Vittoria Puccini, in «Romanzo famigliare» è…nonna!

L'attrice è la protagonista della nuova fiction di Rai1 e se nella vita è mamma, in tv ha un ruolo insolito per una donna della sua età

Vittoria Puccini
4 Gennaio 2018 alle 15:10

Vittoria Puccini è la protagonista di «Romanzo famigliare», la nuova fiction scritta e diretta da Francesca Archibugi in onda su Raiuno da lunedì 8 gennaio. Una grande saga che racconta la storia dei Liegi, una delle famiglie di origine ebraica più in vista di Livorno, con interessi che vanno dal petrolio ai cantieri navali. Vittoria interpreta Emma, una donna che ha perso la mamma quando aveva solo 8 anni e che con il dispotico padre, il cavalier Gian Pietro Liegi (Giancarlo Giannini), non è mai andata d’accordo. «Emma ha 33 anni e una figlia di 16» racconta la Puccini. «È una donna disorganizzata, una mamma buffa, simpatica, insicura. Al punto che spesso è la figlia, più saggia di lei, a farle da madre».

La figlia di Emma si chiama Micol (Fotinì Peluso), ha 16 anni ed è incinta. «La storia si ripete» prosegue Vittoria. «Anche Emma, infatti, rimase incinta alla stessa età. E rivivendo questa esperienza inizierà quel percorso di crescita che non le è riuscito finora». Accanto a Emma c’è Agostino (Guido Caprino), il padre di Micol. I due si amano di un sentimento profondo. Agostino è un tenente di vascello della Marina Militare e negli ultimi 15 anni è stato quasi sempre per mare. Ora ha deciso di accettare un trasferimento a Livorno per insegnare nell’Accademia navale. Si troverà così a condividere una quotidianità con Emma e Micol alla quale non era abituato.

«Per lavorare con una regista come Francesca Archibugi avrei fatto carte false» racconta Vittoria. «E interpretare Emma è stata una bella sfida: ha delle nevrosi esasperate e delle forti fragilità. Non che io non ne abbia, ma lei sembra sentirsi sempre a disagio, non all’altezza di superare le difficoltà della vita. Così ho lavorato molto sugli atteggiamenti: io sono di natura più calma e pacata, lei è insicura e si tocca continuamente il naso, si aggiusta i capelli, si gratta l’orecchio, non sta mai ferma». E così come Emma è madre di una figlia adolescente, Vittoria è madre di Elena, che oggi ha 11 anni, avuta dall’attore Alessandro Preziosi. «Emma e Micol si scambiano i vestiti e anche mia figlia comincia a “rubarmi” delle cose dall’armadio. Io, però, sono più risolta rispetto a Emma, per me è importante che i ruoli madre-figlia siano definiti. Poi ci sono i momenti in cui è tua figlia che ti insegna qualcosa, perché ti fa vedere la situazione da una prospettiva diversa alla quale non avevi pensato».

**la regista archibugi: «ho voluto raccontare una grande storia popolare»**

«Oggi “feuilleton” ha assunto un significato negativo, eppure è proprio quello che desideravo fare: un grande, articolato romanzo popolare con un linguaggio contemporaneo». Così la regista Francesca Archibugi spiega l’idea di «Romanzo famigliare». «È un film lungo sei puntate. Ci sono voluti sei mesi di riprese e siamo stati i primi a girare all’interno dell’Accademia navale di Livorno» conclude la Archibugi. Al fianco della protagonista, Vittoria Puccini, troviamo la giovane Fotinì Peluso (il cui nome di origine greca vuol dire «luminosa»), che ha già recitato nella seconda stagione di «Non uccidere». «È stata un’esperienza indimenticabile, Francesca mi ha fatto capire cosa vuol dire recitare» dice l’attrice della serie tv. Serie che vede tra i protagonisti anche Guido Caprino. «Agostino è un uomo del Sud, divertente, passionale, che ha intrapreso una vita basata sul rigore militare. È un cavallo che scalpita dentro a un recinto che lui stesso ha scelto di rispettare» racconta l’attore del suo personaggio. Per la prima volta la nave scuola Amerigo Vespucci (vedi box a lato) è diventata il set di una fiction. «Una settimana di navigazione tra Valencia e Livorno. Per me che sono un uomo di mare è stato un sogno» racconta ancora Caprino. «In sette giorni avrò dormito sì e no quattro ore per l’adrenalina che avevo addosso. E quando una mattina ho assistito al momento in cui venivano issate le vele, beh,  è stata un’emozione senza fine. Navigare sulla Vespucci è un’esperienza che tutti dovrebbero fare perché insegna tante cose: il rispetto degli altri innanzitutto, perché bisogna imparare a convivere a stretto contatto. E poi la cura del bene comune: ho visto ragazzi lucidare le bitte di ottone con una attenzione certosina. In fondo siamo tutti sulla stessa barca, e se imparassimo a trattare il nostro Paese come i cadetti trattano la Vespucci, la nostra Italia sarebbe diversa. Di certo, migliore».

La nave più bella

L’Amerigo Vespucci è una nave scuola dell’Accademia navale. Varata il 22 febbraio 1931 a Castellammare di Stabia (Napoli), è la più anziana nave della Marina Militare ancora in servizio. L’equipaggio è composto da 15 ufficiali, 64 sottufficiali e 185 sottocapi e comuni. Le 24 vele sono in tela olona e tutte le manovre vengono eseguite a mano. Il motto è: «Non chi comincia ma quel che persevera».

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