Cos’è la musica trap? Un genere che fa discutere

Manuel Agnelli ha ammesso di non saperne molto; eppure nomi come Ghali e Sfera Ebbasta fanno milioni di visualizzazioni su YouTube

XDVR di Sferaebbasta e Charlie Charles  Credit: © Facebook
24 Ottobre 2016 alle 16:35

La trap music è un argomento più che mai attuale in Italia. Uno degli artisti di punta del genere, Ghali, è stato ospite a "Quelli Che Il Calcio" e, con il suo ultimo singolo "Ninna Nanna", disponibile in esclusiva solamente su Spotify, è finito addirittura al primo posto nella classifica internazionale delle 50 canzoni più viral sulla nota piattaforma musicale.

Questo genere musicale è da alcuni anni al centro dell'attenzione dei media e proprio pochi giorni fa, durante la trasmissione condotta da Fabio Fazio "Che Fuori Tempo Che Fa" è stato oggetto di un dibattito a dir poco curioso. Gli ospiti della trasmissione erano Manuel Agnelli, Elisa, Nino Frassica e altri personaggi dello spettacolo. Interpellati da Fazio sulla definizione del genere trap, si sono dimostrati ancora piuttosto impreparati. Ne è risultato un botta e risposta abbastanza confuso durante il quale sono state date diverse definizioni del genere. Tra quelli che vale la pena di citare ci sono i contributi di Gigi Marzullo: "un sottogenere della drumstep" e di Elisa: "deriva dalla fusione della musica reggae e elettronica".
Il neo giudice di "X-Factor", Manuel Agnelli, ha ipotizzato che il nome trap potesse derivare da trappola, e non è andato molto lontano dalla verità. L'origine del nome però non è molto chiara, più semplice è provare a definirne le caratteristiche.


I primi esempi di musica di questo tipo si trovano in U.S.A più o meno a partire dal 2010 e i nomi sono quelli di Waka Flocka, Young Jeezy, Future, Gucci Mane e T.I. È difficile però tracciare un punto di partenza ben definito. Alcuni elementi della trap sono in comune con il rap, altri elementi derivano dalla dubstep e dall'elettronica. La fusione di queste diverse influenze genera una musica che presenta linee vocali a metà tra il cantato e il rappato, utilizzo dell'autotune nelle voci (proprio l'autotune è l'elemento che ha generato malumori tra i rapper quando li si accostava al genere trap) e base dal ritmo ripetuto e sincopato. Nei testi delle canzoni vengono descritte le situazioni di vita nei quartieri, spesso in modo "brutale" e senza filtro.


La trap in Italia trae ispirazione da quella oltreoceano, ma al contempo se ne distanzia. I principali esponenti non sempre hanno gravitato attorno alla scena rap o hip hop, ma hanno esordito direttamente con questo genere. Il primo nome è quello di un giovanissimo produttore: Charlie Charlesdeus ex machina dietro a pezzi di grande successo, come "Ciny" di Sfera Ebbasta e "Dende" di Ghali. A poco più di vent'anni questi ragazzi hanno fatto il boom di ascolti e di visualizzazioni su YouTube e Spotify con i loro brani, che si sono diffusi in pochissimo tempo, riuscendo a diventare musicalmente ed esteticamente influenti. In definitiva: della trap si conosce ancora poco, ma si tratta di un genere in continua ascesa e cambiamento di cui continueremo a sentir parlare. Sia i "veterani" come Sfera Ebbasta e Ghali, che le nuove leve, come Rkomi, sono agguerriti e diretti e non hanno bisogno di etichette. Con un gergo e un modo tutto loro, raccontano la quotidianità conquistando sempre più seguaci, con buona pace di chi vorrebbe ricondurli a questo o quell'altro genere musicale. Ecco dieci nomi italiani da tenere d'occhio, con i numeri di visualizzazioni aggiornati ad ottobre 2016.


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