Maturità: le star della tv raccontano i loro esami

Stanno per iniziare gli esami per mezzo milione di studenti. Ma come l’hanno affrontata i personaggi dello spettacolo? Ecco i loro ricordi...

12 Giugno 2019 alle 09:49

C’è chi, come Carlo Conti, si è presentato davanti alla commissione d’esame in barella. Chi, come Massimo Giletti, la sera prima è andato a un concerto rock. E chi, come Valentino Picone (il «socio» di Ficarra), ha stilato il manuale del perfetto esaminando. Il 19 giugno si ripete il rito più temuto dagli studenti delle scuole superiori (e dai loro genitori): cominciano gli esami di Maturità.

Quest’anno saranno più di mezzo milione i ragazzi che dovranno affrontare le due prove scritte e il colloquio orale. E anche per loro lo stato d’animo sarà un misto di ansia, dubbi e «togliamoci il pensiero!». Proprio come per i personaggi della tv, che qui ci raccontano la loro esperienza. E ci regalano qualche consiglio...

Per tutti gli studenti:

Tutti gli aiuti alla maturità di Studenti.it

Carlo Conti

Il mio ricordo: «In quel lontano giugno 1980 mi ruppi una gamba e andai all’esame di Maturità in barella perché ingessato. La sera prima degli esami la mia unica preoccupazione fu la puntualità dell’ambulanza che la mattina sarebbe venuta a prendermi per portarmi a scuola. Per la cronaca, mi diplomai con 60 su 60, ma non ho mai capito se per merito della mia preparazione o per la compassione dei professori che mi videro in barella. O, aspetto non trascurabile, per la puntualità dell’ambulanza!».

Il mio consiglio: «Impegno e puntualità».

Caterina Balivo

Il mio ricordo: «Ero molto agitata ma anche preparata. Il mio unico pensiero era quello di non fare brutta figura davanti a una commissione esterna. Portai Latino e Filosofia: due programmi lunghi, anzi lunghissimi. Ripenso alle notti insonni trascorse a immaginare l’esame e le domande che mi avrebbero rivolto, per non parlare del timore per la prova scritta di Greco e Italiano…».

Il mio consiglio: «Ho sempre pensato che chi non studia sia più preoccupato degli altri, ma che mascheri l’angoscia con un apparente menefreghismo. Difficile dare consigli, ma l’esame va vissuto con un po’ di ansia e di paura».

Massimo Giletti

Il mio ricordo: «La sera prima degli scritti andai al concerto dei Dire Straits con Sara, la mia fidanzatina dell’epoca. Fu un evento bellissimo. Mi ritirai all’una e ripassai gli argomenti che pensavo sarebbero usciti come tracce per la prova di Italiano. L’indomani andò benissimo. Presi la Maturità classica con un voto molto alto».

Il mio consiglio: «Mai affidarsi al caso, è segno di un atteggiamento superficiale. Bisogna studiare bene sin dall’inizio dell’anno scolastico. Se vi impegnate nello studio poi avrete più possibilità anche nella vita».

Enrico Papi

Il mio ricordo: «Fu un disastro. Per tutto l’anno avevo puntato su una materia che poi non uscì all’esame. Quindi avevo studiato fino a marzo argomenti anche difficili ma del tutto inutili. Recuperare fu una vera “mission impossible”, per cui l’esame, soprattutto nella prova orale, andò male. Quando ripenso alla Maturità mi viene in mente solo l’ansia e la paura per quella materia tanto sognata e mai uscita».

Il mio consiglio: «Ragazzi, non stressatevi, perché lo studio non serve a niente! Scherzo, ovvio… Bisogna vivere con il giusto distacco emotivo questa esperienza, perché, se affrontata bene, sarà uno dei ricordi più belli della vostra giovinezza».

Tiberio Timperi

Il mio ricordo: «C’erano delle sere in cui non toccavo libri. Una di queste fu il 29 maggio del 1985, quando a Bruxelles si disputava la finale della Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool. Durante quella partita allo stadio Heysel successe il dramma che tutti sappiamo, e nei giorni successivi seguii tutte le cronache di quella tragedia. Arrivò il giorno degli scritti. Frequentavo il Liceo scientifico. Ricordo di avere copiato integralmente il compito di Matematica da una compagna, che a sua volta aveva dato una lunga sbirciata a quello del secchione della classe. E lo feci così bene che presi il voto più alto di tutti. Agli orali, poi, un membro della commissione d’esame che somigliava a Maurizio Ferrini di “Quelli della notte” mi chiese il Romanticismo inglese. Cominciai a parlare di Keats e mi andò bene».

Il mio consiglio: «Provate a rilassarvi e prendetevi anche qualche pausa durante i giorni che precedono le prove scritte».

Benedetta Parodi

Il mio ricordo: «Ho fatto il Classico. Ero terrorizzata perché uscì come materia agli scritti il Greco, che non è stato mai il mio forte. Nella commissione esaminatrice c’era tra i membri esterni una professoressa, ex allieva della mia insegnante. Questa docente era ancora più severa della mia e si compiaceva di esserlo per fare bella figura davanti alla sua vecchia prof. Ricordo che persino la mia insegnante rimase turbata dall’atteggiamento austero della giovane esaminatrice, tanto che le disse: “Guarda che non devi essere così severa a un esame di Stato, perché non conosci bene gli alunni. Il tuo modo di fare spaventa!”. Alla fine andò bene, ma ancora oggi ricordo l’ansia di quei momenti».

Il mio consiglio: «Io suggerisco di usare gli schemi. Bisogna sintetizzare un intero libro in una sola pagina ricorrendo alle parole chiave. È un metodo che applico anche quando studio un copione. E poi la cosa importante è pensare alle vacanze...».

Alessandro Borghese

Il mio ricordo: «Ho frequentato la scuola americana, perciò non ho conseguito la Maturità tradizionale. Però fin da ragazzino ho sostenuto diverse sessioni di esami e me la sono sempre cavata bene con il mio metodo del “last minute”. In pratica non combinavo niente nei mesi precedenti, poi mi bastavano una ventina di giorni alla fine per recuperare. Devo dire, però, che per quanto riguarda gli scritti ero agevolato: le domande, infatti, erano quelle a risposta multipla».

Il mio consiglio: «Sono contrario allo studio di gruppo e convinto che per riuscire bene ci voglia metodo. Faccio un esempio usando la mia arte, la cucina: il cervello riesce a memorizzare quattro sapori. La stessa cosa avviene con lo studio. Bisogna incamerare non mille ma poche informazioni alla volta per dare modo al cervello di farle sue».

Antonella Clerici

Il mio ricordo: «La sera prima degli orali andai a vedere un concerto. Una scelta fortunata visto l’esito positivo della prova d’esame».

Il mio consiglio: «Aver paura è normale ma se studiate bene eviterete di arrivare stressati al grande giorno».

Barbara De Rossi

Il mio ricordo: «La paura unita all’ansia è stata la colonna sonora di quel mesetto. Ricordo di non aver chiuso occhio sia la notte precedente gli scritti sia quella prima degli orali. Continuavo a chiedermi se sarei stata in grado di rispondere a tutto. Avevo delle certezze sulle mie materie preferite, ma tanta apprensione per quelle che non mi erano mai piaciute. Comunque, nonostante l’ansia, me la cavai bene. A differenza di alcune compagne, non volli essere accompagnata e agli orali mi presentai da sola».

Il mio consiglio: «Bisogna cercare di svagarsi un po’ la sera prima e dormire un numero sufficiente di ore. Quello che si studia bene alla fine resta in mente».

Max Giusti

Il mio ricordo: «Ho frequentato lo Scientifico ma mi sono fermato in quarta, per cui ho evitato il peggio! Conoscendomi, sarei andato nel pallone. Ho cambiato scuola e preso un attestato professionale. Comunque, gli esami si affrontano ogni giorno…».

Il mio consiglio: «Studiate! Anche se non avete voglia, prendete il diploma!».

Salvatore Ficarra

Il mio ricordo: «Sono passati tanti anni, ma quei giorni non li dimenticherò mai. I pomeriggi passati con un paio di compagni a studiare, progettare, approfondire, calcolare e... sperare. Poi tutto si consumò in un attimo: non trovammo nulla per ricattare il Presidente della commissione e copiammo i temi come tutti».

Valentino Picone

Il mio ricordo: «Dei giorni precedenti l’esame ricordo solo le lunghe e infinite telefonate con i compagni per mettere a punto le strategie da usare contro la temuta commissione d’esame: vestirsi in modo né appariscente né sciatto; combattere la puzza di sudore con profumi, non troppo decisi però; non mostrarsi nervosi ma neanche sicuri di sé; rispondere alle domande dopo avere riflettuto un po’ per non dare l’impressione di ripetere a memoria come un pappagallo; sorridere non tanto; mostrarsi umili ma non arrendevoli. Fui promosso, ma non saprò mai se quelle telefonate siano servite o meno. Però capii che i veri problemi nella vita cominciano subito dopo gli esami di Maturità: quando arriva la bolletta del telefono».

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