10 Maggio 2019 | 18:00 di Paolo Paglianti
Solo, ferito e reietto. E poi piove: John Wick (Keanu Reeves) sta fuggendo, inseguito dai killer di mezzo mondo e con una taglia di 14 milioni di dollari sulla testa. Provano a ucciderlo i sicari cinesi, quelli italiani, i russi, ma lui resiste e li fa fuori tutti. Andare in pensione non è facile, oggigiorno. Specie per un killer abilissimo addestrato da società segrete, i cui servigi sono richiesti dalle “cupole” di tutto il mondo. Ha provato ad appendere katana e fucile d’assalto al proverbiale chiodo, ma la violenza riesce sempre a trovarlo. E ora è in fuga, ricercato da ogni killer del globo.
Il trailer

Cosa è successo finora
Ma procediamo con ordine. Nel primo John Wick, classe 2014, abbiamo conosciuto l’omonimo ex killer: ritiratosi in una villa per vivere il solitario dolore per la prematura morte dell’amata moglie, John svela le sue sconfinate abilità di assassino nato quando una banda di delinquenti russi ha l’astutissima idea di rubargli l’auto e – soprattutto – uccidergli l’adorata cagnetta. John Wick scatena la sua ira sull’intera banda, ammazzando quintalate di russi nei modi più ingegnosi e acrobatici.
Nel secondo John Wick, anno di grazia 2017, John viene ingaggiato da Santino D’Antonio, boss della camorra (interpretato da Riccardo Scamarcio) che gli chiede di onorare un antico impegno e di far fuori la sorella (Claudia Gerini) per soffiarle il posto di “capo” della cupola italiana e nella “Tavola alta”, la super società segreta che riunisce ogni fuorilegge della Terra. John Wick all’inizio non sembra aver molta voglia di ricominciare con la vecchia vita, ma Santino sa come convincere le persone: gli fa saltare per aria la casa a colpi di granate. John decide di accettare l’incarico, ma non appena la sorella di Santino lascia questa valle di lacrime, il boss camorrista sguinzaglia tutta la sua banda contro il nostro eroe con l’ironica scusa della vendetta (“mi hai ucciso la sorella!”) perché vuol far sparire un testimone scomodo delle sue malefatte.
John si rifugia nel Continental, il Grand Hotel di New York che è base e rifugio dell’organizzazione globale di malavitosi, ma viene raggiunto da Santino. Il camorrista ha la peggio nell’immancabile duello finale, ma John Wick si macchia di un “crimine” indelebile: ha ucciso un “collega” in un luogo di pace per tutti i criminali del mondo. Il direttore del Continental, Wiston, lo esilia e lo scomunica, concedendogli però un’ora per fuggire.

Cast e regista
Nel terzo episodio, al fianco di John Wick / Keanu Reaves ritroviamo Ian McShane (I pilastri della Terra, American Gods) nei panni del Direttore del Continental e Laurence Fishburne (Matrix, Ant Man and the Wasp) in quelli del “re dei bassifondi” della Grande Mela. Tra le “new entry”, un’esplosiva Halle Berry (X-Men, Kingsman), Robin Lord Taylor (Gotham) e Mark Dacascos (con i suoi incredibili calci volanti!). Li dirige per la terza volta Chad Stahelski, campione di arti marziali, ex controfigura di Keanu Reaves in Matrix e ora regista specializzato in film d’azione.

La trama
John Wick 3 non è un film che passerà alla storia per i dialoghi: i protagonisti veri sono i duelli, le sequenze mozzafiato e i combattimenti che sembrano dei balletti, coreografie perfette che alternano calci volanti, mitragliate, esplosioni e accoltellamenti.
Difficile tenere il conto dei morti, di sicuro prima della fine del film arriviamo a un numero a tre cifre. Ma non ci si annoia: le sequenze, pur riproponendo una formula già vista in molti altri film d’azione e soprattutto nei precedenti due episodi della serie, riescono a incollare lo spettatore alla poltrona. Non ci sono praticamente pause, non c’è spazio per chiacchiere e, quando ci sono, rasentano i confini della logica, ma va bene così. Chi va al cinema per vedere John Wick 3 si aspetta schiaffi grandiosi e sparatorie da record e uscirà dal cinema soddisfatto.
Alcune sequenze, come quella di Casablanca o l’immancabile duello finale, sono di quelle che entreranno nella storia dei film d’azione: si sparano tonnellate di piombo (senza ricaricare quasi mai, peraltro, ma sono dettagli!), si combatte in modo molto ravvicinato, quasi “personale”, scaricando interi caricatori di pistola tra le scapole o sotto il casco del nemico. Lo spettatore non si spaventa, non ci si può inorridire: è una violenza esagerata, surreale. Non siamo ai livelli di Trinità e dei film di Bud Spencer e non è un film adatto ai bimbi più piccoli perché qualche scena un po’ sopra le righe c’è, ma siamo comunque lontani dai thriller e dalla violenza fastidiosa.
John Wick 3 è divertente perché quando il nostro eroe deve uccidere uno dei killer, prima lo colpisce con dieci coltelli da lancio, poi raccoglie un’ascia da terra e la lancia distrattamente in testa. Oppure si ritrova vicino a un nemico, gli spara, poi lo schiaffeggia, poi gli ruba un caricatore che usa con la sua pistola e poi gli spara di nuovo. Quasi quasi lo spettatore prova simpatia per l’ennesimo “minion” massacrato da John e dai suoi (rari) alleati, ma passa subito, non appena arriva la nuova ondata di killer già condannati in partenza.