Al cinema è arrivato Money Monster di Jodie Foster che torna dietro la macchina da presa. Ma quanti altri attori stanno provando la carriera da regista?


James Franco
In Italia abbiamo ancora avuto poco modo di apprezzare il lato autoriale di James Franco, che fra cortometraggi, documentari, serie TV e veri e propri film ha già apposto la sua firma a 33 lavori. A Venezia 2014 è stato presentato in anteprima mondiale L'urlo e il furore tratto dal romanzo di William Faulkner, un autore che Franco ama probabilmente molto perché già l'anno prima aveva tratto un film da un altro suo libro, ovvero Mentre morivo. Di entrambi, e di quasi tutta la filmografia di James Franco stiamo aspettando l'uscita, almeno in home video, nel nostro paese. Intanto aspettiamo Zeroville, di cui si parla molto da ormai un paio d'anni e dunque speriamo che arrivi nelle nostre sale... se seguite (o seguirete) la serie TV 22.11.63 ?" quella tratta dal romanzo di King sull'omicidio di JFK ?" potreste avere un assaggio delle doti registiche di James: il quinto episodio l'ha diretto lui!

Joseph Gordon-Levitt
È giovane, ma è sulla scena da più di venti anni, ovvero da quando nel 1992 compare nel cast del film Beethoven. La sua filmografia è sterminata, ma solo negli ultimi anni impariamo il suo nome, quando ingrana due successi uno in fila all'altro, ovvero la commedia romantica 500 giorni insieme e il kolossal Inception, al fianco di Leonardo DiCaprio. Proprio nel 2009, l'anno in cui sbanca il botteghino insieme a Zooey Deschanel, Joseph Gordon-Levitt inizia a coltivare il sogno di passare dietro la macchina da presa e realizza così il suo primo corto. Ce ne vorranno altri tre prima di prendere il coraggio e affrontare i tempi più dilatati del lungometraggio ed ecco che nel 2013 esce, grazie a una piccola produzione indipendente, Don Jon. Qui Joseph si ritaglia anche la parte del protagonista e racconta la storia di un ragazzo dedito alla visione di film porno e incapace di costruirsi delle solide relazioni sociali, che ?" non vi sveliamo come ?" alla fine riuscirà a uscire dal guscio e ad affrontare la realtà.

Dustin Hoffman
Della serie ?non è mai troppo tardi?, anche Dustin Hoffman ha voluto provare l'ebbrezza di passare dall'altra parte della barricata e a 75 anni, nel 2012, ha potuto realizzare il suo primo ?" e finora unico ?" film, ovvero Quartet. Per farlo si affida a una schiera di attori della sua generazione tra cui spiccano Maggie Smith, Michael Gambon e il grandissimo Tom Courtenay, forse non troppo noto da noi, ma una vera icona del cinema britannico. Il film è tutto ambientato all'interno di un ospizio per ex artisti e ruota attorno a uno spettacolo canoro di beneficenza che rischia di saltare per gli atteggiamenti bizzosi della Smith, che mantiene inalterati gli atteggiamenti da diva che il suo personaggio ha avuto per tutta la vita. Finirà tutto bene e anche l'amore riuscirà a trionfare nella tarda stagione.

David Schwimmer
Tutti sappiamo che si chiama David Schwimmer, ma nella nostra testa si chiamerà per sempre Ross, fratello di Monica, innamorato di Rachel. Forse per scrollarsi di dosso il personaggio di Friends, la serie TV che l'ha reso celebre, ma ha comunque impedito un diverso sviluppo della sua carriera, David Schwimmer ha provato anche a vestire i panni del regista. Dopo alcune prove in ambito televisivo, nel 2007 realizza Run, Fatboy, Run, una commedia con protagonista Simon Pegg, che in Italia viene distribuita direttamente in TV. Nel 2010 ci riprova con Trust, stavolta un film dalle tinte drammatiche che segue le disavventure di una ragazzina (e del padre di lei, interpretato da Clive Owen) alle prese con un maniaco conosciuto in chat. Anche stavolta il film non esce al cinema in Italia, ma direttamente in DVD, eppure negli States ottiene un buon successo di pubblico e critica. Provaci ancora Ross, ti aspettiamo!

Chris Evans
Sembra essere il destino dei film girati dagli attori, quello di non approdare nelle sale cinematografiche ma direttamente in TV. È quello che accade anche a Before we go, opera prima di Chris Evans, meglio noto come Capitan America. Già, chi l'avrebbe detto che dietro quella maschera pulsasse un cervello d'autore? E invece è proprio così, lungi da voler proporre un action movie come quelli nei quali è solito recitare, Chris Evans ha realizzato un film intimista, basato principalmente sull'interpretazione dei due attori protagonisti (lui stesso e Alice Eve) che si ritrovano a bighellonare tutta la notte in giro per New York, scambiandosi chiacchiere, confidenze e infine vere e proprie confessioni, che cambieranno un pochino le loro vite. Un gioiellino da recuperare!

Russell Crowe
Potremmo quasi scommettere che il primo lavoro di Russell Crowe regista non resterà l'unico della sua carriera: The Water Diviner, tratto dall'omonimo romanzo dei coniugi Andrew e Meaghen Anastasios (Edizioni Piemme), ha raccolto l'entusiasmo del pubblico ma anche della critica blasonata, ragranellando un bel po' di premi e nomination tra kermesse e festival vari. Nel film Crowe si è concesso (come spesso accade agli attori che provano questa nuova veste) anche il ruolo del protagonista, un uomo che viene a sapere che tutti e tre i suoi figli sono morti in guerra e parte alla ricerca dei loro cadaveri perché possano ricevere degna sepoltura. Un film estremamente drammatico che riserva però anche qualche sorpresa, ma da evitare se avete la lacrima facile.

Keanu Reeves
Anche Keanu Reeves ha recentemente voluto provare a fare un film: nel 2013 è uscito, in quasi tutto il mondo (ma, guarda un po', da noi no!) Man of Thai Chi, con protagonista Tiger Chen, una vera star del cinema d'arte marziale, che ha avuto un ruolo importante anche in tanti film occidentali. Tiger è stato infatti la controfigura di Uma Thurman in Kill Bill ed è stato un insegnante fondamentale per Keanu Reeves ai tempi di Matrix. Quasi a volergli restituire il favore, Reeves ha costruito per lui un film che lo vede protagonista di 18 combattimenti diversi nell'arco di nemmeno due ore. Apprezzatissimo in buona parte del continente asiatico, il film si può recuperare nel resto dell'Europa in DVD: i fan dell'attore dovranno accontentarsi della versione originale sottotitolata!

Liev Schreiber
Compagno di Naomi Watts, Liev Schreiber non pare interessato ai riflettori, alterna da sempre produzioni indipendenti a pop-corn movie, e il suo esordio alla regia ci ha rivelato un artista dalla forte personalità e dalle idee piuttosto chiare sul piano della poetica. Sfortunatamente il suo ?" finora - unico lavoro, Ogni cosa è illuminata, non ha coperto con gli incassi il pur esiguo budget impiegato per la sua realizzazione, e si sa che una tale colpa a Hollywood difficilmente viene perdonata. È un vero peccato perché il film, tratto dal romanzo di Jonathan Safran Foer e interpretato da Elijah Wood meritava davvero un risultato di pubblico migliore, non fosse altro per alcune inquadrature splendide, illuminate dalla sempre perfetta fotografia di Matthew Libatique, che davvero valevano il prezzo del biglietto.

Antonio Banderas
Ormai colleghiamo il suo volto a una nota pubblicità, ed è un po' di tempo che non lo vediamo calcare le scene in qualche film memorabile, ma Antonio Banderas è un uomo dalle mille risorse e pare che proprio in questo periodo stia lavorando a un film, dal titolo Akil, di cui curerà la regia e che vedrà protagonista la (ormai ex) moglie Melanie Griffith. Non si tratta certo di un debutto, è infatti del 1999 la sua prima prova autoriale, Pazzi in Alabama, che fu presentato in concorso al Festival di Venezia e incontrò parecchi estimatori. Nonostante la confezione scintillante che sembrava ascrivere il film al genere commedia si toccavano una serie di temi seri, come la violenza domestica, il maschilismo imperante, il razzismo. Protagonista assoluta, anche allora, la ex signora Banderas, in una delle sue interpretazioni migliori, riusciranno i due a bissare il successo in Akil?

Tim Roth
È del 1999 il suo unico lavoro come regista e ancora nessuno si spiega perché Tim Roth non abbia insistito a calcare questa carriera alternativa. Zona di guerra è un film durissimo, cupo e tragico che segue la storia di una famiglia dominata da una figura paterna violenta, fino a un finale catartico che non lascerà però né vincitori né vinti. Certo, non si tratta di un prodotto fatto per piacere al grande pubblico, ma decisamente un lavoro coraggioso per un attore che sceglie di cimentarsi in un mestiere che non è il suo: Tim Roth ne esce più che vittorioso e prova ne sono la quantità di premi vinti da questo film, che ha convinto anche chi lo ha visto a Cannes, nella prestigiosa sezione fuori concorso ?La quinzaine des realisateurs?.