Cos'hanno in comune Lady Gaga, Madonna e Roberto Vecchioni? Sono tutti passati sotto la forca della censura. Ecco le curiosità dietro 10 brani contestati
Oggi suona quasi strano, ma fino ad alcuni anni fa i cantanti e le band del mondo del rock in primis, ma anche del pop, dovevano stare molto attenti a ciò che dicevano all'interno dei loro brani. La censura era infatti molto più rigida rispetto ai giorni nostri: una frase dal messaggio anche solamente sospetto poteva sfociare nel boicottaggio di una canzone, di un album, talvolta dell'artista stesso. I temi incriminati sono ovviamente il sesso, le droghe, la politica, la religione, la violenza, e a volte anche i suoni troppo "estremi". Insomma, qualche anno fa bastava davvero poco per avere dei guai con la censura e questo continua anche oggi, seppur in misura minore: tanti sono i casi di canzoni che contengono più beep che parole.
Di esempi, nella storia della musica, ce ne sono veramente tantissimi. Abbiamo selezionato i 10 più famosi e più eclatanti, dagli anni Sessanta e Settanta fino ai protagonisti che hanno avuto guai con la censura ai giorni nostri, come Lady Gaga, Madonna e Robin Thicke.
Madonna - Like a Prayer
Il video del brano, uscito nel 1989 fu condannato dal Vaticano e dall'American Family Association per le sue immagini ritenute blasfeme e molte furono le proteste per l'utilizzo della canzone nella pubblicità della Pepsi, che finì per sospenderla. Negli stessi anni, il Vaticano scoraggiò il pubblico ad andare al concerto della cantante in Italia. Per i suoi brani, Madonna fu inoltre censurata in Egitto e incontrò diverse restrizioni in Russia.
I Nomadi - Dio è morto
A dispetto del titolo, la canzone del 1968 era in realtà un inno di speranza, come si può facilmente capire nelle ultime righe del testo. Tutto questo non servì all'autore Francesco Guccini, che dovette andare incontro alla censura: il brano fu oscurato dalla Rai e rimase sempre fuori dalle top ten. C'è da dire che anche questo contribuì a rendere Dio è Morto uno dei brani simbolo del gruppo.
Eamon - F**k It (I Don’t Want You Back)
La canzone di Eamon, dal titolo piuttosto eloquente, non ebbe un percorso semplice. Diverse stazioni radio in Inghilterra decisero di non passare il brano a causa del suo linguaggio e i dj si riferivano al pezzo chiamandolo semplicemente I Don’t Want You Back. Un anno dopo dalla sua uscita nel 2003, la canzone tornò in una versione edulcorata con ben 33 beep a coprire le parole incriminate.
Lucio Dalla - 4/3/1943
La canzone, presentata da Dalla al Festival di Sanremo del 1971, si chiamava in origine Gesùbambino (tutto attaccato) e aveva un ritornello un po' diverso da come lo conosciamo ora, che recitava: "e ancora adesso che bestemmio e bevo vino / per i ladri e le puttane mi chiamo Gesù Bambino”. Per riuscire a passare la censura della kermesse sanremese, il titolo diventò la data di nascita di Lucio Dalla (senza alcun nesso con la canzone) e il ritornello finale fu abbondantemente epurato: “e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino / per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”.
Lady Gaga - Lovegame
Anche Lady Gaga è passata diverse volte sotto le forche della censura, già con il pezzo Lovegame tratto dal suo primo album. Nel 2009, la canzone venne boicottata da diverse radio per il verso: "I want to take a ride on your disco stick" colpevole di suggerire immagini a sfondo sessuale. Questo fu sempre smentito dalla cantante che venne presa di mira dalla censura anche per altre canzoni come Judas, boicottata in Libano perché ritenuta offensiva per la cristianità.
Roberto Vecchioni - Luci a San Siro
Luci a San Siro è una canzone scritta da Vecchioni in memoria della sua giovinezza vissuta nella città della Madonnina, ma è anche una veemente invettiva contro l'ambiente dei produttori musicali. Il testo subì diverse correzioni e venne via via epurato da ogni parolaccia e frase "scomoda", rimanendo comunque uno dei capolavori assoluti della discografia del Professore.
Robin Thicke - Blurred Lines
La versione originale del video di Blurred Lines venne bandita da Youtube poichè conteneva scene di nudo. Per questo motivo ne venne pubblicata una diversa versione. I guai per il brano non finirono qui: quattro università della Gran Bretagna ne impedirono la trasmissione nei circuiti delle radio universitarie, ritenendo il testo estremamente offensivo e misogino.
Claudio Baglioni - Questo Piccolo Grande Amore
Con questa canzone, Baglioni voleva raccontare i primi approcci di due ragazzi al sentimento e alla sessualità. Tuttavia al momento della sua uscita nel 1972, questo non poteva essere espresso nel testo, che cambiò diverse volte. Prima di arrivare alla versione che tutti noi conosciamo recitava: “La paura e la voglia di essere nudi”, e non “la paura e la voglia di essere soli". Inoltre ” Le mani “sempre più ansiose di cose proibite” mutarono in “mani sempre più ansiose, le scarpe bagnate”.
The Doors - Light My Fire
Il verso incriminato fu “Girl, we couldn't get much higher" che sembrava contenesse un riferimento alla droga. Per l'esibizione live dell' Ed Sullivan Show del 1967, a Jim Morrison venne chiesto di cambiare il verso in "Girl, we couldn't get much better". Davanti agli autori Morrison acconsentì, poi salì sul palco e cantò il verso esattamente nella versione originale. Inutile dire che i Doors furono banditi dalla trasmissione.
The Beatles - Lucy in the sky with Diamonds
La canzone è contenuta in un album, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, notevolmente controverso per via delle sue allusioni al mondo degli stupefacenti. La canzone più vessata è stata sicuramente Lucy in The Sky With Diamonds, che si pensa fosse un acronimo di LSD. Il risultato? In Gran Bretagna, il brano non fu trasmesso dalle radio, così come diverse altre canzoni del disco. Nonostante questo, l'album è considerato uno dei migliori dei Fab Four.
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