Il nuovo “Piccole Donne” di Greta Gerwig è al cinema

In sala dal 9 gennaio, il nuovo adattamento scritto e diretto da Greta Gerwig è un grande omaggio a Louisa May Alcott

Da sinistra: Emma Watson (Meg), Florence Pugh (Amy), Saoirse Ronan (Jo) ed Eliza Scanlen (Beth) in "Piccole donne"
9 Gennaio 2020 alle 12:24

Obama lo ha inserito nella lista dei suoi film preferiti del 2019. Guillermo Del Toro, vincitore dell’Oscar al miglior film nel 2018 con “La forma dell’acqua”, ha scritto su Twitter che è «confezionato in maniera squisita». La critica internazionale ne ha scritto soltanto bene e i risultati al botteghino delle prime due settimane di programmazione negli USA hanno superato ogni più roseo pronostico. Non stiamo parlando di un film dalla storia inedita, ma del nuovo “Piccole Donne”, in sala dal 9 gennaio, ennesimo adattamento del famosissimo romanzo per l’infanzia di Louisa May Alcott, pubblicato nel 1868 (edito in Italia in due volumi separati: “Piccole donne” e “Piccole donne crescono”). 

La storia la conosciamo bene, ma riesce ad arrivare al cuore dello spettatore anche se l’abbiamo già vista in tutte le salse sul grande e piccolo schermo (l’adattamento più recente risale al 2017, una miniserie per la BBC; tra le altre versioni celebri ci sono quella del 1949 con Liz Taylor e Janet Leigh, e quella del 1994 con Winona Ryder nei panni di Jo). 

Merito della scrittura e della regia di Greta Gerwig, che riesce a infondere a una storia vecchia di 150 anni un guizzo attuale e moderno pur restando fedele alla visione dell’autrice. E naturalmente merito anche del cast, in cui figurano nomi come Laura Dern e Meryl Streep e su cui risaltano in particolare le interpretazioni di Saoirse Ronan nei panni di Jo e di Florence Pugh in quelli di Amy.

Una storia intramontabile

La trama di “Piccole donne” è sempre la stessa. Il film racconta l’adolescenza e l’età adulta delle sorelle March, piene di sogni e ambizioni: Meg (Emma Watson), romantica ed elegante, sogna un grande amore e la ricchezza; Jo (Saoirse Ronan) è più anticonformista, vuole diventare una scrittrice di successo e non sposarsi mai. Poi c’è Beth (Eliza Scanlen), così timida da non riuscire neanche ad andare a scuola, dolce e benvoluta da tutti; e infine la più piccola, Amy (Florence Pugh), aspirante artista, ragazzina tutta pepe dal capriccio facile.

Attorno a loro, un padre tragicamente assente perché impegnato nella Guerra di secessione, una madre eccezionale (Laura Dern) che è la roccia della famiglia, gran lavoratrice e dispensatrice di consigli di vita, la scorbutica zia March (Meryl Streep), che insiste sull’importanza che le nipoti trovino un buon partito, e il ricco vicino di casa Laurie (Timothée Chalamet), innamoratissimo della migliore amica Jo. 

Emma Watson, Saoirse Ronan, Florence Pugh ed Eliza Scanlen in una scena del film

Le recite che preparano a casa, i litigi e le riappacificazioni, i dispetti e le risate, il viaggio in Europa di Amy, la malattia di Beth, il matrimonio di Meg e il lavoro di Jo: il film ripercorre tutti gli eventi cardine del libro, ma in maniera diversa. Se Louisa May Alcott aveva optato per una narrazione cronologica degli eventi, Greta Gerwig invece ribalta tutto e mescola le linee temporali, alternando il presente - con le sorelle March già adulte - a scorci di un passato felice nonostante le difficoltà economiche della famiglia. 

Tassello dopo tassello, il film ricostruisce la storia di Jo e delle sue sorelle come se fosse un puzzle e la scrittura di Gerwig riesce a scavare nel testo di Alcott portando alla luce parallelismi, dualismi e confronti che in qualche modo fanno riscoprire i personaggi già così ben noti e amati.

L'omaggio a Louisa May Alcott

Greta Gerwig fa anche più di questo: “Piccole donne” è un grande omaggio a Louisa May Alcott. Per il libro, la scrittrice americana aveva preso spunto dalla sua stessa vita e da quella delle sue tre sorelle: Jo è il suo alter ego letterario di ragazza anticonformista che sognava di diventare scrittrice, mentre le sorelle Anna, Elizabeth e May furono d’ispirazione per i personaggi di Meg, Beth e Amy. Anna, la maggiore, era versata nella recitazione proprio come Meg; Elizabeth detta Lizzie morì di scarlattina a 22 anni, e May - anagramma di Amy - era un’artista di talento che poté studiare in Europa grazia all’aiuto economico di Louisa.

La Jo interpretata da Saoirse Ronan non è solo l’alter ego di Louisa May Alcott, ne è lo specchio: scrive con la mano sinistra quando la mano destra le fa male per il troppo scrivere, proprio come era solita fare la sua creatrice, e soprattutto parla come lei. Se i vari dialoghi del film spesso riprendono pari pari quelli del libro, alcune delle battute di Jo invece arrivano dritte dai diari di Alcott.

Florence Pugh ed Eliza Scanlen in "Piccole Donne"

Il nuovo “Piccole donne” è un vero e proprio omaggio a una scrittrice che ha precorso i tempi, che si è strenuamente opposta alla società che la voleva sposata ed economicamente dipendente dal marito e che, cresciuta nell’estrema povertà, è riuscita a diventare ricca grazie a un libro che inizialmente non voleva neppure scrivere. Una sorte diversa rispetto a quella riservata al suo alter ego: alla fine di “Piccole donne crescono”, Jo rinuncia al sogno di diventare scrittrice, si sposa e apre una scuola. Un finale dolceamaro per il quale Alcott subì pressioni, anche se in una lettera rivelò che Jo «sarebbe dovuta rimanere una zitella letteraria» (come lei, che non si sposò mai). 

E quindi Gerwig sceglie di omaggiare ulteriormente la scrittrice modificando leggermente il finale, intrecciando il destino letterario di Jo con quello della sua autrice, mescolando le loro storie per ridare valore ai sogni e alle ambizioni delle piccole donne nate 150 anni fa, che hanno accompagnato l’infanzia e l’adolescenza di diverse generazioni di lettori e lettrici. 

Saoirse Ronan in "Piccole Donne"
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