Principe delle commedie romantiche, è protagonista di film come Notting Hill e Scrivimi una canzone. Ecco, allora, dieci pellicole da recuperare

Hugh Grant è protagonista al cinema con Meryl Streep in «Florence», ma quello di Clair Bayfield è solo uno dei suoi tanti ruoli. L'attore finora di sorprese ne ha riservate a bizzeffe. Nella sua turbolenta vita privata, certo, ma soprattutto sul grande schermo.
Ecco dieci dei suoi film che hanno fatto ridere e piangere, spesso nella stessa scena. Si è trasformato nell’eroe romantico che popola le fantasie di diverse generazioni e riesce ad esserci persino quando non c’è, come in Bridget Jones’s Baby.
Ha diviso la scena con le attrici della A-list di Hollywood, da Julia Roberts, diva atipica in «Notting Hill», a Drew Barrymore, nevrotica scrittrice in erba in «Scrivimi una canzone», passando a Sandra Bullock in «Two weeks notice», dove interpreta un miliardario infantile e capriccioso. Indeciso in amore o gentiluomo d’altri tempi, padre temporaneo e marito premuroso in Florence, ecco i 10 film con Hugh Grant che non ci stanchiamo mai di vedere. . Come resistergli? Praticamente impossibile…

Ragione e sentimento
Ang Lee lo ha dipinto come il gentiluomo perfetto, delicato e naive, nell’adattamento di «Ragione e sentimento», uno dei capolavori di Jane Austen. Del suo personaggio, l’ereditiere Edward Ferrars, s’innamora Elinor Dashwood, incarnazione vivente della razionalità. È la classica ragazza con la testa sulle spalle che deve occuparsi della famiglia in assenza del padre e senza una dote: le dà il volto Emma Thompson, sua grande amica (la ritroverà assieme ad Alan Rickman varie volte nel suo cammino professionale e in «Love Actually»). Con Kate Winslet nei panni dell’appassionata e poco lungimirante Marianne e Gemma Jones in quelli della sua svampita madre, il cast vanta un gruppo di attori britannici tra i più stimati anche oltre oceano. E Mr. Palmer è interpretato da Hugh Laurie, prima delle bizzarre diagnosi del «Dr. House». Il film è un affresco pieno di contrasti, con personaggi squisiti e paesaggi incantevoli, e Hugh Grant risulta davvero credibile come sensibile e timido rampollo dalle idee sentimentali un po’ confuse.

Notting hill
Una delle commedie romantiche più amate di tutti i tempi, «Notting Hill», ha reso iconico un intero quartiere di Londra, ma soprattutto la famosa casa dalla porta blu dove Hugh Grant, alias William Thacker, vive con un improbabile coinquilino che scambia la mayonese per lo yogurt, Spike (Rhys Ifans), e va in giro con la sua muta da sub perché non ha voglia di lavare i vestiti. In una delle noiose mattinate nella sua libreria di viaggi, tristemente vuota, William si incontra/scontra con la diva di Hollywood Anna Scott (Julia Roberts), in incognita in città tra un ciak e l’altro del suo ultimo film. Lei è sofisticata, ricercata, affascinante e ricchissima e accetta come primo appuntamento una cena surreale per il compleanno della sorella di lei. L’incontro si preannuncia a dir poco esplosivo per culminare in uno dei momenti più sentimentali mai visti al cinema, dove lui si arrampica a suon di “perdindirindina” sul cancello di un giardino privato per poi esplorarlo con lei. Questa love story improbabile tra l’uomo comune e la star procede tra altri e bassi, rocamboleschi inseguimenti, tenerezze impreviste e tanto senso dell’umorismo.

Il diario di Bridget Jones
«Il diario di Bridget Jones» racconta la storia della single che tutte le donne ad un certo punto della loro vita sono state. Ispirato dall’omonimo romanzo di Helen Fielding, è diventato una trilogia cinematografica ormai iconica con Renée Zellweger. Ha una madre ingombrante con crisi di mezza età, amici un po’ folli e un lavoro frustrante… se non fosse per il sexy capo, interpretato proprio da Hugh Grant. Latin lover impenitente, Daniel Cleaver non resiste alla tentazione di sedurla. Irresistibilmente esilarante resta la scena in cui lui scopre i famosi mutandoni della nonna, ossia la pancera color carne che Bridget usa per le uscite importanti. La vita sentimentale della protagonista diventa inaspettatamente affollata quando Mark Darcy, ex vicino di casa della madre e ora avvocato per i diritti umani appena divorziato, fa il suo ingresso in scena. Il triangolo amoroso è a dir poco sorprendente e corona i sogni rosa di tutte le Cenerentole moderne alla ricerca del principe azzurro.

Quattro matrimonio e un funerale
È questo il primo film che segna il sodalizio artistico tra lo sceneggiatore Richard Curtis e Hugh Grant, adorabile imbranato protagonista del film. Interpreta Charles, un single con poca fortuna e un gruppo di amici strampalati, altrettanto sprovvisti di partner e alla disperata ricerca di qualcuno con cui dividere la vita. Le nozze altrui allora diventano l’occasione perfetta per gli incontri e, tra un voto nuziale e un lancio del bouquet, tutto, ma davvero tutto può succede come l’incontro tra Charles e Carrie (Andie MacDowell), misteriosa e affascinante donna da cui non riesce a tenersi lontano. Chi invece gli sta un po’ troppo addosso è la ex fidanzata Henrietta (Anna Chancellor), ribattezzata ‘faccia di chiulo’ dalla sua amica Fiona (Kristin Scott Thomas). Imprevedibile, toccante, divertentissimo: condito con l’umorismo nero che solo i britannici sanno sfoggiare di fronte ad una salma, questa storia d’amore fuori dal comune rimane comunque indimenticabile.

Love actually - l'amore davvero
«Love actually – L’amore davvero» è uno dei film di Natale più adorabili degli ultimi anni. E non solo perché comprende un cast d’eccezione, tra i protagonisti ma anche tra i personaggi secondari, tra cui Martin Freeman. Nel countdown che separa al 25 dicembre a Londra succede davvero di tutto e mentre l’ex rock star Billy Mack (Bill Nighy) cerca di tornare alla ribalta delle classifiche contro la boyband dei Blue, un gruppo di amici intreccia problemi di cuore e faccende lavorative. Il marito fedigrafo, il ragazzo che ama segretamente la moglie del migliore amico e il patrigno di un teenager alle prese con il primo amore sono solo alcune delle storie raccontate con un tocco di classe davvero invidiabile. E Hugh Grant indossa i panni di un primo ministro inglese davvero sopra le righe, che balla a Downey Street e si lascia andare a commenti fuori luogo in ogni circostanza, da quelle informale a quelle ufficiali. L’amore però è nell’aria, proprio come il Natale, e contagia tutti e nelle circostanze più improbabili.

Scrivimi una canzone
Ve lo immaginate Hugh Grant come una popstar? Ebbene, succede anche questo nella sua filmografia. In «Scrivimi una canzone» è Alex Fletcher, un ex idolo delle adolescenti che vive di rendita da qualche decennio. Si esibisce alle sagre di paese con il sostegno dell’irriducibile manager, ma ha bisogno di rispolverare il passato per restare a galla. Per una serie di circostanze fortuite s’imbatte in Sophie (Drew Barrymore), una scrittrice in erba dai sogni infranti che lui vuole assoldare come paroliere per la sua prossima hit da poter cantare con la star del momento, la giovane new age Cora Corman. La collaborazione improbabile tra i due si trasforma in una complicata relazione sentimentale che tocca i nervi scoperti e le insicurezze di entrambi. Nota: non perdere la mossa del bacino di Hugh Grant che mai si era messa in gioco così tanto.

About a boy
La commedia, tratta dall’omonimo romanzo di Nick Hornby, vede Hugh Grant nell’insolita veste di papà involontario. Si parte infatti da un ruolo che ha rivestito varie volte, quello del ricco viziato e annoiato, per cambiare totalmente tono quando incontra Marcus (Nicholas Hoult), un bambino che stravolge le sue abitudini da single ed eterno Peter Pan. Il dodicenne ha alle spalle il tentato suicidio della madre e solo l’incontro assurdo con Will gli permetterà di voltare pagina, non prima però di aver spazzato via come un uragano tutte le certezze del protagonista.

Two weeks notice
Scritta e diretta da Marc Lawrence, questa commedia ha esordito negli Stati Uniti nel weekend d’apertura subito dopo «Il signore degli anelli – Le due torri». L’impresa, va detto, sfiora l’impossibile eppure la strana coppia formata da Sandra Bullock, l’avvocato un po’ hippie Lucy Kelson, e Hugh Grant, il milionario immaturo George Wade, funziona alla grande. Gli opposti si attraggono e mai caso fu più vero. Lui è il volto di un’impresa a sette zeri ma si rifiuta di fare il lavoro sporco, di cui invece si sobbarca il fratello. Non solo: si ostina a collezionare sedicenti legali, tutte donne, guardando il girovita e il de collette come uniche referenze. Per la prima volta, insomma, si trova testa a testa con una professionista caparbia e preparata e, dopo un compromesso, la assume. Il rapporto tra i due è a dir poco sconclusionato e alla fine lei molla tutto, delusa dai comportamenti instabili del suo capo. Gli dà però le due classiche settimane di preavviso a cui il titolo fa riferimento, per trovare una sostituta. Nulla, però, è come sembra…

Operazione U.N.C.L.E.
Guy Ritchie dirige questa spy story con il suo solito tocco di genio che ha pensato a Hugh Grant per l’insolito ruolo del pezzo grosso dell’MI6, i servizi segreti inglesi che tira i fili di una delicatissima operazione sotto copertura, ambientata negli Anni Sessanta. I protagonisti sono un agente del KGB Illya Kuryakin (Armie Hammer) e Napoleon Solo (Henry Cavill), ex ladro trasformato in agente CIA. La strana collaborazione tra questi due, con l’aiuto della frizzante Gaby (il Premio Oscar Alicia Vikander), procede tra pericoli mortali, intrighi internazionali e atmosfere romanissime. Non a caso uno dei misteriosi protagonisti, Alexander Vinciguerra, è interpretato da Luca Calvani. Nonostante il ruolo di Hugh Grant sia da comprimario, sa sempre come aggiungere quel tocco indescrivibile e raffinato che fa ancora tremare le gambe al suo pubblico.

Florence
Il nuovo progetto di Hugh Grant si chiama «Florence» e lo vede nei panni dell’opportunista marito di Meryl Streep, una donna deliziosa ma che si ostina a cantare pur essendo stonata come una campana. L’ereditiera Florence Foster Jenkins sogna la lirica e finalmente ha un’opportunità proprio grazie a lui, l’attore St. Clair Bayfield che poi diventa il suo manager. Nei toni brillanti e magici che solo quest’inedita coppia riesce a portare sullo schermo il Natale avrà un sapore diverso: in sala dal 22 dicembre, la storia mette in scena la vicenda incredibile di questa soprano americana che nella prima metà del ‘900 diventa famosa nonostante la mancanza di talento. Solo questi due interpreti straordinari avrebbero potuto inscenare sfumature e contrasti di una storia vera, ma pur sempre surreale, di personaggi tanto indimenticabili.