Francesca Chillemi «Grazie a Che Dio ci aiuti sono diventata grande»

«Mi sento cresciuta come il personaggio di Azzurra» racconta l’attrice. «E sapete cosa mi ha aiutato di più? Essere mamma»

Francesca Chillemi
27 Gennaio 2017 alle 10:00

Azzurra ce l’ha fatta. Il personaggio interpretato da Francesca Chillemi in «Che Dio ci aiuti» è finalmente riuscito a sposare il bel Guido (Lino Guanciale). Sembrerebbe un punto di arrivo, ma l’attrice ci mette in guardia: «Guai a chi smette di seguirci. Non avete ancora visto niente!».

Francesca, ma cos’altro può succedere ancora? Per il suo personaggio sembra essere arrivato il finale delle favole, quello da «E vissero sempre felici e contenti»…
«Col cavolo. Adesso la vita di Azzurra diventerà ancora più confusionaria di prima. Già sul matrimonio lei e Guido non erano del tutto d’accordo».

In che senso?
«I due hanno finito con lo scegliere una cerimonia pomposa… ma non troppo. Diciamo che lei l’avrebbe voluta superchic, lui discreta e quasi segreta. E alla fine hanno fatto una media».

E poi?
«Ora Azzurra si ritrova anche a fare da sorella maggiore a Emma, una giovanissima ospite della casa-famiglia dove va a fare il tirocinio per laurearsi in Scienze del servizio sociale. Ed è un po’ quello che è successo anche a me sul set con Bianca Di Veroli, l’attrice che la interpreta. Sarà che sono diventata mamma da poco, ma mi sentivo molto protettiva».

Il matrimonio cambierà il carattere di Azzurra?
«Azzurra è già cambiata un sacco rispetto alle prime puntate. Allora era acida, antipatica e per lei gli altri erano tutti “sfigati”. Oggi si è ammorbidita, è più sincera. Ma alla base della sua filosofia di vita c’è sempre lo shopping. In questo non cambierà mai!».

E lei, Francesca, è cambiata?
«Molto. Ai tempi di Miss Italia ero una ragazzina spensierata. Adesso sono una professionista e, da un anno, una mamma. Vuol dire che la mia vita si è riempita di responsabilità. Ho anche imparato a chiedere scusa quando mi capita di sbagliare, e non è stato facile. Però ho ancora tanti difetti che vorrei eliminare».

Per esempio?
«Io sono una persona di pancia, istintiva. A volte invece vorrei usare di più la testa».

Se in «Che Dio ci aiuti» ha un ruolo tutto sommato leggero, in «Braccialetti rossi» le è toccata una parte più drammatica...
«Sì, e la considero una grande fortuna. Con “Che Dio ci aiuti” spero di portare alle famiglie che ci guardano un po’ di divertimento e di serenità. Di questi tempi ne abbiamo così bisogno. Invece “Braccialetti rossi” ci aiuta a guardare in faccia il dolore che è nelle vite di tutti. E ad affrontarlo con un’arma segreta: l’amicizia».

Chiudiamo con una nota personale: la nascita della piccola Rania, il 22 febbraio scorso, le ha reso più difficile lavorare?
«No, anzi, essere mamma mi ha aiutato anche come attrice. Mi ha reso più sensibile, mi fatto conoscere emozioni che poi posso regalare ai personaggi. E sul set di Fabriano (in provincia di Ancona, ndr), dove abbiamo girato la nuova serie di “Che Dio ci aiuti”, Rania era sempre vicina a me».

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