Per il duo siciliano l’isolamento è anche un’occasione per buttare sul tavolo tante idee: «Ma ne resterà una sola!»
«Questo è un premio che viene assegnato direttamente dal pubblico comprando il biglietto. È come se 2.363.303 italiani si fossero seduti in giuria per assegnarci questo David. E quindi fa ancora più piacere». L’8 maggio Salvo Ficarra e Valentino Picone parteciperanno alla Notte dei David di Donatello per ricevere il “David dello Spettatore”, assegnato al film italiano del 2019 che ha venduto più biglietti. E quel film è “Il primo Natale”.
Come siete arrivati a vincere?
Picone: «Mi piace pensare che sia il naturale risultato di un percorso costruito film dopo film. La gente ha capito che le nostre sono storie sincere, raccontate con passione. Si fida di noi».
Ficarra: «“Il primo Natale” è stato anche una scommessa. Era la prima volta che uscivamo a Natale e la prima che facevamo un film in costume. È stato il più costoso e complicato di tutti i nostri titoli, con una troupe di 120 persone, girato in gran parte all’estero. Per questo vogliamo ringraziare produttori, autori, attori e tecnici. È stata una vittoria del gruppo, di quel mondo di professionisti che ora, come tutti, sono fermi per le conseguenze del coronavirus».
Anche voi in questi giorni dovevate essere in tournée. E invece...
Ficarra: «Tutto bloccato. E c’erano cento serate già fissate! Ma che possiamo dire? Dobbiamo fidarci delle indicazioni degli esperti e fare la nostra parte».
Voi avete fatto anche di più: la vostra Maredolce Onlus prima ha donato un ventilatore polmonare al Policlinico di Palermo, e ora centinaia di buoni spesa per le famiglie in difficoltà.
Ficarra: «Chi più ha avuto, più deve dare...».
Picone: «Ci hanno aiutato Pif, Stefania Petyx e tanti donatori. Ma guardi che ci sono tante altre associazioni che fanno cose simili. Stiamo assistendo a una gara di generosità senza precedenti. E mi riferisco anche ai paesini della Sicilia dove ci si conosce tutti e ci si aiuta tra vicini, magari si fa la spesa per la vecchina della porta accanto, senza finire sui giornali. Da questo punto di vista gli italiani hanno dato un bell’esempio di solidarietà».
“Il primo Natale” è già disponibile sulle piattaforme streaming via Internet, a tempo di record.
Picone: «Ci fa piacere. Anche perché è un modo per continuare a far vivere il cinema in queste settimane di sale chiuse».
Anche voi guardate più tv in questi giorni?
Ficarra: « Io mi sparo puntate su puntate della serie tv “I Soprano”, riguardo i film di Sergio Leone e Will Smith. E rileggo Camilleri...».
Picone: «Io sto sviluppando una vera dipendenza dalla serie “La casa di carta” su Netflix. E poi lavoriamo a nuove idee».
Volete dire che state già pensando a un nuovo film? Di che cosa parla?
Picone: «Adesso siamo nella fase “vale tutto”, quella in cui buttiamo sul tavolo ogni idea che ci viene in mente, e già ci sono quattro possibili film. Ma alla fine ne resterà uno solo, come in “Highlander”. Perciò è troppo presto per dire di cosa parlerà... non lo sappiamo neppure noi».
Come avviene la scelta definitiva tra i progetti? Vi capita mai di litigare a colpi di «Meglio la mia idea», «No, è meglio la mia»?
Picone: «No, perché il processo creativo è così complicato che alla fine non ci ricordiamo neppure più chi ha avuto lo spunto iniziale. Vi faccio un esempio: magari io dico: “Se facessimo un film con due ladri inseguiti dalla polizia?”. E Salvo: “Ma se invece che la polizia fossero le mamme?”. E io: “Giusto. E se invece di ladri fossero preti?”. Aggiungete un milione di passaggi così e avrete il film».
Nell’attesa di vederlo non ci resta che aspettare la Notte dei David, anche se ad applaudirvi non ci sarà il pubblico in sala ma solo... Carlo Conti.
Ficarra: «Sarà un piacere speciale ricevere il premio da Carlo perché ci conosciamo fin dai nostri esordi: nel 1997 eravamo già fianco a fianco a “Va ora in onda” su Raiuno».
Picone: «Il problema è che Carlo è sempre bellissimo. Per essere all’altezza dovremo rompere la quarantena e andare a prepararci in un centro estetico. Adesso guardo se sul modulo di autocertificazione c’è “lampada abbronzante per non sfigurare davanti a Carlo Conti”. Ma che strano... sai che tra tutte quelle voci non l’ho ancora trovata?».