"Mad Max: Fury Road" è il quarto capitolo (Interceptor, 1979; Interceptor - Il Guerriero della Strada, 1981; Mad Max - Oltre la Sfera del Tuono, 1985), uscito a distanza di trent'anni dal terzo, di una delle saghe più appassionanti di sempre, nata dalla brillante mente del regista George Miller (Ai Confini della Realtà, Le Streghe di Eastwick).
Siamo in un futuro post-apocalittico: la terra ormai non produce più vita. Il tiranno Immortan Joe, con la sua squadra di briganti, detiene il potere a Cittadella, una rocca fortificata dove è riuscito ad estrarre l'acqua dal suolo e la utilizza per soggiogare il popolo al suo volere. Nulla sembra poter cambiare finché la sua dama prediletta e "imperatrice" si ribella portando con sé le concubine del sovrano e scatenando la sua ira funesta. Max (Tom Hardy) unisce le forze con Furiosa (Charlize Theron) per sfuggire all'esercito di Immortan Joe. Quello che ne risulta è una corsa nel deserto frenetica, veloce e adrenalinica, a bordo di mezzi fatti di ferro e diavolerie meccaniche.
TOM HARDY, TRA VECCHIE E NUOVE STAR
La produzione del film è stata un po' tormentata. Le prime notizie in merito all'avvio si avevano già nel 2001, con Mel Gibson ancora nel ruolo di Max. Poi è stato rinviato, poi bloccato dal 2003 al 2009, poi Gibson non era più disponibile, soprattutto per età. Un disastro. Dopo aver passato al vaglio diversi attori per l'importante ruolo da protagonista, tra cui Jeremy Renner e Michael Biehn, la scelta è ricaduta su Hardy, già noto per film come Bronson, Inception, Warrior e, non da ultimo, Locke. A posteriori, possiamo dire una buona scelta, che sembra verrà portata avanti anche nei futuri capitoli della saga.
FURIOSA - CHARLIZE THERON
È in assoluto il personaggio più positivo del film e viene splendidamente interpretato da un'irriconoscibile Charlize Theron. Furiosa è la donna che non dimentica e sa covare la giusta vendetta in silenzio; è quella che sa quello che vuole e comanda; è quella con un'etica ferrea per cui battersi; è quella che non scappa davanti al pericolo o alle difficoltà. Furiosa è la classica eroina femminile del nostro tempo e si va ad aggiungere alla carrellata di donne che stanno animando cinema e tv. Anche in questo, Miller ha saputo essere un regista che sa guardare avanti.
GLI EFFETTI SPECIALI
I cultori dei primi episodi della saga si agitavano da mesi per la paura che Miller avrebbe potuto abbandonare l'artigianalità dei primi episodi, per calcare la mano con la tecnologia. Nonostante l'uso della computer graphic sia evidente, il regista ha seguito la vecchia scuola, quella fatta di location, stunt e trucco. Leggenda vuole che, conoscendo questo suo imprinting, quando Miller ha proiettato in anteprima alcuni spezzoni del film al SXSW Festival, Robert Rodriguez gli abbia chiesto come diavolo fosse riuscito a girare certe scene. La computer graphic è stata usata per rimuovere dei passaggi di acrobazie, per il braccio meccanico di Charlize Theron - Furiosa e per accentuare alcuni aspetti di paesaggio.
La fotografia del film firmata Jon Seale (Il Paziente Inglese, Rain Man, Harry Potter e La Pietra Filosofale, L'attimo Fuggente, solo per citarne alcuni), tutta giocata sui toni dell'oro o del blu, e i costumi di Jenny Beavan (Il Discorso del Re, Black Dahlia, Alexander, Anna and The King) fanno il resto e sono tra gli aspetti migliori di questo nuovo capitolo.
GEORGE MILLER
George Miller è entrato nell'Olimpo dei cultori cinematografici grazie al personaggio di Mad Max, che nei primi tre episodi era interpretato da un giovanissimo Mel Gibson, diventato noto al grande pubblico proprio grazie a questo ruolo. Con Mad Max: Fury Road, Miller ha dovuto cimentarsi con un sequel che, allo stesso tempo, è anche un reboot. Mad Max viene interpretato qui da un bravo Tom Hardy, che più di una volta, nelle interviste, ha affermato che questo film doveva creare un immaginario per rilanciare e rivisitare un mondo, usando lo stesso personaggio noto. Miller in pratica ha dovuto calare il suo protagonista in un mondo conosciuto, ma aggiornato di trent'anni.
LE DONNE
Abbiamo già parlato di Furiosa, l'eroina del film, ma "Mad Max: Fury Road" è ricco di figure femminili interessanti. Innanzitutto le mogli del mostruoso sovrano Immortan Joe, una serie di bellezze incredibili tra cui Rosie Huntington-Whiteley (compagna di Jason Statham, fra l'altro), Zoë Kravitz e Riley Keough. Queste donne sono state scelte e destinate a portare in grembo la futura progenie del sovrano. Aiutate da Furiosa, scappano al loro destino funesto, fatto di schiavitù voluta da un uomo deplorevole.
Non basta: verso la fine del film, incontriamo Le Molte Madri, la tribù di sole donne a cui apparteneva Furiosa prima di essere "data in pasto" a Immortan Joe. Tra di loro, nel cast, una rediviva e sempre affascinante Megan Gale. Saranno loro che aiuteranno l'eroina insieme a Max, a portare a termine il piano di ribellione e ad affrontare la battaglia conclusiva.
La scena finale del film, su cui non vi anticipiamo nulla, è molto emblematica sul ruolo che le donne, secondo Miller, avranno nel futuro del mondo (vedere per credere). Non sappiamo se al pubblico maschile, da sempre molto protagonista della saga, piacerà questo cambio di prospettiva.
VIOLENZA
La violenza fisica e brutale c'è e si vede. I combattimenti platealmente coreografici e l'utilizzo di armi old school, come pistole, fucili e catene, con cui giocare, stempera la tensione creando intrattenimento. La violenza che pesa è, come sempre, quella psicologica legata al soggiogamento, alla povertà intellettuale e spirituale. Alcune scene su tutte? L'attesa della cascata d'acqua giornaliera concessa dal sovrano al suo popolo che, sebbene il film sia ambientato in un futuro ipotetico, sembra regredito all'età della pietra; una stanza piena di donne-nutrici a cui, come le mucche, viene munto il latte materno per creare il nutrimento dei più benestanti.
UN FILM ESAGERATO
Dalla colonna sonora firmata Junkie XL, alla customizzazione delle macchine, fino agli incidenti, ma anche ai denti che diventano pallottole, le fiamme che alimentano i roboanti motori, il trucco e i costumi dei predoni, tutto in Mad Max: Fury Road è volutamente esagerato. Le battaglie, addirittura, vengono alimentate a suon di chitarra elettrica da un musicista marionetta che, con i suoi suoni, carica l'esercito pronto a morire galvanizzato. Insomma, gli amanti di questo modo così spinto di fare intrattenimento, avranno di che divertirsi.
LA MORALE
«Sai, la speranza è un errore» dice Max a Furiosa in un momento del film. Tutta la storia che ci viene raccontata da Miller è un modo per ammonirci a riflettere sul nostro presente, al nostro qui, oggi, ai valori che dobbiamo portare avanti nelle nostre esistenze, a non pensare solo ad una ricchezza privata, ma per tutti. A vivere rispettando il posto in cui siamo: il nostro Pianeta. L'uomo sta uccidendo il mondo. Argomento inflazionato? Forse, ma Miller non ce lo rende né stucchevole né fastidioso. La intro apocalittica, i paesaggi di sola sabbia, l'acqua che diventa uno strumento di potere così come le piante, i semi che vengono custoditi come tesori nella speranza di un futuro diverso, sono elementi disseminati nel film. E un po' d'ansia l'abbiamo percepita.
IL SOTTOTESTO RELIGIOSO
"Mad Max: Fury Road" ha un evidente sottotesto, che è anche una critica, a un modo di predicare valori con la forza del potere (detenendo l'acqua), ma anche di assorbirli in modo non consapevole. Miller racconta la storia più vecchia del mondo: quella di chi non ha nulla dalla propria vita terrena e quindi aspira ad un'esistenza diversa dopo la morte. Una speranza a cui aggrapparsi e per cui vale la pena sacrificarsi. Valhalla si chiama il paradiso agognato nel mondo di Mad Max e tutti i guerrieri del perfido sovrano Immortan Joe, vogliono arrivarci, galvanizzati dalle promesse di accesso in caso di atti gloriosi.