Totò: una laurea honoris causa alla memoria

L'Università di Napoli accoglie l'appello di Renzo Arbore che il 5 aprile pronuncerà la “laudatio” per il Principe della risata

Antonio De Curtis (1898-1967) con Mina a "Studio Uno"  Credit: © Rai
29 Marzo 2017 alle 22:22

A cinquant'anni dalla scomparsa del ?Principe della risata? Antonio de Curtis, in arte Totò, mercoledì 5 aprile, l'Università degli Studi di Napoli Federico II conferirà alla sua memoria la laurea honoris causa in "Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria", raccogliendo così una proposta di Renzo Arbore, che durante cerimonia di conferimento del titolo accademico onorifico dedicherà una speciale ?Laudatio? al grande artista napoletano.

Un riconoscimento «per aver incarnato e portato sullo schermo tutte le ?articolazioni? dello spettacolo: dalla mimica alla comica, che gli riuscivano particolarmente spontanee, a quella teatrale e cinematografica, acquisite da una lunga esperienza personale che Totò ha vissuto e saputo catturare. Una cultura che rispecchia anche una napoletanità nobile che, nella sua carriera artistica e sociale, ha sempre rappresentato naturalmente», spiega lo stesso Arbore: «Totò ha cavalcato tutte le sfaccettature della recitazione e dell'umorismo. Un attore davvero completo. Penso, quindi, che non ci sia persona più meritevole a ricevere una laurea alla memoria, quasi unica nel suo genere».

«Il contributo di Totò, forse più decisivo - sottolinea il prorettore della Federico II, Arturo De Vivo - è però stato quello offerto - come già ricordava Tullio De Mauro - alla storia e alla coscienza linguistica italiana. La memorabile creatività linguistica di Totò ha infatti consegnato all'italiano neologismi fortunati (si ricordino le ?pinzillacchere?), esilaranti giochi linguistici, stranianti motti di spirito, alterazioni e deformazioni lessicali capaci di corrosive parodie dei più triti luoghi comuni. Una magistrale e fortunata lezione di acrobazie verbali e fisiche, di sapiente possesso dello spazio scenico, di travolgenti, quasi surrealistiche, esibizioni comiche, ma anche di commovente, penetrante, tragica umanità consegnata ad alcuni film tra più preziosi della cinematografia italiana, come Guardie e ladri di Steno e Monicelli, Napoli milionaria di Eduardo, I soliti ignoti di Mario Monicelli, L'oro di Napoli di Vittorio De Sica, Uccellacci e uccellini di Pierpaolo Pasolini».

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