Ellen Hidding: «I miei consigli per nuotare come si deve»

La conduttrice di Melaverde racconta: «In Olanda ero una promessa del nuoto, poi a 17 anni ho mollato»

Ellen Hidding  Credit: © Vincenzo Di Cillo
17 Giugno 2016 alle 13:11

Ancora sei nuove puntate di «Melaverde» da registrare, che andranno in onda su Canale 5 dall’11 settembre. Poi Ellen Hidding andrà in vacanza. Una delle poche occasioni per vedere riunita tutta la sua famiglia. «I miei genitori vivono in Olanda, io in Italia e mio fratello, che fa l’ingegnere e ha sposato una canadese, ad Abu Dhabi (negli Emirati Arabi Uniti, ndr). Quest’anno ci ritroviamo insieme nella mia casa al mare, a Forte dei Marmi, in Toscana» racconta la conduttrice. «Pensare che anche mio fratello ha lasciato l’Olanda per colpa mia: era venuto a trovarmi a Milano per una breve vacanza, invece ha trovato lavoro e moglie!».

Lei invece come ci è arrivata?

«Nel 1991, a 17 anni, vinsi un concorso per modelle in Olanda. Tra i giurati c’era un rappresentante di un’agenzia di moda di Milano, pochi mesi dopo mi chiamarono e iniziai a fare qualche servizio. Avevo deciso di prendermi un anno di riflessione prima di riprendere gli studi. Invece, sono arrivata in Italia e non me ne sono più andata!».

Quando si dice il destino…

«Eh sì. Quel concorso cambiò tutto. E pensare che i miei mi diedero il permesso di partecipare convinti che non avrei vinto. Invece, abbandonai gli studi, girai il mondo come modella e diventai ricca… di esperienze!».

Ha lasciato anche una promettente carriera nel mondo del nuoto.

«Ero una giovane promessa. Fin da piccola andavo con papà in piscina. A 11 anni un allenatore mi notò. Vide qualcosa in me e mi offrì di entrare nella squadra del mio paese. A partire dai 13 anni cominciai ad allenarmi quattro ore al giorno, tutti i giorni. A 14 vinsi i Campionati regionali nei 100 metri stile libero e a 17 mi offrirono di entrare in Nazionale, ma rifiutai. Ero in crisi. Facevo troppe cose. Nel tempo libero, dopo i compiti, correvo ad aiutare mio padre e mio zio ad addestrare cavalli, ma volevo anche godermi la mia adolescenza e uscire con le amiche. Così ho abbandonato il nuoto, con grande dispiacere di papà».

E lei si è pentita di quella scelta?

«Ora che sono più saggia penso che avrei potuto rifletterci di più prima di mollare tutto. Mi sarebbe piaciuto continuare. Ero forte. Di natura sono nata pigra, ma se mi ci metto sono molto competitiva con me stessa. Mi sfido e voglio fare sempre meglio».

E in tv come ci è arrivata?

«Anche lì per caso. Era il 1997 e mi chiamarono per la sigla del programma “Mai dire gol”. Dovevo fare la parodia della pubblicità di una nota bibita ed entrare in un ufficio pieno di comici. Ci siamo trovati bene. Mi prendevano in giro perché parlavo malissimo l’italiano. All’epoca, poi, se ne era andata Simona Ventura e non c’era una conduzione femminile. Così mi proposero di fare da spalla a Gioele Dix e Claudio Bisio. Insomma, avrei dovuto restare per dieci puntate e invece diventarono più di tre anni! Ed è così che è cominciato tutto».

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