Il super eroe più lillipuziano di tutto il Pantheon Marvel è tornato! Dopo un primo episodio in gran forma e una fugace apparizione in «Captain America: Civil War», Scott Lang(Paul Rudd) e la sua super tuta capace di miniaturizzarlo sono di nuovo sulla breccia. Al suo fianco c’è sempre Hope Van Dyne (Evangeline Lilly), fiamma del primo episodio che ora veste la super tuta di Wasp (“vespa”, in inglese) e gli si affianca in un film ancora più avvincente e spettacolare dell’episodio originale.
Gli eventi del secondo Ant-Man avvengono, nella cronologia dei film Marvel, tra Civil War e Infinity War. Quindi, i supereroi degli Avengers hanno appena finito di litigare tra di loro, ma non sanno che destino li aspetta non appena Thanos arriverà dalle parti della Terra. Ant-Man è agli arresti domiciliari proprio perché ha usato i suoi super-poteri insieme a Captain America. Sebbene manchino pochi giorni alla fine della sua pena, Scott è costretto a indossare di nuovo la sua super-tuta perché Hope e suo padre Hank, lo scienziato che ha inventato la miniaturizzazione umana per lo Shield, hanno fatto un’incredibile scoperta. La madre di Hope, Janet Van Dyne, è intrappolata da decenni nel microcosmo subatomico. Soltanto Scott, nei panni di Ant-Man e Hope, in quelli di Wasp, potranno capire come fare a salvarla.
Il cast
Ant-Man è Paul Rudd (Le regole della casa del sidro, A cena con un cretino), mentre Wasp/Hope è Evangeline Lilly (l'indimenticabile Kate di Lost). Papà inventore è Michael Douglas, la sua consorte dispersa nel microcosmo è l’altrettanto celebre Michele Pfeiffer. Arriveranno anche Laurence Fishburne (Matrix) e Michael Pena, nel ruolo della “spalla comica” di Ant-Man.
A chi piacerà
Dopo il devastante finale di Infinity War, «Ant-Man and the Wasp» è il film Marvel che ci voleva: leggero e divertente, quasi un antidoto alla depressione post-guanto di Thanos. La coppia formata da Paul Rudd e Evangeline Lilly funziona grazie a quell’alchimia di amore litigarello, frecciatine divertenti e intesa da manuale nei duelli contro i super cattivoni che a turno decidono di mettere il bastone tra le ruote ai Van Dyne. Lei è il super eroe serio e che decide il piano, che ha in mente cosa fare e quando; lui è lo scavezzacollo combinaguai, che ha già messo in pericolo la loro relazione e – quasi – la loro esistenza, ma con un sorriso beffardo si fa perdonare tutto.
Visivamente, il secondo Ant-Man è prevedibilmente spettacolare: i due supereroi continuano a rimpicciolirsi per sfuggire ai nemici umani e sovrumani, per poi crescere a dismisura e usare dei TIR come skateboard quando si tratta di menare le mani. Decisamente, un film da vedere sul grande schermo. Meglio se in 3D, usato in questo film solo dove serve e per l’effetto giusto, senza esagerare.
Ant-Man è uno dei rari casi in cui il seguito riesce meglio del film originale: con i personaggi già definiti e delineati, le due ore del film sono dedicate alla “missione principale” della famiglia Van Dyne e a risolvere la crisi iniziale tra Ant-Man e Wasp. I nemici ci sono, e parecchi: c’è Ghost con i suoi poteri apparentemente invincibili, c’è la banda di malviventi scemi e inconcludenti, c’è la polizia che cerca di beccare in castagna Scott ma non ci riesce mai, perché all’ultimo sparisce e si fa trovare dove dovrebbe essere, come la Regina nel gioco delle tre carte. Un consiglio: dopo tanti film Marvel, non crediamo sia necessario più dirlo, ma nel dubbio meglio non rischiare: non alzatevi dalla poltrona fino alla fine dei titoli di coda!
I super-eroi Marvel uniti in un kolossal destinato ad abbattere molti record. Non ci si limita ai «soliti» Avengers, da Iron Man a Hulk, ma anche i Guardiani della Galassia, Ant-man, Doctor Strange e i personaggi dell’ultimo «Black panther»