In occasione dell'anniversario dalla sua nascita, ecco alcune curiosità sulla diva che non abbiamo mai smesso di rimpiangere
Il primo giugno 1926 fa nacque la bimba destinata a conquistare il mondo col nome di Marilyn Monroe. Se non ci avesse lasciato da più di mezzo secolo forse non sarebbe entrata nel mito, ma non abbiamo dubbi che sarebbe ancora un’icona di quei fantastici anni ’50 che l’hanno vista protagonista di pellicole indimenticabili, come Quando la moglie è in vacanza o Fermata d’autobus. Su quella bellissima donna platinata, capace di canticchiare “Happy birthday Mr. President” rivolta a JFK con una voce infantile e allo stesso tempo seducente, circolano tanti gossip, alcuni non proprio veritieri, e di altri aspetti della sua vita si sa invece davvero poco.
Abbiamo deciso dunque di farle questo regalo, ovvero raccontare 10 cose che pochi sanno sul suo conto, in modo che, almeno per il suo compleanno, la si possa ricordare per ciò che realmente era, non per ciò che fingeva di essere.
Tanti auguri Marilyn!
Il “sì” che le ha cambiato la vita
Sul suo legame con Joe Di Maggio e su quello con Arthur Miller si sanno tanti particolari, anche perché si tratta di personaggi di spicco, che chissà quante volte sono stati intervistati al riguardo. Sul primo matrimonio si sa davvero poco e molti ignorano che pur avendo sposato a 16 anni un signor nessuno - una sorta di matrimonio combinato dai suoi tutori per liberarsi di lei, dicono le malelingue – fu in realtà proprio quella scelta a offrirle la scintilla che avrebbe poi fatto esplodere la sua carriera. Durante la guerra infatti Norma Jeane e suo marito, James Dougherty, si ritrovano a lavorare in una fabbrica di esplosivi: poi lui parte per il Pacifico e lei resta a impacchettare paracaduti e a dipingere fusoliere. È qui che la nota il fotografo David Conover – mandato da Ronald Reagan, che all’epoca si occupava di propaganda bellica – e le dedica uno scatto che diverrà noto in tutta America. Da lì al primo contratto cinematografico il passo è stato breve e Marilyn Monroe ha avuto un’ottima scusa per chiudere un matrimonio che le era sempre stato stretto, dal momento che la Fox le avrebbe permesso di firmare il contratto solo a patto che fosse single.
Quanto guadagnava davvero
Nel nostro immaginario la Monroe è l’attrice più importante della sua epoca eppure, a vedere i compensi che percepiva per i suoi film, è evidente che non era considerata tale: per Gli uomini preferiscono le bionde la sua collega Jane Russell prese un compenso dieci volte superiore al suo. Per il suo ultimo film, Something’s Got to Give, che non terminò mai, firmò un contratto per 100.000 dollari, nello stesso anno in cui Elizabeth Taylor ottenne un milione per Cleopatra. La famosa foto senza veli che si fece scattare nel 1949 le aveva fruttato un assegno di 50 dollari e doveva essere utilizzata per un calendario; Hugh Heffner, il fondatore di Playboy la acquistò dal fotografo per 500 dollari, ma quella copertina che uscì in edicola nel 1953 gli fece fare milioni in un unico giorno! Per fortuna Marilyn non era una donna che amava il lusso smodato: in tutta la sua vita comprò solo una casa (quella in cui morì, al 12305 di Fifth Helena Drive a Brentwood) e, a differenza di un suo famoso personaggio non credeva che i diamanti fossero i migliori amici delle ragazze, anzi l’unico gioiello in diamanti che possedeva era un anello regalatole da Joe di Maggio: lei preferiva indossare delle semplici perle.
Un unico volto, due donne diverse...
È opinione comune che una cosa fosse la Marilyn Monroe che si muoveva sul set, un’altra la ragazza bionda che cercava di vivere una vita normale lontano dai riflettori. Tutti i suoi amici concordano che fossero due entità praticamente separate e che la stessa Marilyn ne fosse ben conscia. Una volta lo scrittore Truman Capote la sorprese a guardarsi allo specchio e quando le chiese cosa stesse facendo, lei rispose “La guardo”. Eli Wallach, membro del cast nel film Gli spostati, ricorda che “nessuno la notava se era semplicemente se stessa”: l’attrice poteva camminare indisturbata per New York senza che nessuno la riconoscesse, poi improvvisamente cambiava atteggiamento, passo, sguardo ed ecco che tutti la fermavano per chiederle un autografo, al che lei candidamente ammetteva “Avevo voglia di essere un attimo Marilyn Monroe”.
...e tantissimi nomi!
Tutti sappiamo che il suo nome di battesimo era Norma Jeane, ma già sul cognome ci sono delle perplessità: sul certificato di nascita è registrata come Mortenson, su quello del battesimo Baker, anche se ormai pare certo che il suo padre biologico fosse il capo della madre, tale Charles Gifford, che Marilyn non incontrò mai. Ma non è finita qui: Marilyn usava spesso pseudonimi per registrarsi negli alberghi o nelle cliniche: pare certo che Zelda Zonk o Faye Miller siano stati i fake più utilizzati. Per il suo nome d’arte aveva inizialmente pensato a Jean Norman, a Mona Monroe e a Jean Adair e pare che alla fine il nome definitivo - Marilyn Monroe - le sia stato suggerito da un talent scout della 20th Century Fox. Leggenda dice che lo accettò senza pensarci troppo, visto che la prima volta che concesse un autografo fu costretta a farsi suggerire lo spelling del nome perché non aveva idea di dove andasse messa la “y”
Era sbadata e arrivava sempre in ritardo ma...
L’aneddoto che la vede interprete imbranata sul set del film A qualcuno piace caldo di Billy Wilder, secondo il quale l’attrice avrebbe sbagliato per 62 volte la battuta “It’s me, Sugar”, è probabilmente vero, ma non rende giustizia alle sue doti. Lo stesso Jack Lemmon, che ha messo in giro questa storia, ricordando come a nulla servissero i foglietti sparsi nella scenografia che le suggerivano le battute, ammette che, a fine serata, quando si guardavano i giornalieri, si scopriva che l’interpretazione di Marilyn Monroe era perfetta, come se la macchina da presa potesse rivelare qualcosa di lei che sfuggiva all’occhio umano: era quel qualcosa di magico di cui Billy Wilder non poteva fare a meno, anche se Marilyn rischiava di mettere tutti in difficoltà per la sua sbadataggine e per il fatto che arrivava sul set sempre in un ritardo mostruoso. “D’altra parte mia zia Minnie arriva sempre puntuale – ha dichiarato al proposito il regista – ma chi pagherebbe per vederla al cinema?”.
Marilyn Monroe e i bambini
“Per capire Marilyn al meglio, bisogna vederla com’è quando ha attorno dei bambini – ha dichiarato una volta Arthur Miller – Essi la amano, dal momento che il suo approccio al mondo è semplice e diretto come il loro.” Sicuramente uno dei drammi più grandi della Monroe è stato quello di non essere mai diventata madre, pur essendo rimasta incinta due volte. Marilyn Monroe adorava contornarsi di bambini e passava tantissimo tempo con i figli dei suoi amici. È meno noto invece – perché non lo sbandierava affatto – il suo impegno nel cercare di essere d’aiuto ai minori in difficoltà: tutto il compenso guadagnato per Il principe e la ballerina lo destinò al “Milk Fund for Babies”, spesso nei tour di promozione dei suoi film si trovava a visitare altri paesi e ovunque andasse visitava gli orfanotrofi ai quali lasciava generosi assegni. E pochi sanno che ben il 25% del suo patrimonio è stato donato, alla sua morte, al Centro Anna Freud, una clinica psichiatrica per bambini che sorge ad Hampstead a nord di Londra.
Tutti i segreti del suo aspetto
Non era una bionda naturale, e fin qui nessuna sorpresa! È meno noto invece il fatto che nel 1950 si sottopose a due interventi di chirurgia estetica, uno per farsi ridurre il naso, l’altro per farsi ammorbidire il mento: un’idea del suo agente Johnny Hyde, che a quanto pare pagò la clinica di tasca propria. Aveva anche una leggera peluria che le ricopriva il volto, ma qui la Monroe fu irremovibile, e non permise mai che venisse toccata, anzi la trattava con una crema a base di ormoni, che ne garantiva la crescita: a suo parere le donava una soffusa lucentezza, tanto che né i fotografi né gli operatori cinematografici dovevano ricorrere a filtri o lenti speciali per illuminarla. Si trattava di una caratteristica che avrebbe sfigurato su qualsiasi altra donna e che su di lei si rivelava un dono unico!
Se ne intendeva anche di musica
Pensare al cinema negli anni ’50 senza ricordarsi di Marilyn Monroe è tanto folle quanto pensare alla musica jazz e non ricordarsi di Ella Fitzgerald. Eppure, la carriera di questa meravigliosa cantante non è stata proprio spianata, nonostante la sua formidabile voce: avere la pelle scura all’epoca poteva essere davvero un ostacolo non solo per avere successo ma anche solo per potersi esibire liberamente in un locale. Ecco, non ci fosse stata Marilyn, forse oggi nessuno avrebbe un CD di Ella Fitzgerald in casa! Infatti è grazie a lei che la Fitzgerald ottenne la possibilità di cantare al “Mocambo”, il locale più “in” di Hollywood, che accoglieva artisti del calibro di Frank Sinatra ed era frequentato dalle star più in viste del cinema. Marilyn non allungò bustarelle, né poté contare su amicizie altolocate, semplicemente promise al proprietario che se avesse fatto cantare Ella, lei avrebbe prenotato un tavolo in prima fila per ogni serata: e tanto bastò a convincerlo!
Dopo di lei
Il 5 agosto Marilyn Monroe fu trovata morta nel suo letto, e il mondo ne rimase sconvolto, tanto che a una settimana dalla tragica scoperta si registrò un’impennata di suicidi: nella sola città di New York ne avvenero ben 12 nello stesso giorno. Una delle vittime aveva addirittura lasciato un biglietto con queste parole: “se la più meravigliosa cosa nel mondo non ha avuto niente per cui valesse la pena vivere, allora neanch’io”. Gli unici che hanno probabilmente goduto della morte dell’attrice sono stati i parenti dei suoi vicini di tomba, che nel giro di pochi anni hanno provveduto a spostare i cari estinti e a vendere i loculi a prezzi vertiginosi, addirittura superiori ai 2 milioni di dollari! La tomba di Marilyn ha potuto godere, oltre che di un vicinato davvero à la page (anche Hugo Hefner si farà seppellire a pochi metri da lei, ha già comprato il posto!), anche di un visitatore d’eccezione: Joe di Maggio, col quale l’attrice era tornata in ottimi rapporti – tanto che c’è chi dice che stessero pianificando di risposarsi – le ha portato fiori per 3 volte alla settimana per 20 anni consecutivi, rispettando una promessa fattale quando era ancora in vita.
Non chiamatela stupida
La cosa più ingiusta che si può fare alla memoria di - è identificarla con i personaggi svampiti che è stata costretta a interpretare! Per la cronaca il suo quoziente intellettivo era 168 e inoltre Marilyn era una donna estremamente colta che non smetteva mai di approfondire tutto ciò che risvegliava il suo interesse: leggeva Dostoevskij, Whitman, Freud. Era un’amica intima di Truman Capote (che scrisse Colazione da Tiffany sperando che un giorno Marilyn la interpretasse), ed era ammirata da Sartre che scrisse per lei un ruolo nella piéce Freud. Era anche un’esperta d’arte, tanto che si iscrisse a dei corsi all’università della California e aveva una predilezione per Goya “abbiamo gli stessi incubi”, diceva. L’ultimo libro che stava leggendo, in quel fatale agosto del 1962 era Il buio oltre la siepe di Harper Lee, e chi l’ha letto sa che, a tutti i rimpianti legati alla sua morte, si può aggiungere anche questo, che non abbia avuto la gioia di terminare quel meraviglioso romanzo.