John Wick 3 non è un film che passerà alla storia per i dialoghi: i protagonisti veri sono i duelli, le sequenze mozzafiato e i combattimenti che sembrano dei balletti, coreografie perfette che alternano calci volanti, mitragliate, esplosioni e accoltellamenti.
Difficile tenere il conto dei morti, di sicuro prima della fine del film arriviamo a un numero a tre cifre. Ma non ci si annoia: le sequenze, pur riproponendo una formula già vista in molti altri film d’azione e soprattutto nei precedenti due episodi della serie, riescono a incollare lo spettatore alla poltrona. Non ci sono praticamente pause, non c’è spazio per chiacchiere e, quando ci sono, rasentano i confini della logica, ma va bene così. Chi va al cinema per vedere John Wick 3 si aspetta schiaffi grandiosi e sparatorie da record e uscirà dal cinema soddisfatto.
Alcune sequenze, come quella di Casablanca o l’immancabile duello finale, sono di quelle che entreranno nella storia dei film d’azione: si sparano tonnellate di piombo (senza ricaricare quasi mai, peraltro, ma sono dettagli!), si combatte in modo molto ravvicinato, quasi “personale”, scaricando interi caricatori di pistola tra le scapole o sotto il casco del nemico. Lo spettatore non si spaventa, non ci si può inorridire: è una violenza esagerata, surreale. Non siamo ai livelli di Trinità e dei film di Bud Spencer e non è un film adatto ai bimbi più piccoli perché qualche scena un po’ sopra le righe c’è, ma siamo comunque lontani dai thriller e dalla violenza fastidiosa.
John Wick 3 è divertente perché quando il nostro eroe deve uccidere uno dei killer, prima lo colpisce con dieci coltelli da lancio, poi raccoglie un’ascia da terra e la lancia distrattamente in testa. Oppure si ritrova vicino a un nemico, gli spara, poi lo schiaffeggia, poi gli ruba un caricatore che usa con la sua pistola e poi gli spara di nuovo. Quasi quasi lo spettatore prova simpatia per l’ennesimo “minion” massacrato da John e dai suoi (rari) alleati, ma passa subito, non appena arriva la nuova ondata di killer già condannati in partenza.