Barbara Bouchet: «Amore, figli, successo: in Italia ho trovato l’America»

L’attrice ci racconta la sua vita avventurosa, i progetti e... come è finita tra i fornelli di "Celebrity Chef"

12 Agosto 2022 alle 08:29

Barbara Bouchet non si ferma mai. Questa estate ha già lavorato a un film in arrivo (“Diabolik 3”, a Natale), ricevuto un premio alla carriera (consegnatole dal presidente della Lombardia Attilio Fontana) e fatto una comparsata ai fornelli di “Celebrity Chef”, ospite del figlio Alessandro Borghese. Con questi ritmi, non stupisce che abbia una vita tutta da raccontare. E allora cominciamo...

Signora Bouchet, lei ha una storia molto avventurosa! È vero che da bambina fuggì in America con tutta la famiglia?
«Prima, quando ero ancora piccola, dovemmo lasciare la nostra città invasa dai russi. Ci rifugiammo in un paesino della Germania, ospiti di zii. Una stanza per tutta la famiglia, il bagno sul balcone. Io ero la più grande di sei fratelli e facevo da “balia”: appena arrivavano a un anno d’età, la mamma li passava a me. Poi, quando avevo 12 anni, siamo andati in America. Ricordo solo piantagioni immense dove raccoglievo cotone. Appena siamo riusciti a ripagare il viaggio ci siamo trasferiti a San Francisco».

Voleva già diventare un’attrice?
«No. Diedi una mia foto a un ragazzo che mi piaceva e lui la spedì a un concorso per sosia di Sandra Dee. Vinsi. Tra i premi c’era un provino a Hollywood che però non mi fecero mai. E allora mi sono impuntata. Mi trasferii da un’amica, facevo i provini e intanto vendevo scarpe o pollo fritto per mantenermi».

E ha subito lavorato con David Niven, Jack Lemmon e Marlon Brando...
«Neanche sapevo chi fossero ed era meglio così, o mi sarei emozionata troppo. ll film che mi ha reso più popolare è stato la parodia “Casino Royale”, dov’ero Miss Moneypenny, la segretaria di 007».

È stata anche un’aliena in “Star Trek”! Era buona o cattiva?
«Kelinda? Più che altro era un po’ stramba. Mai avrei pensato che la serie sarebbe diventata un cult. Ancora mi invitano alle convention!».

Come c’è arrivata in Italia?
«Nel 1970 il regista Piero Zuffi mi offrì un ruolo nel thriller “Colpo rovente” dopo aver visto una mia foto su “Variety”. Io non ero mai stata in Italia e dissi “ok!”. Poi me ne offrirono un altro, e un altro... e sono ancora qui».

In quegli anni divenne anche una delle regine della “commedia sexy”, un simbolo di seduzione.
«Eppure mi hanno sempre trattato con grande rispetto, forse perché venivo da Hollywood. Invece là ho ricevuto anche proposte indecenti... lo star system americano è spietato, non lo avrei retto a lungo. Qui ho trovato gentilezza. E risate».

I partner più simpatici?
«Ugo Tognazzi e Monica Vitti sul set de “L’anatra all’arancia”. Si facevano gli scherzi cambiando le battute... e io ci andavo di mezzo!».

Poi non ha girato film per quasi vent’anni. Come mai?
«Mi ero stufata di essere un simbolo del sesso. A 40 anni anche no, eh! Però ho fatto tv: sono stata la prima a portare il fitness sullo schermo con “In forma con Barbara Bouchet” e ne vado molto fiera».

Il ritorno di lusso fu in “Gangs of New York” di Martin Scorsese.
«Mi telefonò mia sorella: “C’è Scorsese a Roma per fare un film: sei pronta?” Mi presentai a un provino e Martin mi baciò la mano dicendo: “Davvero accetterebbe un piccolo ruolo”? E perché no? Oggi non pretendo più di fare la protagonista, mi basta recitare e divertirmi».

“Ballando con le stelle”?
«Stupendo ma faticosissimo. Quattro ore al giorno di allenamento! Alla fine ero così contenta di non aver rotto neanche un osso... E Stefano Oradei, il mio compagno, è stato delizioso».

L’abbiamo anche vista duellare ai fornelli con Corinne Clery in “Celebrity Chef”, su Tv8.
«È andata così: Alessandro mi dice che farà un programma con le celebrità. E io: “Mi spiace di non essere una cuoca, finalmente avrei potuto lavorare con te”. “Aspetta mamma, ci parlo io”. Loro hanno detto: “Ma tua madre non cucina!”. E lui: “Sì, però è un’attrice. Se può memorizzare un copione, può memorizzare una ricetta!”. Alla fine quella puntata ha fatto ascolti record. E mi ha fatto capire che fatica fa Alessandro in cucina».

Vi vedete spesso?
«Io sto a Roma e lui a Milano, come l’altro mio figlio Massimiliano. Quando posso vado, anche per fare la nonna di Arizona e Alexandra, le figlie di Alessandro. È buffo, mia mamma non sopportava di essere chiamata “nonna”, io invece lo adoro».

Alessandro sembra proprio nato per lo schermo: ha preso da lei?
«Da me e dal papà napoletano. Luigi era un istrione».

Come l’ha conquistata?
«Lui mi mandava le rose gialle a casa firmando “Mister X”. Poi a una festa si fece avanti ma io feci la preziosa: “Ah, lei è quello dei fiori? Piacere, Barbara” e via. Ero un po’ viperetta... Finalmente accettai un invito a cena: all’arrivo dei paparazzi si dileguò. Questo mi piacque, perché di solito gli uomini volevano essere fotografati al mio fianco per finire sui giornali. Ero corteggiatissima».

Non è mai stato geloso?
«Una volta mi sentì al telefono che dicevo: “38-12-41... ok, ciao”. Mi fece una piazzata: “Di chi è quel numero? Ora lo chiamo!”. E io: “Chiama pure. Sono le scene del copione da studiare”. Poi ho detto che se voleva stare con me doveva dimenticarsi la gelosia. E l’ha fatto».

Possiamo capirlo, però. Lei è stata definita una delle donne più belle del mondo.
«Non esageri. È difficile convivere con questa cosa, sa? Io cerco di non pensare troppo al passato. Ero una bella ragazza. Adesso sono una bella signora».

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