Perché ci piace tanto imitare i nostri idoli pop quando siamo in macchina? L'abbiamo chiesto a una psicoterapeuta e abbiamo scelto 10 brani per sfogarsi al volante
La prima versione ufficiale italiana di «Carpool karaoke» arriva su Italia 1 in seconda serata, a partire da giovedì 27 aprile. Alla guida ci sarà il rapper Jake La Furia e per l'occasione ci siamo chiesti: perché ci piace così tanto imitare i nostri idoli pop quando siamo in macchina?
L’abbiamo chiesto alla psicoterapeuta Maria Rita Parsi. «L’auto è un “contenitore” nel quale ci si sente protetti e meno vulnerabili, per questo esprimiamo libertà attraverso il canto» spiega. «Il viaggio in macchina è metafora della vita perché c’è al tempo stesso l’avvolgimento embrionale della nostra nascita e l’autonomia dell’età adulta. Il passeggero firma un patto non scritto di fiducia in chi guida, per questo cantare viaggiando facilita la condivisione delle proprie emozioni». A sottolineare l’importanza di questo gesto quotidiano è la cantante e canto-terapeuta Anna Chiara Farneti: «Tutti pensano che il posto dove si canta di più è sotto la doccia, invece è l’auto, anche quando pensiamo (sbagliando) di essere stonati» spiega. «Cantare in macchina è gratificante perché crea un effetto simile al microfono, fa sentire le vibrazioni della nostra voce dandoci forza». In compagnia gli effetti benefici del canto sono ancora più evidenti. «Cantare produce endorfine, gli ormoni della gioia, così quando l’esperienza è condivisa l’influsso non arriva solo alle orecchie degli altri, ma a tutto il loro corpo» aggiunge la Farneti. «Riduce lo stress e crea un canale di comunicazione con gli altri, un legame più profondo del parlarsi perché affronta un tabù, la vergogna di far sentire la propria voce nel canto. Intonare un brano in un luogo così “di contatto”, anche senza volerlo, comunica all’altra persona chi siamo veramente».
