Harry Styles, il racconto del concerto all’Alcatraz di Milano

Persone accampate da giorni nell'attesa, una band impeccabile e il grande segreto del successo oltre i One Direction: la gentilezza

Harry Styles a «X Factor» Italia  Credit: © Splashnews
11 Novembre 2017 alle 15:34

Il concerto di venerdì 10 novembre all’Alcatraz di Milano chiude il ramo europeo del primo tour da solista di Harry Styles. Il cantante dei One Direction è in Italia da giovedì 9 e ne ha approfittato per esibirsi sul palco della versione italiana di «X Factor», il programma a cui deve la sua carriera. Più di duecento persone accampate da giorni per accaparrarsi un posto sotto il palco alla la prima data italiana del suo debutto da solista non sono uno scherzo. E anche se, come dice lui stesso, per ora ha solo dieci canzoni, la prova di una carriera post boyband è superata a pieni voti.

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Il racconto del concerto

Un drappo con disegnata la cover dell'album «Harry Styles» copre il palco e quando le armonie vocali del cantante e della band che lo accompagna annunciano l'inizio del concerto con «Ever since New York» il pubblico esplode in un urlo istantaneo, come una bottiglia di champagne appena stappata. Più che un concerto a senso unico è un duetto tra il cantante e i presenti che sulle note di «Two ghosts» si fanno subito sentire con un tappetto di voci che cantano ogni singola parola e di telefoni, per non perdere nemmeno un istante del concerto per il quale in molti si sono messi in fila da giorni. Pur di trovarsi il più vicino possibile al palco, pur di avere una chance in più di cogliere un suo sguardo, un suo sorriso, un ringraziamento. Perché di grazie, in italiano e in inglese, Harry Styles ne dice tantissimi, dall'inizio alla fine. Il terzo brano in scaletta è la scanzonata «Carolina», seguita immediatamente dalle presentazioni ufficiali.

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«Treat people with kindness»

«Ciao, buona sera. Mi chiamo Harry, vengo dall'Inghilterra. È bello vedervi, grazie davvero di essere venuti a passare un po' di tempo con me stasera. State bene?». E forse è proprio questo l'ingrediente segreto della ricetta del suo successo, oltre al bel faccino e alla voce che coltiva e perfeziona da quando era appena adolescente, quel ?Treat people with kindness? (Tratta la gente con gentilezza) che campeggia sulle borse e sulle magliette del suo merchandising. La sensazione che il suo pubblico prova è che, davvero, lui sia lì per loro quanto loro per lui «Farò del mio meglio per farvi divertire. A voi chiedo una sola cosa, avete un compito: divertitevi più che potete». Ma c'è anche la percezione di trovarsi in una bolla di libertà «Se volete cantare, se volete ballare, fate quello che volete fare, sentitevi liberi di essere quello che volete essere, chiunque siate». È il momento della malinconica «Sweet Creature», tra le prime canzoni eseguite live e tra quelle che più esalta il lato emotivo e intimo della sua voce. Dopo questa parentesi tranquilla è ora di ballare con «Only angel», una delle rocker dell'album, e con i suoi cori che sanno di Rolling Stones. Harry Styles si muove da un lato all'altro del palco, esortando tutti a ballare con lui, esibendosi nei balletti alla Jagger che si porta dietro dai tempi dei One Direction e sventolando una bandiera italiana. Continua il ?blocco rock? con la sensuale «Woman» e alla bandiera italiana si aggiunge una bandiera arcobaleno, parte subito «Meet me in the hallway» che abbassa il ritmo del concerto, ma non l'entusiasmo del pubblico.

Ariana Grande, Fleetwood MAc e One Direction

«Ho solo dieci canzoni, quindi per me significa molto che siate qui» dice prima di introdurre una canzone che ha scritto qualche anno fa per Ariana Grande «Just a little bit of your heart». Quando il cantante fa riferimento al fatto di essere stato già in tour «Con i miei splendidi amici», la platea esplode «Qualcuno di voi è venuto l'ultima volta che sono stato a Milano con i miei amici? È bello rivedervi». È il momento dell'omaggio ai One Direction con «Stockholm Syndrome» e «What makes you beautiful», prima di scatenarsi al ritmo di «Kiwi», l'ultimo singolo, il cui video (con bambini e cuccioli) è uscito lo scorso 8 novembre. Dopo la cover di «The Chain» dei Fleetwood Mac, è praticamente costretto dal pubblico a un bis di «Kiwi».

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Sign of the times

«Grazie, siete stati perfetti. Posso chiervi di fare un'altra cosa per me? Vorrei che chiudeste gli occhi. Ora voglio che diate la mano alla persona più vicina a voi e le alziate. Semplicemente non potrei fare questa cosa se vuoi non veniste, non me lo lascerebbero fare se non fosse per voi e non mi piacerebbe neanche. Fino a quando tornerò l'anno prossimo mi mancherete ogni secondo, grazie». Esorta quindi tutti ad accendere i flash dei telefoni prima di chiudere il concerto con il suo singolo di debutto da solista «Sign of the times», accompagnato dalle voci di tutti i presenti. ?Treat people with kindness?, funziona.

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Dopo l'Alcatraz

All'uscita dall'Alcatraz sul marciapiede si vedono i segni dell'attesa dei fan. Sacchi a pelo, coperte termiche, oggetti abbandonati da chi si è messo in coda 24, 72 ore prima sotto la pioggia di un novembre che a Milano ha iniziato a raffreddarsi da poco. Quello che resta sono anche le lacrime di gioia, le emozioni sconvolgenti di chi aspettava di rivederlo dal vivo da tre anni o per la prima volta e di sentirsi speciale.

E se dagli Anni 60 i sistemi di amplificazione non avessero fatto passi da gigante sarebbe molto difficile sentire la voce di Harry Styles e gli strumenti della sua impeccabile band. Se oggi, nel secondo decennio degli anni 2000, volete vivere l'esperienza più vicina alla febbre di un concerto dei Beatles, il prossimo appuntamento è nel 2018, il 2 aprile al Forum di Assago a Milano e il 4 aprile all'Unipol Arena di Bologna a Casalecchio di Reno.

La scaletta del concerto

«Ever Since New York»
«Two Ghosts»
«Carolina»
«Sweet Creature»
«Only Angel»
«Woman»
«Meet Me In The Hallway»
«Just A Little Bit Of Your Heart» Ariana Grande
«Stockholm Syndrome» One Direction
«What Makes You Beautiful» One Direction
«Kiwi»
«From The Dining Table»
«The Chain» Fleetwood Mac
«Kiwi»
«Sign Of The Times»

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