Annalisa, «Tutta colpa di Darwin»: tra evoluzione e intelligenza artificiale

La cantante condurrà la terza stagione del programma che racconta la scienza in modo originale e popolare

Annalisa e l'Esoscheletro, «Tutta colpa di Darwin»  Credit: © Ufficio Stampa
1 Dicembre 2017 alle 16:01

«Tutta colpa di Darwin» (DUEB produzioni) andrà in onda da domenica 3 dicembre in seconda serata su Italia 1: il terzo capitolo della trilogia pop-science iniziata con «Tutta colpa di Einstein» e «Tutta colpa di Galileo», mantiene alla conduzione la cantante Annalisa, appassionata di scienza e laureata in Fisica. Stavolta l'artista affronta un viaggio attraverso le origini dell'essere umano e l'evoluzione tecnologica dagli albori a oggi, con particolare attenzione per le intelligenze artificiali.

Nel corso delle tre puntate di questa stagione, si approfondiscono i temi della coscienza umana e dell’arte robotica con un passaggio presso alcuni centri d’eccellenza della tecnologia nel mondo come l’Istituto Sant’Anna di Pisa, il laboratorio TheFabLab a Milano e l’IIT di Genova in cui Annalisa ha avuto modo di conoscere «iCub», il robot bambino più intelligente in circolazione con diversi gradi di libertà e la capacità di auto correggersi.

Tra gli ospiti che prenderanno parte al viaggio, il cantante Roberto Vecchioni darà il via alla prima puntata; lo scienziato giapponese Hiroshi Ishiguro e il suo gemello robot Geminoid con l’atleta Giusy Versace compariranno nella seconda puntata; l’astronauta e ingegnere spaziale Paolo Nespoli chiuderà con una sorpresa speciale il terzo episodio della serie.

Lo streaming su Netflix

Le prime due stagioni del programma sono ora online sulla piattaforma di Netflix, una ragione in più per appassionare e incuriosire chi ancora non ha conosciuto la trasmissione.

Intervista alla conduttrice Annalisa

Ciao Annalisa, com'è stata questa esperienza televisiva?
«È stata bella fin dall'inizio perché è un'esperienza vera: io sono "prestata" alla tv, ma in realtà sono davvero appassionata dei temi che racconto. È un docu-viaggio reale».

A tua volta hai imparato qualcosa?
«Sì, mi sono divertita e ho scoperto molte cose che non conoscevo».

Come comunicano il mondo della scienza e quello della musica?
«Tra musica e scienza, ma in particolare tra musica e fisica, c'è un punto in comune molto importante: immaginare qualcosa che non c'è. Per me, scrivere la mia musica vuol dire questo: è come lo scienziato che immagina qualcosa che ancora non esiste».

Il tema dell'intelligenza artificiale è molto caldo in questo periodo: nell'immaginario popolare, l'intelligenza artificiale è associata alle macchine antropomorfe e si parla spesso della paura che queste macchine possano un giorno sostituire e addirittura eliminare l'essere umano. Tu che ne pensi?
«In questa stagione abbiamo affrontato in modo approfondito questo tema. Non ho gli strumenti per poterti rispondere, ma posso dirti ciò che ho imparato parlando con gli esperti e facendo domande affini alla tua: abbiamo assorbito dal mondo del cinema l'idea che l'intelligenza artificiale evoluta sia il robot con sembianze e movenze umane, ma in verità le intelligenze più avanzate sono altre, penso per esempio a Google».

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