Miriam Leone: da «1993» a «Non uccidere»

È un momento d’oro per l’attrice, protagonista di una curiosa «staffetta televisiva», con Valeria Ferro torna in tv il 12 giugno (ma è già su Raiplay)

Miriam Leone
8 Giugno 2017 alle 11:47

Miriam Leone osserva il registratore digitale che le metto sotto il naso prima di cominciare l’intervista. Non è di ultima generazione e chiede tra il divertito e il preoccupato: «Sicura che funzioni? Non vuole usare anche il cellulare per sicurezza?». Ma no, il «vintage» non tradisce mai. Ed esce fuori l’amore di Miriam per il vintage appunto, per le cose tradizionali. «Non riesco a prendere appunti sul computer, amo scrivere con carta e penna. Giro con un taccuino in borsa e trovo sempre un motivo per comprare quaderni e penne: sono una mia passione». Intanto, il registratore «d’epoca» funziona...

Miriam, questa settimana la vediamo su Sky per l’ultima puntata di «1993», mentre il 12 giugno comincia la seconda stagione di «Non uccidere» (che è già visibile per intero su RaiPlay). È come una staffetta: che effetto le fa passare il testimone a se stessa?
«È divertente: la spregiudicata showgirl Veronica Castello e la brusca Valeria Ferro, ispettore della Omicidi, non hanno punti di contatto. È interessante confrontare le due esperienze. Per Veronica ho lavorato sull’eccesso, per Valeria in sottrazione».
Il pubblico la segue in tv. Lei si rivede?
«No. E quando lo faccio è perché me lo impongo: c’è sempre qualcosa che si può migliorare. Ma “Non uccidere” è particolare».
Cosa intende?
«È una serie che mi piace proprio. Non che le altre mi piacciano meno, ma questa è di un genere che amo. E come ho guardato “The Killing” o “Top of the lake” tutte d’un fiato, “Non uccidere” la seguo facendo finta che quella lì non sia io. Nelle scene che mi riguardano magari vado in bagno o preparo da mangiare».
Sarà sempre ai fornelli, dal momento che è la protagonista!
«Mi sono subito innamorata di questo personaggio perché è una donna contemporanea. Una che non si trucca per andare al lavoro. Non vedi personaggi che si alzano dal letto la mattina, truccati e “parruccati” con l’effetto Sally Spectra, buonanima».
Come ritroviamo Valeria?
«All’inizio va tutto bene, ha un nuovo amore che è il collega Andrea Russo interpretato da Matteo Martari. I conti con la madre si sono ormai chiusi e per il momento Valeria ha messo una pietra sopra le indagini sul suo passato. Ma la madre scompare e questo creerà un effetto domino per cui Valeria dovrà rivalutare la sua vita. Arriveranno nuovi personaggi dal suo passato: alcuni saranno amici, altri feroci. E dalla seconda puntata c’è una vera discesa agli inferi e uno sconvolgimento totale del suo personaggio. Un lavoro di interpretazione difficile e bellissimo».
Ha anche cambiato colore di capelli per Valeria.
«Sì. Da rossa sono diventata mora».
È stato traumatico?
«Il trucco e “parrucco” di Valeria sono studiati per scavarmi, per rendermi più realistica possibile. Di solito le luci e il trucco imbelliscono, in questo caso il lavoro è opposto: far venire fuori i miei difetti. La prima volta che mi sono rivista mi sono detta: accidenti!».
E pensare che non ama rivedersi...
«Già. Ma poi questo mi ha dato forza e ora mi preoccupo meno di come appaio. E di questo sono grata».
Rimarrà mora?
«Non credo. Probabilmente per esigenze di copione i miei capelli dovranno tornare rossi. Ma vedremo».
Lei ha cominciato la carriera di conduttrice. A un certo punto, nonostante il successo, ha deciso di dedicarsi alla recitazione.
«La costruzione dell’identità è un processo lungo. È una continua scoperta, capisci quello che sei e che non sei, quello che ti piace e che non ti piace. Sbagli, cadi, ti rialzi, è un’evoluzione. E quando cominci a sentire qual è la tua identità e hai il coraggio di guardarla e assecondarla, allora sei un po’ più vicino alla felicità».
Che cosa la rende felice?
«L’amore per me stessa, da cui passa l’amore per il prossimo. E io mi prendo cura di me».
In che modo?
«Mi piace leggere, vivere la natura, stare con gli amici... Le piccole cose di ogni giorno senza pensare a quello che manca, ma godendosi quello che si ha».

Nuovi colpi di scena per Valeria

Valeria Ferro è ispettore della Omicidi della Squadra mobile di Torino ed è specializzata in delitti familiari. Valeria è giovane, ma ha un intuito fuori dal comune e una ossessione per la verità, sviluppata nel suo passato. Quando era adolescente, la madre Lucia è stata condannata per l’omicidio del marito. Nella prima stagione della serie, con l’uscita di Lucia dal carcere, Valeria ha cercato di scoprire la verità sulla morte del padre. Ma nel finale, la rivelazione: quell’uomo non era suo padre.

Subito su Rayplay

Le prime sei puntate della seconda serie partono il 12 giugno su Raidue, mentre le altre sei arriveranno dopo l’estate. Su RaiPlay, invece, le prime sei sono già disponibili.

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