Ezio Greggio: «Per far ridere bisogna graffiare… con grazia»

Ezio ci spiega la “filosofia della comicità” che ispira il suo Festival della commedia (dove in giuria c’è Raoul Bova)

Ezio Greggio
31 Maggio 2021 alle 08:45

È ora di ridere. Nonostante guerre all’estero, crisi economica in casa e una pandemia? «Sì, perché la commedia è sempre stata un bene-rifugio dell’umanità. E più la situazione è difficile, più ci aiuta» dice Ezio Greggio. Che presenta così la 18a edizione del “Monte-Carlo film festival de la comédie” da lui ideato e presieduto, che si terrà dal 31 maggio al 5 giugno nel principato di Monaco.

Il presidente della giuria sarà Raoul Bova. Come lo ha acchiappato? Avevate già lavorato insieme?
«Come no! Una volta eravamo in auto, ha bucato una gomma e insieme l’abbiamo cambiata: una fatica, è stata la prima volta che abbiamo lavorato insieme... (ride). In realtà ci siamo incrociati a Roma quasi per caso 20 anni fa, eravamo impegnati su due set diversi, e sono scattate subito la sintonia e l’amicizia. Raoul oltre a essere un ottimo attore è una persona affabile, educata, simpatica e non “se la tira”. Ha lavorato con successo anche a Hollywood e in questi giorni con la fiction “Buongiorno, mamma!” sta facendo grandi ascolti, quindi ha tutte le caratteristiche per essere un fantastico presidente di giuria».

Ma non è esattamente un comico...
«I presidenti di giuria non devono essere dei comici, ma dei grandi professionisti. Il nostro è un festival della commedia, e la commedia è un universo che va oltre la pura risata. Raoul funziona bene sia in ruoli drammatici che leggeri. Sa commuovere e sa far sorridere».

A proposito, quale delle due cose è più difficile?
«Il dramma è più semplice da costruire, quasi meccanico. Prendi qualcuno e fallo morire in un incidente: bisogna avere un cuore di pietra per non commuoversi! Far ridere invece è molto più complicato. Il meccanismo non è così scontato, anzi è imprevedibile. La risata è soggettiva, ha meccanismi che cambiano da Paese a Paese, non è scontato che si riesca a strappare una risata».

Chi è che la fa ridere di più?
«Un giovane comico di Cossato, vicino a Biella, un vero talento. Tenetelo d’occhio: si chiama Ezio Greggio».

Non vale...
«E perché? Ma questa è discriminazione, ah ah ah! E va bene, allora scelgo Totò. Per me Totò è un santo. E poi faceva tutto lui. Lo mandavano allo sbaraglio, non gli scrivevano quasi nulla nei copioni. Una volta Sergio Corbucci mi ha raccontato di aver letto la sceneggiatura di un suo film. C’era scritto solo: “Totò è povero ma con le sue trovate riesce a dar da mangiare alla famiglia”. E basta. Era un genio, sapeva divertire creando dal nulla».

A proposito di “discriminazioni”. Oggi che molti si offendono, fare i comici dev’essere diventato un inferno. Anche lei è stato preso di mira per “Lockdown all’italiana” (qualcuno ha scritto: «Si scherza sulla pandemia!»). Per non parlare di Gerry Scotti e Michelle Hunziker («Hanno fatto gli occhi a mandorla a “Striscia”!»). Che cosa ne pensa?
«Ma erano quattro gatti che parlarono male senza aver visto il film, che invece è stato difeso da tutta la stampa italiana: non scherzava sulla pandemia, anzi Enrico Vanzina ha raccontato anche in modo commovente il dramma di chi è mancato, dei loro familiari e la crisi delle persone rinchiuse in casa per mesi e mesi. “Lockdown all’italiana” era nella buona tradizione della commedia all’italiana, che ha sempre toccato i temi delicati della nostra Storia. La storia di “Striscia” e degli occhi a mandorla è ridicola, i miei amici cinesi hanno detto: “Ma quale offesa… seguiamo Striscia tutte le sere”».

Esagerazioni a parte, c’è una regola su cosa si può prendere in giro e cosa no?
«L’unica regola è l’intelligenza. E il buongusto. Però la battuta deve graffiare. Prendete Checco Zalone e il suo video “La Vacinada”, molto divertente e ironico. Hanno detto che prendeva in giro Helen Mirren in quanto anziana... Ma secondo voi la Mirren è una sciocca che va a farsi prendere per i fondelli? Oppure una splendida attrice che sa cosa sia l’autoironia? Chi ti fa la morale spesso è amorale, perché ha la pretesa di ergersi a giudice degli altri e imporre un: “Questo non lo puoi dire”. Sono per la libertà di espressione: lo sancisce l’articolo 21 della nostra Costituzione».

Mi racconti l’ultima volta che qualcuno si è offeso e le ha fatto passare dei guai.
«Se fai “Striscia” le querele arrivano. Ma non abbiamo mai perso in tribunale. Di recente abbiamo dimostrato che alcune mascherine anti-Covid molto di moda non erano abbastanza sicure. L’azienda se l’è presa, ma avevamo le basi scientifiche, i dati di laboratorio. Del resto quella di “Striscia” contro i raggiri agli italiani è una delle quattro grandi battaglie della mia vita».

E le altre tre?
«Con Telebiella ho contribuito a fondare la prima tv che rompeva il monopolio della Rai. Con il mio “Monte-Carlo film festival”, che ho fondato con Monicelli, ho cercato di far riconoscere alla commedia tutto il rispetto che merita, e per la prima edizione ho portato un Tapiro d’oro al direttore della Mostra di Venezia Marco Müller, perché non dava spazio alle commedie. Ora, dopo la mia crociata, tutti i festival ospitano commedie. E l’ultima battaglia che ho vinto è quella con la mia Associazione, che da 26 anni aiuta a curare i bambini nati prematuri: in Italia abbiamo contribuito a salvarne oltre 15.000, con donazioni di apparecchiature in più di 70 ospedali».

A questo proposito, a Monte-Carlo ci sarà anche una serata di gala...
«Sì, raccoglieremo fondi per l’acquisto di una culla termica per il reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Rimini. E quest’anno abbiamo anche donato una unità respiratoria all’Ospedale di Amchit in Libano (per informazioni e donazioni si può consultare il sito www.eziogreggio.mc, ndr)».

Altri protagonisti del Festival?
«In giuria, oltre al presidente Raoul Bova, ci saranno anche Sara Forestier, vincitrice di due premi César (gli Oscar francesi, ndr), il critico Mario Sesti, Giacomo Ferrara di “Suburra” e Mario de la Rosa, reso celebre da “La casa di carta”. Tra i premiatori l’amico Giancarlo Magalli, Claudio Marchisio ed Elisa Isoardi, e tra i premiati Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti, che riceveranno il Monte-Carlo Award alla carriera. E avremo anche una grande star americana: chi è? Te lo dico subito? Te lo dico dopo…».

Sui social vedo suoi commenti amari ma giusti sulla Juve. Ha scritto: «Quest’anno abbiamo proprio sbagliato tutto». La fede bianconera vacilla?
«Ma figuriamoci. Prendo esempio dai miei amici interisti come Enzino Iacchetti. Guardatelo, è tutta una vita che soffriva e finalmente ha vinto qualcosa! Se ha retto lui posso reggere anch’io, no?».

Una grande kermesse

Il 18° Festival della commedia di Monte-Carlo si apre il 31 maggio nel Grimaldi Forum del Principato di Monaco. La premiazione avverrà nella serata di gala di sabato 5 giugno, condotta dal presidente Ezio Greggio

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