Per i 125 anni dalla nascita del grande regista Rete 4 manda in onda "Psyco". E gli omaggi al genio del cinema non finiscono qui...
Sono già 125 anni. Più di un secolo di paura. Infatti Alfred Hitchcock, “il Maestro della suspense”, nacque a Londra il 13 agosto 1899 e diresse il suo primo film nel 1925. Per festeggiare questa ricorrenza Rete 4 trasmette proprio il 13 agosto il classico dei classici del brivido: “Psyco”. E noi su questo capolavoro vi forniamo qualche curiosità per prepararvi al meglio.
A basso costo
Hitchcock diresse “Psyco” (1960) in bianco e nero per due ragioni: non impressionare troppo il pubblico col colore del sangue e risparmiare sui costi. Per abbassarli ancora utilizzò le stesse maestranze della serie televisiva “Alfred Hitchcock presenta”, quella che aveva come simbolo la sagoma stilizzata del regista.
Sette giorni in doccia
Per girare la scena dell’omicidio nella doccia, che dura poco più di due minuti, furono necessari sette giorni di riprese. E quando uno spettatore scrisse lamentandosi che la figlia, traumatizzata dal film, non voleva più fare né la doccia né il bagno, la risposta del regista fu: «Allora le consiglio di lavarla a secco».
Una casa spaventosa
Altro simbolo del film è la casa in stile gotico americano del protagonista Norman Bates (interpretato da Anthony Perkins). Hitchcock la fece costruire “copiando” un quadro del pittore Edward Hopper. Ancora oggi è la maggiore attrazione dei tour turistici agli Universal Studios di Los Angeles.
Emigrante
Se Charlie Chaplin arrivò da Londra per insegnare agli americani a ridere, Hitchcock lo seguì per insegnare loro a tremare (mantenendo sempre un pizzico di humour britannico, però). Il Maestro diresse i suoi primi 23 film in Europa e sbarcò a Hollywood nel 1939, dove diresse “Rebecca - La prima moglie” (1940).
Innamorati sul set
Ad accompagnarlo oltreoceano c’era la moglie Alma Reville, conosciuta nel 1923 sul set del film muto “L’ultima danza”: lui era l’aiuto regista e l’assunse come montatrice. Da allora Alma divenne la sua inseparabile spalla, lavorando alle sceneggiature dei film del marito e apparendovi anche come attrice in una piccola parte.
I camei
Parti piccolissime (veri e propri camei) sono invece quelle che Hitchcock si ritagliava in ogni suo film, sfidando il pubblico a riconoscerlo. Forse la più divertente è quella di “Prigionieri dell’oceano” (1944), dove appare nella versione “prima” e “dopo” sulla pagina di un giornale che pubblicizza una crema dimagrante (il regista sfiorava i 130 chili di peso). Invece in “Gli uccelli” (1963) è un passante che porta a spasso due cagnolini.
Gli animali...
Hitchcock era infatti un amante degli animali e li utilizzò fin dal suo primo film, “Il labirinto delle passioni” (1925), dove le scene comiche erano affidate a un amabile cane. Ben più inquietanti sono i corvi con cui volle farsi fotografare nel 1963 per lanciare il film “Gli uccelli”.
...e gli attori
Fu forse questo amore che lo spinse a una frase impertinente, al limite dell’insulto: «Tutti gli attori sono bestiame». In realtà il regista era profondamente affezionato ai suoi interpreti preferiti, e cioè Cary Grant, Joan Fontaine, James Stewart e Grace Kelly. Quando quest’ultima decise di abbandonare il cinema per diventare la Principessa di Monaco, fece di tutto per dissuaderla e convincerla a girare “Marnie” (1964). Ma non ci fu nulla da fare: una principessa non poteva interpretare una ladra!
La “suspense”
Naturalmente il più importante marchio di fabbrica del cinema di Hitchcock è la “suspense”. «A me non interessa tanto scoprire chi è il colpevole e spesso lo mostro fin dalle prime immagini; a me interessa la suspense» diceva. E per spiegare meglio il concetto faceva questo esempio: «Noi stiamo parlando e c’è una bomba sotto questo tavolo. Non accade niente di speciale e tutto a un tratto boom, l’esplosione. Il pubblico è sorpreso... Ora veniamo alla suspense. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa! Sa che la bomba esploderà all’una e sa che è l’una meno un quarto! Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico 15 secondi di sorpresa al momento dell’esplosione. Nel secondo gli offriamo 15 minuti di suspense».
Il MacGuffin
Tra i trucchi del regista per creare suspense c’è anche il “MacGuffin”, che definiva così: “Il MacGuffin non è nulla”. Si tratta cioè di un puro pretesto per scatenare l’azione dei personaggi, come i soldi rubati proprio in “Psyco”, o come il “signor Kaplan” che Cary Grant cerca in “Intrigo internazionale” (1959) e che infatti... non esiste!
Da non perdere
A proposito di “Intrigo internazionale”: andrà in onda su Iris mercoledì 21 agosto alle 21.10. Inoltre sulla piattaforma Now sono disponibili ben sei titoli del Maestro: “Gli uccelli”, “Nodo alla gola” (1948), “La finestra sul cortile” (1954), “La donna che visse due volte” (1958), “Topaz” (1969) e “L’uomo che sapeva troppo” (1956), mentre su Prime Video potete invece trovare “La signora scompare” (1938).