Christian De Sica, “In vacanza su Marte”, assieme a Massimo Boldi, è in streaming

Il re dei cinepattoni ricorda gli strani Natali di suo padre e ci racconta come passa il suo

Christian De Sica
17 Dicembre 2020 alle 08:48

«Quest’anno il film di Natale agli italiani glielo serviamo direttamente a domicilio su un piatto d’argento» dice Christian De Sica, protagonista di “In vacanza su Marte” diretto da Neri Parenti. Con i cinema chiusi per la pandemia, è possibile acquistarlo o noleggiarlo sul servizio pay-per-view Sky Primafila o sulle piattaforme digitali Amazon Prime Video, Chili, Timvision, Infinity Tv, Google Play, YouTube, Rakuten Tv e PlayStation Store.


Data l’eccezionalità della situazione, serve un film “spaziale”?
«Gigi Proietti una volta disse: “Siete stati ovunque: in America, in India, in Egitto… mo ’ndo nnamo? Su Marte?”. Ecco qua, l’abbiamo fatto».

Stavolta Massimo Boldi è… suo figlio!
«Sì, perché nel film io, che mi chiamo Fabio Sinceri ma di sincero non ho nulla, mando in gita mio figlio ragazzo nello spazio, però lui finisce in un buco nero e torna anziano, in versione Boldi. Da lì nascono una serie di equivoci, e i miei progetti di sposare una ricca ereditiera (Lucia Mascino) sono a rischio perché mio figlio non vuole che lasci la mia ex (Paola Minaccioni)».

Ma se lei incontrasse davvero un marziano, che cosa gli direbbe?
«“Scappa dalla Terra e tornatene a casa tua!”. Qua siamo più marziani di lui».

Siamo un grande popolo, troveremo un modo fantasioso, ma rispettoso delle regole per celebrare queste Feste. Lei come passerà il Natale?
«Starò a casa, come tutti. Ma diversamente dagli altri anni in cui c’erano tutti i parenti e gli amici, saremo soltanto noi quattro: mia moglie Silvia, io e i miei figli Brando e Maria Rosa».

Come dobbiamo immaginarci casa sua?
«Un canile (ride)!».

Cioè?
«Ho 13 cani, perché mia moglie è una “canara” e li salva tutti. Infatti abbiamo dovuto prendere una casa più grande con il giardino».

Si ricorda tutti i nomi?
«Dunque: c’è Jumbo, che è un levriero di 78 chili, poi Pupo che è il mio vecchietto, la levriera spagnola Mary, la podenca spagnola Bimba, i tre griffoni di Bruxelles Michelle, Obama e Johnny, la spitz di Pomerania Grazia, la spinoncina Odette, l’altro griffoncino Mario, la bastardina Lucky e i due chihuahua Nana e Marino. Quanti so’?».

Tredici, ma non a tavola, per fortuna. Chi cucinerà i “cenini”, dato che i cenoni sono vietati?
«Di solito prepara da mangiare Silvia, ma gli altri anni anche Brando, che è bravo a cucinare. E ci aiuta la domestica filippina, Lucy, che a Natale sta con noi».

Il piatto che le piace gustare durante le feste?
«I tortellini in brodo».

Niente dolci? Lei è il re dei cinepanettoni, sarebbe il colmo se le piacesse il pandoro…
«No, no, io sono per il panettone! Ne vado ghiotto, lo taglio a fette e ci metto pure la crema e il cioccolato, faccio strati su strati».

E quando vuole rifugiarsi nella sua stanza preferita, dove va?
«In quella dove mi cambio e ho i miei vestiti, i costumi di scena e tanti ricordi».

Tiene molto agli oggetti?
«Sì, soprattutto alle foto di famiglia e all’Oscar di mio padre Vittorio, ricevuto per il film “Ladri di biciclette”. E poi ci sono anche i miei premi di tutta una vita».

Qual è stato il Natale più bello della sua vita?
«Erano tutti belli quelli vissuti da bambino, quando gli alberi erano veri e sentivi l’odore dell’abete. Oggi so’ de carta! I Natali passati con mio padre, mia madre e mio fratello, quando si giocava a tombola e a Mercante in fiera, tradizioni che cerco di portare avanti».

Suo padre Vittorio ci teneva molto?
«Sì, papà teneva molto alle Feste, tanto che festeggiava due volte perché aveva due famiglie, la nostra e quella della prima moglie. Faceva due pranzi, due cenoni. Ma erano belli pure i Natali con i miei figli piccoli, quando si andava in vacanza a Cortina. La sera lasciavamo davanti alla porta latte e biscotti per le renne di Babbo Natale e poi con Silvia, mentre i bambini dormivano, mettevamo nei piatti le briciole per far credere a Brando e Maria Rosa che le renne si fossero mangiate tutto».

Per far contenti i suoi figli si è mai travestito da Babbo Natale?
«No, ma sono travestito ora, mentre parlo al telefono con lei: ho la barba lunga e i capelli bianchi perché sto girando il film di Alessandro Siani “Chi ha incastrato Babbo Natale?”. Fra due minuti vado sul set».

Un paio di domande ancora, prima di lasciarla andare a lavorare. C’è chi ama “Una poltrona per due”, chi “La vita è meravigliosa” di Frank Capra e chi ha uno spirito monicelliano e durante le feste guarda “Parenti serpenti”. Qual è il suo film di Natale del cuore?
«I miei!».

Se dovesse consigliarne tre dei suoi, quale sarebbe il terzetto perfetto?
«Il primo “Vacanze di Natale” del 1983 diretto da Carlo Vanzina, che ha dato il via alla serie, “Natale a New York” del 2006, che mi sono molto divertito a girare con Massimo Ghini e Sabrina Ferilli, e questo nuovo, “In vacanza su Marte”, fatto ancora una volta con il mio caro amico Massimo Boldi».

Una curiosità: che cos’ha regalato a suo cognato Carlo Verdone per i 70 anni?
«Ancora nulla, perché io e mia moglie abbiamo avuto il Covid e non ci è stato possibile uscire. Ma ora che stiamo bene e si può andare in giro, un pacchettino per lui lo prenderemo».

Uno solo per il compleanno? E un altro da mettere sotto l’albero?
«Uno, sì. Quello di Natale se lo fa da solo (ride)».

In questo complicato 2020 almeno una gioia c’è: lei e sua moglie Silvia, sorella di Verdone, festeggiate 40 anni di matrimonio. Sono le nozze di rubino, il simbolo di passione sempre viva. Qual è il vostro segreto per far durare così tanto l’amore?
«Innanzitutto ci vuole rispetto reciproco, poi bisogna ridere di noi stessi, insieme: Silvia e io lo facciamo. E ci divertiamo ancora, come nei primi tempi».

Seguici