Dal 25 gennaio, tornano insieme al cinema dopo dieci anni
Che bello andare al giornale e incontrare “I Soliti Idioti”! Nel senso del duo comico Fabrizio Biggio - Francesco Mandelli, che è passato a trovarci. Telefonini alla mano, c’è chi chiede loro un filmatino degli “zarri della Barona” e chi un “Sono subito da lei!” della sadica postina, ma finalmente riusciamo a prenderli da parte e a cominciare l’intervista sul film “I Soliti Idioti 3 - Il ritorno”, che li vede di nuovo insieme al cinema dopo quasi dieci anni. E Francesco comincia così: «La prima cosa che ci teniamo a dirti: tra di noi alchimia zero!».
Volevo appunto farvi la classica domanda su qual è il segreto della vostra alchimia...
Mandelli: «I soldi. Quando ci sono quelli, c’è anche l’alchimia».
Biggio: «No dai, il fatto è che non si può spiegare, è come quando ti innamori di una donna e ti chiedi: “Perché proprio lei?”. Io avrei potuto trovare donne molto più belle di Mandelli, eppure... è l’amore!».
Mandelli: «Abbiamo avuto anche la crisi: dieci anni senza lavorare insieme».
Eppure i vostri personaggi sono più attuali che mai.
Biggio: «È anche merito dei social. Ho scoperto che i compagni dei miei figli si mandano su TikTok gli sketch della serie originale. Neppure lo sanno che è del 2009: per loro sono nuovi!».
Forse la più “immortale” di queste maschere è il terribile papà Ruggero, che maltratta sempre il tenero figlio Gianluca. Anche se qui, all’inizio, Ruggero è in coma...
Biggio: «Già. Poi però mi chiamano dall’ospedale con una “buona notizia” e io protesto: “Mi avevate promesso che non si sarebbe risvegliato più!”».
Mandelli: «In realtà quei due hanno bisogno l’uno dell’altro, quindi non si lasceranno mai. E visto che sono agli antipodi, ci permettono di mettere in scena qualsiasi argomento. In questo film per esempio Gianluca lotta per l’ambiente e Ruggero... non molto».
Adesso però fateci una promessa. Riuscirà il metallaro Sebastiano a completare un’operazione in posta con l’operatrice Gisella? Vi prego, sono 15 anni che ci prova...
Biggio: «No, niente da fare. Questa volta lui spera di riuscirci con un’applicazione sul telefonino. Spera che la tecnologia lo aiuti. Invece raddoppia solo la rottura di scatole. Come lo Spid (il sistema di identità digitale, ndr) nella vita reale, no? Per noi è evidente che dietro allo Spid c’è un essere sadico e malvagio. Simboleggiato dalla postina Gisella».
Mandelli: «Il bello è che Sebastiano è un metallaro molto pacifico, sempre vittima della burocrazia. Io l’ho visto davvero, è un signore brianzolo che conosco, ma non posso fare il nome».
Biggio: «La postina invece era la mia prof di latino e greco. Per questo noi non ci preoccupiamo del “politicamente corretto”: queste persone esistono davvero! Le abbiamo solo un po’ esagerate...».
E intanto Patrick e Alexio, gli “zarri della Barona”, diventano padri. Questo li spingerà a migliorare il linguaggio, visto che si esprimono esclusivamente a parolacce?
Biggio: «Ancora: per loro nessuna speranza. Non “risciacquano i panni in Arno” come il Manzoni».
Mandelli: «Al massimo nel Lambro. E quando li tirano su, sono peggio di prima».
Biggio: «In realtà quei due siamo noi. Una volta, in macchina, ci siamo accorti che ogni tre parole ne mettevamo una... così. E sono nati i personaggi».
Ma quanti personaggi avete inventato?
Biggio: «Penso che siamo arrivati a una trentina di “coppie” diverse».
Mandelli: «A ogni giro scegliamo dei personaggi e a malincuore ne lasciamo da parte altri. Però il bello è che poi quelli sono pronti e freschi per il film successivo».
Nei titoli di coda ringraziate “Rosario Fiorello, che è stato il primo a rimetterci in tv!”. Perché?
Mandelli: «Abbiamo scritto il film mentre Fabrizio era impegnato anche in “Viva Rai2!”, quindi è stato molto complicato e Fiorello ci è venuto incontro in tutti i modi».
Biggio: «Lui tra l’altro è stato il primo a rimetterci in onda dopo che avevamo riformato la coppia per portare i nostri personaggi in teatro».
Mandelli: «Questo poi è il primo film che seguiamo al 100 percento e di cui firmiamo anche la regia, quindi era tutto ancora più complicato. Ci collegavamo via web, lui a Roma e io a Milano insieme a Ferruccio Martini, che è un po’ il terzo... vabbè».
Per chiudere, è il momento della domanda cattiva. Francesco, ma questo Fiorello, che arriva e ti “ruba” il partner per fare i suoi sketch, non ti fa un po’ arrabbiare?
Mandelli: «Io invece sono contento, perché a questo punto mi sento sullo stesso piano di Fiorello: entrambi lavoriamo con Biggio!».