Tiberio Timperi, dopo «Unomattina in famiglia» condurrà «Unomattina Estate»

A Sorrisi dice: «Alzarmi alle 4.30? È un piacere! Dico sul serio, non mi pesa. Sono fortunato, ho trasformato una passione in mestiere e quindi... è come se non avessi mai lavorato»

Tiberio Timperi
18 Maggio 2017 alle 13:11

Tiberio Timperi è reduce da una stagione di ascolti record con «Unomattina in famiglia» in coppia con Ingrid Muccitelli (in onda il sabato e la domenica mattina su Raiuno fino all’11 giugno). Ma invece di pensare alle vacanze, si sta già preparando per «Unomattina Estate», di cui dal 5 giugno sarà il padrone di casa. Al suo fianco, il mezzobusto del Tg1 Valentina Bisti.

Tiberio, sono 20 anni che lei è un volto di punta della Rai. Con quale spirito si prepara alla versione estiva di «Unomattina»?
«Con spirito di servizio e orgoglio, anche perché lavoro su Raiuno e collaboro con il Tg1 di Mario Orfeo. Scusate se è poco…».
Cominciamo dall’inizio, ma lei voleva fare il giornalista sin da bambino?
«Sì, esattamente. Da piccolo avevo la passione per la radio. Ricordo che andavo a letto con la radiolina sotto il cuscino che trasmetteva “Supersonic” (un programma musicale di Radio 2, ndr). Alla fine degli Anni 80, poi, sono diventato giornalista professionista a Telemontecarlo. Mi piaceva, come mi piace ancora oggi, raccontare la realtà e le storie».
I suoi genitori l’hanno sostenuta nelle sue scelte o sognavano altro per lei?
«Loro hanno vissuto l’ultima parte della guerra e il dopoguerra, per cui hanno sviluppato una mentalità più pragmatica. Per me sognavano la laurea e il posto fisso. Il “pezzo di carta” che avrebbe potuto garantirmi una certezza economica».
Da Telemontecarlo poi è passato a Mediaset.
«Mentre a Telemontecarlo mi occupavo della guerra del Golfo (1990 e ‘91, ndr), venni arruolato da Mediaset che era in piena campagna acquisti».
Che ricordi ha degli anni trascorsi nelle reti del Biscione al fianco di Claudio Brachino ed Emilio Fede?
«Ho lavorato per “Studio Aperto” e per il “Tg4”, redazioni guidate da Emilio Fede e, solo per una breve parentesi, da Arturo Diaconale. Sono stato gomito a gomito con Claudio Brachino, al quale mi lega un rapporto di stima e amicizia. Ho dei bei ricordi, sia perché eravamo tutti molto più giovani sia perché stavamo scrivendo la storia di Mediaset. Ci davamo un gran daffare per non essere secondi al Tg5. Con Fede, e non è un mistero, non ci siamo mai presi. Ma gli riconosco una sua umanità di fondo e il fatto di essere un purosangue della notizia».
Dopo la carriera giornalistica per lei si sono aperte le porte dell’intrattenimento. Un destino che ha accomunato tanti suoi colleghi.
«Già, Massimo Giletti e Michele Cucuzza, aggiungerei anche Alberto Castagna, Piero Angela, Mino Damato, Piero Badaloni, Luca Giurato, Alessandro Cecchi Paone. Il passaggio all’intrattenimento è stato desiderato. Dopo l’esperienza al tg sentivo il bisogno di uscire dal seminato e di alimentare quella parte più ludica del mio temperamento che il telegiornale inevitabilmente mi toglieva».
Senza nulla togliere agli altri, lei con Giletti e Cucuzza formavate i «fantastici tre» per via anche di un gradevole aspetto fisico.
«A onor del vero c’era anche Armando Sommajuolo. La cosa mi fa ancora sorridere».
Ha condotto in coppia con partner femminili tanti programmi. Come si è trovato? Cominciamo da Amanda Lear a Mediaset.
«La Lear? Simpatica e matta come un cavallo. Enrica Bonaccorti era simpatica e disponibile. In Rai ho lavorato con Ela Weber, deliziosa e generosa. Stefania Orlando la ricordo sempre al suo posto, educata. Roberta Capua, omaggiando la sua napoletanità, è “nu babà”. Francesca Fialdini è la conduttrice della porta accanto. Con Adriana Volpe nessuna querela (si riferisce al contenzioso tra Adriana Volpe e il collega di programma Giancarlo Magalli, ndr)! E la mia compagna di lavoro attuale, Ingrid Muccitelli, è un altro “babà”».
Con Miriam Leone sembravate in sintonia.
«Se la sensazione è stata quella significa che eravamo entrambi ottimi attori» (sorride).
Ha lavorato anche con Barbara d’Urso.
«Molto determinata. A Mediaset ha raggiunto la sua maturità. Porta a casa un sacco di ascolti. Come direbbe George Clooney nei famosi spot: “What else?”».
E si è messo alla prova anche come attore.
«Me la sono andata a cercare. In America, al contrario dell’Italia, bisogna saper fare di tutto. E il giudizio sovrano è quello del pubblico. Paola Cortellesi è la prova che un artista può fare bene più cose».
Carlo Conti l’ha indicata come un suo possibile erede per il Festival di Sanremo. Ne sarà onorato.
«Carlo è uno degli uomini più generosi e competenti del nostro ambiente. Ed è estraneo a qualsiasi tipo di invidia. Una vera persona perbene. Le sue dichiarazioni mi hanno fatto molto piacere».
Suo figlio Daniele è attratto dal mondo della televisione?
«Per niente. Ama il mondo dei fumetti».
Ora le toccherà continuare a svegliarsi alle 4.30 del mattino...
«Con tutta la gente che c’è a spasso io mi ritengo un privilegiato. Essendo poi pigro e pantofolaio, non mi pesa. È una vita che non esco più il venerdì e il sabato sera ma va bene così. Mi reputo fortunato perché ho trasformato la mia passione in lavoro e quindi, di fatto, è come se non avessi mai lavorato!».

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