione tra Jon Bon Jovi e Richie Sambora nella scrittura dei testi. Seguono tournée in giro per il mondo e ulteriori album che non faranno altro che consolidare il loro massiccio seguito di pubblico. Ambiziosi e competitivi, si impegnano anche nei rispettivi progetti da solisti ma continuano ad adattarsi ai cambiamenti del mondo che li circonda.


LE INFLUENZE MUSICALI

Le maggiori influenze sul lavoro della band derivano dalla cultura rock americana e britannica. Ad ispirare il leader Jon Bon Jovi c'è la musica di Bob Dylan, degli Aerosmith e di Bruce Springsteen, dal quale trae ispirazione nei temi culturali e nella connessione con il proprio paese. Se Torres si ispira a John Coltrane, Elvin Jones e Led Zeppelin, David Bryan include anche i grandi compositori come Mozart e Bach.

Nel corso degli anni, modellano il suono, ripuliscono l'immagine e producono hit indimenticabili: da «You Give Love a Bad Name», «Never Say Goodbye», «Keep The Faith» a «Always», «It's My Life», «Have a Nice Day» e la recente «Because We Can».

"THIS HOUSE IS NOT FOR SALE", IL NUOVO ALBUM

«Questo cuore, quest'anima, questa casa non è in vendita» afferma il leader Jon Bon Jovi. A distanza di tre anni dall'ultimo «What About Now», i Bon Jovi tornano con l'atteso «This House Is Not For Sale», il primo disco senza Richie Sambora e il quattordicesimo album in studio di un tortuoso e vincente percorso musicale della band record di vendite. E' dunque una sfida coraggiosa: fanno il punto su chi sono e quanto hanno lavorato per arrivare fino a qui, «la cover del nostro album racconta la nostra storia, parla di integrità e di quello che abbiamo passato in questi ultimi 3 anni. Siamo ancora più legati» aggiunge l'artista. I brani dell'album, come ha dichiarato recentemente durante la trasmissione di Ellen Degeneres, troveranno presto una loro dimensione live: già fissate le date americane per il tour 2017, possiamo solo sperare di rivederli presto anche in Italia.

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