Fabrizio Moro presenta «Pace»: parla l’artista, l’autore e il maestro

Video intervista al protagonista di Sanremo 2017 con il brano «Portami via»

8 Marzo 2017 alle 13:51

«Pace», il nuovo album di Fabrizio Moro (in uscita il 10 marzo) è denso come libro e introspettivo come un diario: pochi cantautori italiani oggi sono capaci di fare, anzi, capaci d'essere come lui. L'artista presenta a Sorrisi il suo ultimo progetto, 11 brani tra i quali «Portami via», portato a Sanremo 2017, certificato oro e con oltre 12 milioni di visualizzazioni su Youtube, ben sopra la media dei concorrenti di Sanremo di quest'anno. Diviso tra carriera personale e «Amici», ci parla di «Pace» approfondendo anche il suo ruolo di autore di successo e amatissimo maestro nel talent show di di Canale 5.

Sull'album «Pace», spiega:

«Attraverso questo periodo di "terapia", perché è stato un momento molto terapeutico realizzare questo album, sono riuscito a convivere con tante cose che non amo di me. Ho fatto i conti con il mio passato, mi sono guardato indietro e sono cambiate tantissime cose. Sicuramente è un momento in cui sento di aver costruito un'eredità musicale e umana importante e questa sensazione mi mette in una condizione di benessere».

Parlando di Sanremo dice:

«Quando salgo sul palco, per esempio al Festival, mi dico: "dovrei avere dei punti di riferimento fermi, prepararmi, dettare una condizione a me stesso". Poi non ci riesco mai. Sono una persona che vive le cose con grande intensità e mi faccio prendere dalla situazione, sono molto istintivo. Conosco i miei demoni e so cosa possono portare, di buono e di malvagio».

Rispetto a «Amici» racconta:

«Quando hai 20 anni... ci sono dei ragazzi che quando cerchi di mettere a disposizione la tua esperienza ti ascoltano e riesci anche a aiutarli in un certo modo, ci sono poi quelli che invece sono come me, quelli che devono per forza andare addosso al muro».

Gli chiediamo se sogna di legarsi a una voce come autore e far durare questo rapporto autore-artista nel tempo:

«È un po' un mio sogno, trovare attraverso di attività di autore, un artista che possa rappresentare i miei stati d'animo. Purtroppo fino ad adesso non ci sono riuscito. Ho collaborato con tanti interpreti della musica italiana, ma sono stati rapporti altalenanti, che si sono ad un certo punto interrotti, per un motivo o per un altro. Però mi è dispiaciuto e sicuramente sarà stata anche un po' per colpa mia. Sono una persona viscerale e mi lego molto a quello che faccio. Ad un certo punto divento anche un rompicoglioni».

Aggiunge:

«La verità è che non ho mai davvero scritto per altri, ho sempre scritto pezzi che parlano e raccontano di me. Pezzi che poi sono finiti nel cassetto perché realizzando un album ogni due o tre anni, magari un brano che scrivo oggi tra due anni non è più attuale nel mio modo di intendere un album. Ho un cassetto magico e ogni tanto regalo un brano a un artista. Solo una volta ho scritto pensando a un'artista ed è stata Fiorella nell'album "Combattente", in due brani. Spero che questo legame con lei duri nel tempo, perché Fiorella è una delle interpreti che più amo nella mia vita».

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