Festival di Sanremo 1970

In finale trionfa la «coppia più bella del mondo». Adriano Celentano vince così il suo primo Festival con (e grazie a) Claudia Mori

27 Gennaio 2015 alle 14:20

Per l’edizione del ventennale Ezio Radaelli e Gianni Ravera organizzano un’intera setti- mana di eventi che inizia la domenica con una serata rievocativa. Intervengono vecchie glorie come Achille Togliani, Giorgio Consolini e Carla Boni insieme ai vincitori delle recenti edizioni (Iva Zanicchi, Sergio Endrigo, Bobby Solo e Gigliola Cinquetti). Si rivede anche Nunzio Filogamo che presenta la serata con Pippo Baudo, Enzo Tortora e Fausto Tommei. Nei giorni successivi, in attesa del Festival, vanno in scena concerti, recital e l’anteprima del film « Easy Rider» di Dennis Hopper.

Le canzoni in gara sono 26 di cui solo 14 arriveranno in finale. Le interpretano 52 artisti, quasi tutti italiani. Da quest’anno, infatti, il contingente straniero è ridotto a quattro elementi (due dei quali residenti in Italia) su richiesta dell’UCI, l’Unione Cantanti Italiani. Il loro rappresentante, Edoardo Vianello, riesce anche a imporre un tetto al numero dei debuttanti. I quattro stranieri di questo Festival sono Mal, Rocky Roberts, l’inglese Sandie Shaw e Antoine. Alla vigilia Radaelli prova invano a escludere Nino Ferrer, genovese cresciuto in Francia, chiedendogli di dimostrare di avere ancora il passaporto italiano.

Nell’elenco dei debuttanti spicca il nome dell’attrice Claudia Mori, moglie di Adriano Celentano. Nel 1967 i due hanno sbancato le classifiche con « La coppia più bella del mondo» e ora ci riprovano con «Chi non lavora non fa l’amore». I liceali Lucia Rizzi e Dino Drusiani, invece, arrivano dal Festival di Castrocaro ma non sembrano intenzionati a lasciare gli studi. Lucia chiede persino di arrivare a Sanremo con un giorno di ritardo: deve preparare un compito in classe previsto per il primo lunedì dopo il Festival. La bionda Dori Ghezzi cerca a Sanremo la conferma del successo ottenuto con il singolo « Casatshock» mentre i genovesi Ricchi e Poveri sono l’ultima scoperta di Franco Califano. A loro è stata affidata la seconda esecuzione di « La prima cosa bella» di Nicola Di Bari, canzone destinata in origine a Gianni Morandi. Il ragazzo di Monghidoro l’aveva scelta per partecipare al suo primo Festival ma ha cambiato idea all’ultimo momento, rimandando così ancora una volta il suo battesimo sanremese. Tra i giovani del 20° Festival si fa notare anche il sedicenne pavese Rosalino (il futuro Ron), all’anagrafe Rosalino Cellamare, «gregario» di Nada in gara con « Pa’ diglielo a ma’».

Tra le matricole c’è pure la diva Patty Pravo che canta « La spada nel cuore» abbinata a Little Tony. La trasgressiva ragazza del Piper arriva al Festival dopo il successo dei singoli « Ragazzo triste», « La bambola», «Il paradiso». Per l’occasione, Patty adotta un nuovo look: « No, niente parrucche né atteggiamenti divistici» dichiara. « Adesso il pubblico mi deve vedere come sono, una ragazza come tante». Sorrisi apprezza la svolta pur mettendone in dubbio la sincerità: « La malafede non è totale. Forse un tantino più modesta, Patty Pravo ha assorbito un grammo di schietta semplicità dal suo par- tner Little Tony. C’è chi giura che dopo questo Sanremo tirerà di nuovo fuori la grinta di sempre. Ma per adesso è abbastanza sincera nei suoi buoni propositi. Con la parrucca bionda ha lasciato dietro di sé anche il bagaglio di parolacce e di divismo».

La prima serata del 20° Festival è vivacizzata dalle esibizioni di Antoine e di Adriano Celentano. Il primo, durante l’esecuzione della sua « Taxi», danza sul palco con una ragazza; il secondo finge di sbagliare il testo della canzone e ricomincia da capo. È l’inizio di una tendenza, quella di spettacolarizzare ogni esibizione, che diventerà una prassi a partire dagli Anni 80. Il primo verdetto delle giurie non riserva sorprese. Oltre alle coppie Patty Pravo-Little Tony, Celentano-Mori e Antoine-Anna Identici, accedono alla finale Ornella Vanoni e i Camaleonti (« Eternità»), Gigliola Cinquetti-Bobby Solo (« Romantico Blues»), Tony Renis-Sergio Leonardi (« Canzone blu») e Orietta Berti-Mario Tessuto (« Tipitipitì»).

La seconda serata si rivela un’ecatombe per i complessi. Le giurie bocciano i Dik Dik (« Io mi fermo qui»), i Ragazzi della via Gluck, i Domodossola e il Supergruppo. Eliminata anche Rita Pavone, forse per aver fatto cadere il microfono durante la sua esecuzione di « Ahi ragazzo». Il punteggio più alto è ottenuto da « L’arca di Noè», delicata canzone ecologista interpretata da Sergio Endrigo e Iva Zanicchi. Subito dietro si piazza l’accoppiata Di Bari-Ricchi e Poveri.

In finale trionfa la «coppia più bella del mondo». Adriano Celentano vince così il suo primo Festival con (e grazie a) Claudia Mori. Merito anche di un brano, « Chi non lavora non fa l’amore», che allo stesso tempo intrattiene e fa pensare. Al secondo posto si piazza « La prima cosa bella» davanti a « L’arca di Noè». Secondo Sorrisi ha trionfato chi non ha seguito « le mode e le imposizioni commerciali per usare un linguaggio più genuino».

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