Roberta Capua: «Le mie ricette di Pasqua»

Ha vinto Celebrity MasterChef e non si ferma qui: «Ora lancio un blog di cucina», ecco le sue ricette speciali per il vostro pranzo di Pasqua

Roberta Capua in semifinale a Celebrity Masterchef
14 Aprile 2017 alle 14:54

Più famoso di un MasterChef c’è solo un «Celebrity MasterChef». E così, dopo il trionfo del diciottenne Valerio nell’edizione tradizionale dello show, ecco arrivare quello di Roberta Capua nella versione riservata ai volti famosi. Lei giura che non se lo aspettava: «Non avevo neppure pronto un menu per la finale. Ho dovuto inventarmelo in fretta e furia!».

Roberta, che effetto fa la vittoria?
«Una scarica di adrenalina fortissima. Anche se devo confessare che la soddisfazione più grande è arrivata prima, quando ho indossato il completo bianco con sopra il mio nome. Lì mi sono sentita una chef laureata».

Con Nesli è stata una finale combattuta all’ultimo boccone. Il momento decisivo?
«Credo che il mio dessert vegano abbia sorpreso tutti. Lì ho rischiato. Già mi immaginavo i commenti tipo: “Senza latte, senza uova e senza zucchero... ma questa dove pensa di andare?”».

C’è stato un momento in cui ha temuto il peggio?
«Quando ho bruciacchiato le bucce di limone caramellate. Temevo di non fare in tempo a rimediare. Due ore e mezza sembrano tante, ma tra i fornelli volano. Però il punto più basso l’avevo toccato in una puntata precedente con la mia vellutata di patisson (un ortaggio di cui non conoscevo neppure l’esistenza!) decorata da un uovo in camicia al nero di seppia. Ero così orgogliosa del piatto che quando me lo hanno solennemente bocciato mi è crollato il mondo addosso e ho pensato: “Oddio, ma allora non ci capisco niente”. Invece poi...».

Ha dimostrato il contrario. E tra i giudici con chi ha legato di più?
«Cannavacciuolo, per le comuni origini napoletane. Ma anche Barbieri è stato tanto carino. Quando mi ha detto: “Un fritto così non si mangia neanche da Cracco” mi sono sentita in paradiso».

Quindi il più severo è...
«Bastianich. Ma forse è colpa della lingua. Non parla bene l’italiano e usa le prime parole che gli vengono in mente, e spesso non sono le più diplomatiche».

Il lancio di piatti non è un problema di traduzione.
«Per fortuna io ho visto solo un lancio di petali. Quelli con cui Magnini aveva decorato un piatto, in una scena che poi è stata tagliata. Non gli sono piaciuti molto».

Un trucchetto che le hanno insegnato i giudici e prima non conosceva?
«Usare l’acqua di cottura di cozze e vongole come fosse un sugo, per insaporire la portata».

A chi devolverà i 100 mila euro di premio?
«All’associazione “Save the children”, di cui sono anche testimonial da anni».

E il prossimo talent quale sarà? Ha altre doti nascoste da sfoderare?
«Adesso voglio concentrarmi sulla cucina! Sto per lanciare il mio blog Cottografando.it, dove metterò tutte le mie nuove ricette. E “MasterChef” mi ha fatto venire un sacco di nuove idee...».

Ma chi le ha insegnato a cucinare?
«La prima maestra è stata la tata Anna. Mi conosce da 48 anni, cioè da quando sono nata».

E le fa ancora da tata?
«No, ma mi fa ancora la sua parmigiana di melanzane. Ed è ancora il piatto più buono del mondo».

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