Il maestro chiede un minuto di silenzio per «quanti hanno perso la vita» in questo «nostro Paese flagellato»
Sette minuti di applausi entusiasti e standing ovation. Il pubblico non ha fatto mancare il proprio calore per il ritorno di Riccardo Muti con la «superorchestra» Chicago Symphony Orchestra, alla Scala di Milano dopo 12 anni di assenza.
«Avrei sperato di iniziare la serata con la musica però sarebbe stato assurdo in un giorno tragico come questo», ha esordito il maestro dopo gli applausi e le grida di “bravo” e “bentornato”, «ma non possiamo fare musica senza pensare alla tragedia che sta colpendo i nostri connazionali». Ha chiesto poi un minuto di silenzio e dedicato il malinconico brano Contemplazione di Alfredo Catalani - che avrebbe voluto dedicare ad Arturo Toscanini, nel 150° dalla nascita - a «quanti hanno perso la vita oggi», le vittime del terremoto e del maltempo di questo «nostro Paese flagellato».
Dopo Contemplazione il concerto (sold out da settimane) è continuato con il Don Juan di Richard Strauss e la sinfonia n. 4 di Cajkovskij. Il bis è come richiesto dal pubblico un brano verdiano: la sinfonia del Nabucco, con cui il maestro esordì alla Scala nel 1986. Muti poi abbandonò il teatro milanese nel 2005, dopo 19 anni da direttore musicale. «Sono passati dodici anni ma è come se fossi andato via ieri da qui. L’acustica mi è così familiare», ha detto al termine del concerto.