Emmy Awards 2017: tutti i vincitori

Trionfo per «The Handmaid’s Tale» con Elisabeth Moss e «Big Little Lies», grandi soddisfazioni anche per Donald Glover («Atlanta») e Sterlin K. Brown («This is Us»)

Elisabeth Moss  Credit: © Getty
18 Settembre 2017 alle 10:00

Sono stati assegnati nella notte tra il 17 e il 18 settembre gli Emmy Awards 2017, i riconoscimenti più ambiti dai protagonisti della televisione negli Stati Uniti. 

The «Handmaid's Tale», disponibile su Tim Vision dal 26 settembre, e basata sul romanzo di Margaret Atwood «Il Racconto dell'ancella», che immagina una società totalitaria in cui le donne hanno perso tutti i diritti, è stata giudicata miglior serie drammatica. Premiati anche il regista Reed Morano e l'attrice protagonista Elisabeth Moss come miglior attrice, finalmente al suo primo Emmy dopo le nomination per «Top of the Lake» e «Mad Men». Sei in totale sono stati i premi portati a casa dalla serie, mentre cinque sono stati quelli assegnati a «Big Little Lies» la serie HBO dal cast stellare: Nicole Kidman (che ha vinto come miglior attrice in una miniserie), Reese Witherspoon, Laura Dern, Shailene Woodley e Zoe Kravitz. 

Emmy 2017, tutte le nomination


Un Emmy da record

Ancora una volta, tra le commedie, resta imbattibile «Veep» come resta imbattibile la sua protagonista Julia Louis-Dreyfus che detiene ora il record di maggiori vittorie agli Emmy nello stesso ruolo.

Non è certo l'unica ad entrare nella storia della televisione americana quest'anno. Lena Waithe è le prima donna di colore a vincere un Emmy come autrice (per «Master of None»), Sterling K. Brown con «This is Us» è il primo attore afroamericano a vincere il titolo di miglior attore in una serie drammatica dal 1998 e Donald Glover è il promo regista di colore a vincere un Emmy per una serie comica («Atlanta»).

Restano a bocca asciutta

«The Young Pope», la serie di Paolo Sorrentino, concorreva per i premi più tecnici, Fotografia e product design, che però sono andati ad altri. A bocca asciutta anche «Westworld», con 22 nomination la serie con Evan Rachel-Wood e Anthony Hopkins era arrivata prima a pari merito con «Saturday Night Live» (che di statuette ne ha vinte invece sei) come programma più nominato dell'anno.

La lista dei vincitori

Miglior Serie Drammatica: «The Handmaid's Tale»

Miglior Commedia: «Veep»

Miniserie: «Big Little Lies»

Miglior film per la tv: «Black Mirror: San Junipero»


Miglior attore in una commedia: Donald Glover («Atlanta»)

Miglior attrice in una commedia: Julia Louis-Dreyfus Veep»)

Miglior attore in una miniserie: Riz Ahmed («The Night Of»)

Miglior attrice in una miniserie: Nicole Kidman («Big Little Lies»)

Miglior attore in una serie drammatica: Sterling K. Brown («This Is Us»)

Miglior attrice in una serie drammatica: Elisabeth Moss («The Handmaid's Tale»)

Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica: Ann Dowd («The Handmaid's Tale»)

Miglior attore non protagonista in una serie drammatica: John Lithgow («The Crown»)

Miglior attore non protagonista in una serie comica: Alec Baldwin («Saturday Night Live»)

Miglior attrice non protagonista in una serie comica: Kate McKinnon («Saturday Night Live»)

Miglior attore non protagonista in una miniserie: Alexander Skarsgard («Big Little Lies»)

Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica: Laura Dern («Big Little Lies»)

Miglior guest star maschile in una serie drammatica: Gerald McRaney («This is Us»)

Miglior guest star femminile in una serie in una serie drammarica: Alexis Bledel (The Handmaid's Tale»)

Miglior guest star maschile in una serie comica: Dave Chappelle («Saturday Night Live»)

Miglior guest star femminile in una serie comica: Melissa McCarthy («Saturday Night Live»)


Miglior regista in una serie dramamtica: Reed Morano («The Handmaid's Tale)

Miglior regista in una commedia: Donald Glover («Atlanta»)

Miglior regista in una miniserie: Jean-Marc Vallee («Big Little Lies»)


Miglior sceneggiatura di serie drammatica: Bruce Miller («The Handmaid's Tale»)

Miglior sceneggiatura in una serie comica: Aziz Ansari, Lena Waithe («Master of None»)

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