Il musical di «Guardia del corpo» è a Milano: 5 motivi per vederlo

La prima sorpresa per gli spettatori è che il musical, diretto da Federico Bellone, non contiene solo le 6 canzoni intepretate da Whitney Houston presenti nella famosa colonna sonora di «Guardia del corpo», ma anche diverse hit immortali della compianta cantante americana, tra cui «Greatest love of all», «All at once» e «I wanna dance with somebody». L'adattamento del film di Mick Jackson è quasi un pretesto per un omaggio alla grande voce di Whitney.

Cantare le canzoni di Whitney Houston non è impresa facile, tanto meno farlo ogni sera davanti a centinaia di persone. Karima, che nel musical interpreta il ruolo della popstar Rachel Marron (che fu di Whitney nel film) si difende benissimo con una performance canora sempre precisa, con qualche virtuosismo ma mai troppo ostentato. Da segnalare anche la prova di Loredana Fadda, che nel musical veste i panni della sorella di Rachel, Nicky Marron, qui una parte molto più importante rispetto al film.

«Guardia del corpo» è un film che ha segnato una generazione di spettatori e molti fan lo conoscono a menadito. Lo spettacolo non è però una replica esatta della pellicola, anzi ne stravolge alcune parti. Alcuni passaggi vengono semplificati (come quelli sull'identità del killer) e altri ne escono invece pronunciati (come il rapporto tra Rachel e la sorella). Insomma, c'è qualche «novità» anche per chi sa il film a memoria. Tra queste, una delle scene più «rilassate» del musical, ambientata in un locale di karaoke, in cui persino Ettore Bassi si dà al canto (con risultati, diciamo, autoironici).

Uno degli aspetti più interessanti del musical è la sua componente visiva, soprattutto per quanto riguarda l'impianto luci (curato da Valerio Tiberi) che restituisce al pubblico non solo un'atmosfera da film americano dei primi Anni 90. Anche le scenografie di Gabriele Moreschi sono ben fatte e sopperiscono alle dimensioni ridotte del palco, a volte in modo abbastanza ingegnoso. Da segnalare la presenza di una band dal vivo (diretta da Simone Giusti) che vediamo solo nei primi minuti, ma fa sempre la differenza.

È inevitabile che sia la celeberrima «I will always love you» a chiudere le vicende di Rachel e della sua guardia del corpo Frank: il numero musicale più atteso non delude le aspettative. Ma lo spettacolo non finisce qui: anzi, uno dei momenti più piacevoli avviene proprio sui «titoli di coda», con un altro successo di Whitney Houston che non sveliamo. Il musical ha qualche limite (soprattutto nel ritmo delle parti recitate) e non tutto fila liscio, ma si esce dal teatro con il sorriso sulle labbra.