Terence Hill ci svela le nuove avventure di Don Matteo

«Questa 11ª stagione è la migliore di sempre» assicura il protagonista. Che in un episodio addirittura... sparirà!

Terence Hill  Credit: © Assunta Servello
5 Gennaio 2018 alle 15:20

Don Matteo l’11 gennaio torna in tv, come anticipato dai divertenti spot che Raiuno sta trasmettendo già da alcune settimane. E con entusiasmo Terence Hill assicura: «Questa stagione è la migliore di sempre». L’attore sta aspettando la messa in onda dei primi episodi in Umbria, dove ha trascorso le festività natalizie. «Ho vissuto delle belle giornate insieme con la famiglia e gli amici» racconta Terence che, con padre originario di Amelia (in provincia di Terni) e madre di Dresda (in Germania), si è divertito a mescolare le tradizioni italiane con quelle tedesche. «È un’abitudine di famiglia. Fin da quando ero piccolo c’è sempre stata la sfida tra lo strudel e la crostata, tra le mele e le visciole» ricorda sorridendo.

Terence, perché «Don Matteo 11» è migliore delle dieci stagioni precedenti?
«C’è stata una svolta sia nel racconto sia nelle immagini. Mi sembra che i nuovi episodi abbiano più forza del solito, ce n’è perfino uno in cui don Matteo sparisce e non si trova più. Anche in Rai la pensano come me. E io, tra l’altro, mi affeziono sempre di più al mio personaggio. Dal punto di vista tecnico stavolta ci sono un ritmo maggiore, un’ottima regia, un eccezionale direttore della fotografia e una troupe fantastica. E poi ciascuno di noi ha cercato di fare meglio del solito. Ormai, dopo così tante puntate la sfida a migliorare sempre di più è inevitabile».

Anche i nuovi arrivi hanno contribuito a vincere questa sfida?
«Sicuramente. Maria Chiara Giannetta, per esempio, che interpreta il nuovo capitano dei Carabinieri, è bravissima. Il suo personaggio ha portato una certa umanità ed empatia in caserma, ma il maresciallo Cecchini (Nino Frassica, ndr) è in soggezione davanti a lei. E, dunque, anche la comicità di Nino, che è sempre più in forma, è diversa dal solito. Mi dispiace solo che con il nuovo capitano non avremo molte scene insieme».

Tutti gli attori che entrano a far parte del cast di «Don Matteo» rimangono piacevolmente sorpresi dalla sua disponibilità. Lei li accoglie con entusiasmo, li aiuta se sono in difficoltà. Anche lei, quando ha cominciato a recitare, ha avuto questo aiuto da parte dei colleghi già affermati?
«Non è mai successo! All’epoca non si usava, perché non si capiva che più è bravo l’attore che recita con te e più risulti bravo tu. Ancora oggi capita spesso che si inneschi un meccanismo di concorrenza tra due attori che lavorano insieme, ma è una cosa sbagliata. Tra me e Frassica, per esempio, c’è totale collaborazione: lui ha un istinto raro, spesso improvvisa sul set, e io gli vado dietro e lo sostengo».

Come sempre accade, «Don Matteo 11» non è ancora andato in onda e c’è già chi si chiede se ci sarà una stagione successiva.
«Vuole sapere se la farei? Sì. C’è un argomento che mi sta a cuore e che non abbiamo ancora affrontato nella fiction: il traffico di armi, un’industria di morte. Ho già in mente la scena, con un bambino che con la sua semplicità chiede a don Matteo: “Se le pistole uccidono, perché c’è chi le fabbrica?”».

È appena iniziato il nuovo anno. Fa un augurio ai lettori di Sorrisi?
«Che riescano a trovare la pace del cuore. Ora, però, non mi chieda come si fa!».

Il 2018 è anche l’anno dell’arrivo nelle sale del film «Me ne vado per un po’», da lei scritto, diretto, interpretato e prodotto.
«Un’altra bella sfida! A un certo punto ho sentito l’urgenza di fare questo film, e appena ho avuto un momento libero sono partito a testa bassa come un ariete, che poi è il mio segno zodiacale, e l’ho fatto. Racconta il viaggio di un uomo dall’Italia al deserto di Tabernas, nella provincia di Almeria, in Spagna. Uscirà a Pasqua».

All’inizio dell’anno si fanno sempre buoni propositi: lei ne ha qualcuno?
«Mi piacerebbe riuscire a fare il viaggio che l’estate scorsa è sfortunatamente saltato all’ultimo momento. Avevo prenotato tutto, volo e albergo, per andare a San Pietroburgo. La mattina della partenza ho passato otto ore in macchina sulla strada per l’aeroporto di Fiumicino, interrotta per gli incendi, e ho perso l’aereo».

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