A "1917" Sam Mendes ha lavorato per diverso tempo, si tratta del film a cui ha dedicato gli anni successivi alla regia per la saga di James Bond: "Skyfall" (2012) e "Spectre - 007" (2015).
Esce al cinema il 23 gennaio, ma ha già vinto: ai Golden Globe come Migliore film drammatico e Migliore regia; ai PGA Award 2020 (Producers Guild Association) come il Miglior film; ai Critics' Choice Awards come Miglior regia, Miglior fotografia e Miglior montaggio. È candidato a dieci premi Oscar tra cui Miglior film, Miglior regia, Miglior sceneggiatura originale, Miglior fotografia e Miglior sonoro.
Ambientato sul finire della Prima Guerra Mondiale, ha una trama semplice che viene resa speciale da una regia da manuale. Giocato come se fosse un infinito piano sequenza, "1917" non perde mai di ritmo ed è ricco di colpi di scena. È una bella storia d’amicizia e una terrificante storia di guerra. Un film importante sia per ciò che racconta sia per come lo racconta.
La trama di "1917"
6 aprile 1917, Prima guerra mondiale. I giovani caporali dell’esercito britannico Schofield (George MacKay) e Blake (Dean-Charles Chapman) vengono incaricati dal proprio battaglione, l’ottavo, di attraversare le linee nemiche per consegnare un messaggio a un gruppo di alleati: quello di non attaccare all’alba perché stanno per finire in una trappola tedesca. La missione è suicida e i due hanno poche ore per riuscire a salvare 1600 vite, tra cui quella del fratello di Blake.
Il cast
Protagonisti assoluti di "1917" sono i giovani attori George MacKay (“Captain Fantastic”) nei panni del Caporale Schofield e Dean-Charles Chapman (“The King”) in quelli di Blake, entrambi bravissimi a raccontare la difficile prova bellica e d’amicizia a cui sono sottoposti. Attorno a loro nel corso del film compaiono una serie di nomi noti del cinema internazionale che vengono utilizzati per piccoli ruoli: una scelta di regia senza dubbio originale. Colin Firth (“Il discorso del re”) è il Generale Erinmore, incaricato di assegnare la missione ai due ragazzi. Il bravissimo Andrew Scott (“Fleabag” la serie) è il cinico Tenente Leslie, mentre Mark Strong (“Kingsman” la saga) è l’affabile Capitano Smith. Non è finita: Richard Madden è il Tenente Joseph Blake, fratello di George, e Benedict Cumberbatch è il Colonnello Mackenzie, lo spietato militare a cui i due giovani devono riuscire a recapitare il messaggio di non attaccare.
La regia di Sam Mendes
La regia non è solo una questione di movimenti di camera. È la capacità di sviluppare un racconto per immagini, attraverso la direzione degli attori e lo sviluppo di una trama filmica in grado di unire fotografia, sonoro, montaggio. Sam Mendes è senza dubbio, tra i candidati agli Oscar di quest’anno, colui che più si merita di vedere riconosciuto questo talento. E non perché la decisione di girare un film come se fosse un lungo piano sequenza - non lo è: alcuni tagli sono evidenti, altri per nulla, tanto che il film è stato candidato anche nella categoria Miglior montaggio - sia un’originalità meritevole, quanto perché è perfetto per la storia che sta raccontando. Non perdiamo mai di vista i protagonisti, siamo costantemente su di loro, sulla loro missione, entriamo nell’orrore che vivono e nelle storie che li hanno fatti finire sul campo. Li conosciamo nel profondo e partecipiamo a tutto ciò che accade loro nel percorso che li porta verso il compimento della loro missione. Sono due ragazzi normali che si fanno eroi in battaglia, per dimostrare a se stessi che possono esserlo anche nella loro vita lontano da lì.
La storia di famiglia del regista
L’idea di “1917” è arrivata a Sam Mendes dai racconti di suo nonno Alfred H. Mendes, a cui il regista ha dedicato il film. I racconti erano infarciti di personaggi che Alfred conobbe quando era caporale durante la Prima guerra Mondiale. Nel 1917 aveva 19 anni: per la sua bassa statura - era alto solo 1 metro e 60 - fu scelto come messaggero sul Fronte Occidentale. Attraverso i suoi racconti, Alfred riuscì a calare il nipote nel duro mondo delle trincee e in quella Terra di Nessuno, ovvero il territorio indefinito situato tra gli Alleati e le barriere nemiche, diventato il set del film. La storia dei due ragazzi di "1917" è frutto della fantasia di Mendes, ma le memorie belliche del nonno e approfondite ricerche all'Imperial War Museum di Londra hanno portato il regista a una storia che gode di un’ottima ricostruzione storica, anche dal punto di vista emotivo.