Parla Camila Raznovich, conduttrice di “Il Kilimangiaro”

Ogni domenica pomeriggio su Raitre Camila resta in onda per quasi quattro ore conducendo lo storico programma di viaggi di Raitre

Camila Raznovich
10 Gennaio 2016 alle 10:30

Camila, lei è in onda tutta la domenica pomeriggio di Raitre, per quasi quattro ore con "Il Kilimangiaro". Soddisfatta?

«Sì, anche se penso che il programma dovrebbe durare un'ora di meno».

Primo bilancio di questa seconda edizione?

«Stiamo andando alla grandissima. Lo scorso anno mi ero dovuta adattare io al programma: la scarpa era bella ma non era la mia e d'altronde arrivavo in corsa. Già quest'anno la trasmissione è cambiata e la sento molto più mia. E gli ascolti stanno andando bene».

Non è facile di questi tempi fare una trasmissione di viaggi: date molto spazio all'attualità.

«Sarebbe strano, e perfino ridicolo, far finta di niente. Siamo un programma sul mondo, dobbiamo dire quello che succede, dove si può andare, dove no e perché».

Siete andati in onda anche dopo gli attentati di Parigi: perché?

«Era giusto farlo. È stato tosto, erano passate meno di 48 ore. Certo, abbiamo messo mano alla scaletta ma la cosa più difficile era trovare il tono giusto: non potevamo fare la tv del dolore o le faccette, ma nemmeno far festa. Ecco, credo che quella domenica il tono giusto lo abbiamo trovato».

Come si svolge la sua settimana lavorativa?

«Dal martedì al venerdì lavoro con la redazione del programma a Roma, dove mi sono trasferita con le bambine mentre mio marito è rimasto a Milano. Il sabato e la domenica sono a Napoli per le prove e la messa in onda».

Quando non parla di viaggi ma li fa, che tipo di viaggiatrice è?

«Molto spontanea, mi adatto praticamente a tutto».

Mare, montagna, campagna o lago?

«Mi piace il mare, ho una casa in campagna e ora sono in montagna. Inoltre sono una vera cittadina: adesso abito a Roma ma ho vissuto a Milano, New York e Londra. Ecco, forse il lago mi piace meno».

Preferisce viaggiare in aereo, treno, autobus?

«Detto che l'aereo serve per superare distanze che altrimenti richiederebbero settimane, sono una a cui piace stare con i piedi per terra e con il naso appiccicato al finestrino. Ho viaggiato in autobus per due mesi, lungo le Ande. E sono anche una grande camminatrice».

Il viaggio si pianifica, o si parte e poi si vedrà?

«Adesso mi sono abituata a pianificare almeno la prima settimana. In passato partivo più all'avventura».

Con Viola e Sole, le sue figlie, ha già fatto viaggi importanti?

«Sì, siamo stati ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, in Israele, a Mauritius?».

E con i bagagli che rapporto ha?

«Zaino e niente di più dello stretto necessario».

Guida di viaggio cartacea o smartphone?

«Ho bisogno della carta. Mi piace consultare la guida, segnare le cose importanti, viverla durante il viaggio. Un domani, magari?».

Una stupidaggine in viaggio che non rifarebbe mai più?

«Sulle Ande. Arrivai alle tre di notte in un paesino e in giro c'erano delle facce bruttissime. Spaventata, piansi di gioia quando la proprietaria dell'albergo, malgrado l'ora, mi aprì».

La classica ragazzata. Ma da grande cosa vuol fare?

«Grazie per il ?da grande?. Ho iniziato nel 1995, ho fatto tantissima gavetta, anche molto divertente, ma ora ?gioco? nel campionato più importante e qui vorrei rimanere!».

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