Arriva anche nelle nostre sale il film nominato agli Oscar «Il diritto di contare». Taraji P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monae sono le protagoniste della vera storia di tre donne afro-americane che nel anni 60 hanno lavorato come matematiche presso la NASA, giocando un ruolo di fondamentale importanza per la storia americana.
Curiosa la scelta dei due titoli, sia quello originale che quello italiano. Nella versione orginale il film si intitola «Hidden Figures», ossia "figure nascoste", per indicare con il termine "figure" sia quelle donne che hanno cercato in tutti i modi di uscire dall’oblio che veniva loro imposto a causa del sesso e del colore della pelle, sia i numeri matematici che stanno dietro a tutte le loro brillanti scoperte. Nella versione italiana del film, il titolo «Il Diritto di Contare» prova a conservare questa importanza e cerca di far risaltare il doppio significato sia di contare inteso come diritto di valere, sia l’abilità di queste donne a sapersi destreggiare tra calcoli e cifre senza discriminazioni.
Il film è tratto da una storia vera che si ispira alle reali esperienze vissute in quel periodo dalle tre matematiche Katherine Johnson, Mary Jackson e Dorothy Vaughan. Le protagoniste della vicenda, tra cui la Johnson, sono rimaste molto sorprese quando hanno scoperto che la storia della loro vita sarebbe diventata un film.
Il film è diretto da Theodore Melfi, regista che ha debuttato con il bellissimo «St Vincent», film in cui uno scontroso Bill Murray si trova a fare da babysitter al figlio della sua vicina di casa, interpretata da Melissa McCarthy. Al secondo film da regista, Melfi si può dire soddisfatto dato che ha conquistato ben tre candidature agli Oscar: una come Miglior Film, una come Miglior sceneggiatura non originale e una come Miglior attrice non protagonista per Octavia Spencer.
Sebbene le vicende del film si svolgano principalmente in Virginia, le riprese si sono in realtà svolte in Georgia e tra le location ci sono anche la Lockheed Martin Aeronautics e la Dobbins Air Reserve Base.
Il set che viene utilizzato come casa di Dorothy Vaughn è in realtà una importante storica dimora che si trova ad Atlanta e dove si è verificato persino l’incontro tra Martin Luther King e la leggenda dei diritti civili Ralph Abernathy.
Mark Armstrong, figlio dell’astronauta dell’Apollo 11, Neil Armstrong, è stato invitato dall’attore Ken Strunk a fare un cameo nel film. Il figlio del famoso astronauta compare tra la folla durante la scena in cui Paul Stafford (Jim Parsons) pronuncia il discorso rivolto a tutti gli ingegneri della NASA.
Al contrario di quanto mostrato nel film, la relazione professionale tra le protagoniste e gli ingegneri non è stato poi così conflittuale e ostile come si vuole far credere. Sicuramente non sono mancate le questioni razziali, ma la maggior parte degli ingegneri erano perfettamente in grado di lavorare al computer senza alcun tipo di problema.
Per prepararsi al meglio per il suo ruolo, Taraji P. Henson ha voluto incontrare la vera Katherine Johnson, oggi 98enne, per discutere i dettagli del suo personaggio. La Henson ha così scoperto curiosità incredibili su questa donna che si è diplomata a soli 14 anni e si è laureata a 18. L’attrice è rimasta particolarmente colpita dalla lucidità della Johnson ed è rimasta soddisfatta quando, in seguito alla prima proiezione privata, la studiosa le ha fatto i complimenti per la sua interpretazione.
Il regista fa un uso particolare dei colori per mostrare il contrasto tra gli ambienti e allo stesso tempo evidenziare metaforicamente gli stati d’animo dei protagonisti della storia. Ai freddi colori della NASA, con tonalità che virano sul bianco e sul grigio, si oppongono i colori più caldi utilizzati per gli interni dell’ufficio di Harrison e per gli interni delle case delle tre protagoniste.
Nella realtà dei fatti John Glenn era decisamente molto più vecchio rispetto a come viene descritto nel film. Durante il lancio, avvenuto nel gennaio del 1962, aveva circa 41 anni, mentre l’attore che lo interpreta nel film, Glen Powell, ha solo 28 anni.
Sembra che durante la cerimonia dei Golden Globe Awards si sia creata una certa confusione tra «Il diritto di contare» e «Barriere» a causa dei titoli originali del film. Il titolo originale de «Il diritto di contare» è «Hidden Figures», mentre quello di «Barriere»è «Fences». Alcuni, però, continuavano a chiamare il film in questione come “Hidden Fences”. Entrambi i film erano in nomination nella categoria per la Migliore Attrice Non Protagonista con Octavia Spencer nominata per «Il diritto di contare» e Viola Davis nominata per il suo ruolo in «Barriere». Ad avere la meglio è stata la Davis.