“Cattivissimo me 4”, un fenomeno che ha conquistato il cinema

Gru e i Minions sono tornati nelle sale con un film che ha conquistato grandi e piccini

5 Settembre 2024 alle 08:07

Sono piccoli, gialli e ossessionati dalle banane. Parlano un linguaggio incomprensibile, non escono senza una salopette in jeans e hanno un entusiasmo incontenibile. Sono i Minions, le inconfondibili mascotte della saga di “Cattivissimo me”. I film di animazione dedicati all’ex malvagio Gru e alla sua banda di buffissimi aiutanti sono entrati nel cuore di milioni di famiglie grazie a storie avvincenti, spassose e sorprendentemente profonde. Andiamo alla scoperta del fenomeno che ha conquistato il cinema anche con il quarto capitolo, ora nelle sale.

Le origini

«Cosa succede se il protagonista di una storia è cattivo per natura?». Questa è l’idea che frulla nella testa di Sergio Pablos alla fine degli Anni Duemila. L’animatore spagnolo aveva lasciato la Disney dopo aver lavorato a film come “Tarzan” e “Il pianeta del tesoro” per lanciare il proprio studio di animazione. Dopo una serie di porte in faccia, Sergio incontra il produttore Chris Meledandri, responsabile di successi come “L’era glaciale”, che aveva appena fondato gli Illumination Studios. Questi intravede il potenziale del racconto e il progetto decolla in fretta.

Il successo

Nel 2010 il primo film debutta nelle sale: la vicenda del malvagio Gru che vuole rubare la Luna conquista il pubblico di ogni età. I produttori temevano che Gru potesse non piacere, ma è il suo rapporto con Margo, Edith e Agnes, le tre orfane che adotta e che segnano la sua svolta buona, a fare breccia nei cuori. A oggi quella di “Cattivissimo me” è la serie di film animati che ha incassato di più nella storia del cinema con oltre 5 miliardi di dollari, superando anche classici come “Shrek” e “Toy Story”.

Oltre ai quattro film della saga di Gru, si contano anche due spin-off sui Minions, con un terzo capitolo atteso nelle sale per il 2027. Agli Universal Studios di Los Angeles, Pechino e Tokyo sono state inaugurate delle attrazioni dedicate al mondo dei Minions, mentre i produttori hanno già qualche idea per un eventuale “Cattivissimo me 5”.

Piccoli e buffi amici gialli

Quando il primo film uscì nelle sale, pochi avrebbero potuto prevedere che la vera popolarità sarebbe arrivata grazie a Kevin, Stuart e Bob, assistenti tanto pasticcioni quanto adorabili diventati i beniamini dei più giovani e dei loro genitori. L’attuale aspetto dei Minions ha richiesto un grande lavoro “dietro le quinte”. Inizialmente furono pensati come dei piccoli operai umani, per rafforzare il contrasto con il loro capo, lo spilungone Gru. Poi hanno rischiato di diventare dei robot, dovevano essere rossi e non gialli, e infine è arrivato il monocolo.

Nella mitologia dei film, i Minions esistono da milioni di anni e hanno un unico scopo: servire il padrone più cattivo che ci sia.

Non è finita qui: sarebbero i responsabili della morte di Napoleone! Esistono una cinquantina di tipi diversi di Minions, accomunati dalla stessa voce: dal primo film a oggi, il loro doppiatore è sempre il regista francese Pierre Coffin. I Minions hanno una lingua tutta loro: il minionese è un ricco e irresistibile miscuglio di inglese, tedesco, spagnolo, italiano, francese, indonesiano, portoghese, ebraico e malese, condito da una buona dose di parole senza senso.

Stefano Accorsi: «Vi racconto il mio Maxime Le Mal»

Lo conosciamo come attore, produttore, sceneggiatore e regista. Ma stavolta è diventato doppiatore: in “Cattivissimo me 4”, infatti, Stefano Accorsi presta la voce a Maxime Le Mal. La sua rivalità con Gru risale ai tempi in cui entrambi frequentavano il Lycée Pas Bon. Dopo essere stato arrestato proprio grazie all’intervento del suo acerrimo nemico, Maxime Le Mal riesce a evadere di prigione per riunirsi con Valentina, la sua compagna nonché ex femme fatale. Il piano malvagio di Maxime è presto svelato: ha messo a punto un marchingegno col quale vuole trasformare le persone in ibridi, metà umani e metà scarafaggi. Il primo soggetto su cui intende testarla è il piccolo Gru Jr., il figlio di Gru e Wendy. Abbiamo chiesto a Stefano Accorsi com’è stato calarsi nei panni di Maxime.

Stefano, come mai ha scelto di doppiare un cattivo? Ed è stato divertente?
«Ho visto tanti cartoni sia da bambino sia in questi ultimi anni, da padre: il più grande dei miei figli, Orlando, ha 18 anni. L’animazione oggi ha una capacità di raccontare le storie che trovo incredibile. Il cattivo in una saga come questa è sempre un personaggio estremo, il che consente maggiore fantasia e creatività. Con il direttore del doppiaggio ci siamo divertiti a trasformare la mia voce per renderla meno riconoscibile: è stato un processo molto spontaneo che ci ha permesso di identificare la vocalità di Maxime. Il suo accento francese era già previsto nella versione originale, ed è stato mantenuto anche nell’edizione italiana».

I critici più severi sono i nostri cari: cosa pensano di Maxime Le Mal i suoi figli più piccoli (avuti con la moglie Bianca Vitali, autrice di “Le Iene”, ndr), Lorenzo di 7 anni e Alberto di 4?
«Hanno capito che la voce di Maxime è la mia: li diverte, ma allo stesso tempo ne hanno anche un po’ timore. Mi chiedono spesso di imitarlo, ed è curioso: con questa esperienza ho capito che il gioco dei ruoli, specialmente con i bambini, può avere una grande forza».

I maggiori successi al botteghino di quest’estate sono proprio dei film animati: qual è il loro segreto, secondo lei?
«Film come “Cattivissimo me 4” e “Inside Out 2” attraggono tutta la famiglia, sono pensati per avere diverse chiavi di lettura e per essere visti più di una volta. In questo caso parliamo delle punte di diamante dell’animazione, capaci di toccare corde molto profonde dell’animo umano. Io, per esempio, mi commuovo facilmente per certe tematiche, e questo è un film che parla molto di paternità. Ho letto da qualche parte una frase che mi ha colpito molto: “Il padre è l’unica persona al mondo che desidera che i figli siano migliori di lui”. Purtroppo sappiamo che non è sempre così, ma film come “Cattivissimo me 4” provano a trasmettere questo tipo di messaggio positivo. Ai miei figli auguro di trovare la loro passione e di portarla avanti con costanza».

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