“Belli ciao”, con Pio e Amedeo: trama, cast e trailer

Una commedia che ironizza sul mondo dei social e sulle differenze tra nord e sud d’Italia

Pio e Amedeo  Credit: © Riccardo Ghilardi
21 Novembre 2023 alle 11:24

Pio D’Antini e Amedeo Grieco arrivano in prima serata su Canale 5 con la commedia “Belli ciao” che regala tante risate di cuore. E Pio e Amedeo, ne vanno molto orgogliosi.

Cast

  • Genere: Commedia
  • Uscita: 2022
  • Durata: 87'
  • Regista: Gennaro Nunziante
  • Cast: Amedeo Greco, Lorena Cacciatore, Pio D'Antini

Trama

Pio e Amedeo sono due amici inseparabili, quando scatta il dilemma che attanaglia i giovani del Sud: mollare tutto in cerca di un futuro migliore o restare a casa e provare a costruire quel domani possibile? Pio parte per Milano, si laurea con lode e diventa un manager di successo. Amedeo invece resta in Puglia, gestisce un negozio di articoli sanitari e collabora, come assessore, con il sindaco del suo paese per fermare la fuga dei giovani dal Sud. Dopo essersi persi di vista a lungo si rivedono dopo 20 anni..

Trailer

«Con "Belli ciao" siamo tornati per farvi ridere»

Com’è nata l’idea di “Belli ciao”? Quanto tempo ci avete lavorato?
Pio: «È stato un lungo processo, in pratica un film nel film. Tutto è iniziato con il lockdown del 2020. Siamo rimasti bloccati per 15 giorni a Bari, a casa del regista Gennaro Nunziante. A scrocco, pranzi e cene. E lì ne abbiamo approfittato per buttare giù le basi del progetto. A ottobre abbiamo iniziato le riprese che poi si sono bloccate per la pandemia e abbiamo ricominciato a giugno 2021. Nel frattempo il direttore della fotografia si è preso il Covid, abbiamo vissuto le angosce di tutti. Il film lo abbiamo fatto per distrarci dalla pressione e aiutare gli italiani nella cupezza di questo periodo».

Gennaro Nunziante ha alle spalle quattro film con Checco Zalone e uno con Fabio Rovazzi. Come si è trovato a dirigere voi? Ha dovuto fare più fatica?
Amedeo: «Noi e Gennaro siamo proprio agli opposti per abitudini. Lui si sveglia quando noi andiamo a dormire, lui cura l’alimentazione mentre noi a tavola perdiamo la dignità. Ci ha dato la disciplina, perché svegliarsi alle 6 per andare sul set è difficile. Io così presto mi ero svegliato solo quando ho fatto la prima comunione. Ma alla fine gli opposti si attraggono: Nunziante ci ha insegnato che la storia viene prima delle battute. Se la storia è credibile, regge tutto il meccanismo della comicità».

La storia racconta di due ragazzi pugliesi, amici fin da bambini, che dopo la Maturità vivono il dilemma di tanti giovani del Sud: partire o restare? Sembra autobiografica.
Pio: «Lo è, perché io vivo realmente a Milano, mentre Amedeo abita giù in Puglia. Raccontiamo le ragioni di chi parte in cerca di successo e di chi resta attaccato alla propria terra».
Amedeo: «E così si scontrano due mondi, la realtà del business nelle grandi metropoli e quella più ancorata al mondo contadino».

I vostri personaggi fanno scelte diverse: Pio, da sempre appassionato di Economia, è un manager quotato, mentre Amedeo, che voleva fare il medico, ha aperto un negozio di articoli sanitari. Voi dopo la scuola sognavate già di fare i comici o avevate (voi e i vostri genitori) altri progetti?
Pio: «A casa mia, da figlio di due genitori con posti fissi, l’obiettivo era un concorsone. Ma il nostro vero obiettivo è sempre stato di essere autonomi…».
Amedeo: «…non lavorando, ma divertendoci. Ed è quello che continuiamo a fare, ormai da vent’anni insieme».

Con grande successo.
Pio: «Il film fa riflettere proprio su questo: vale la pena di andarsene e lasciare gli affetti per avere successo?».
Amedeo: «Con la smania del successo a tutti i costi, uno rischia di snaturarsi. Alla fine quello che ti salva è la semplicità, la lealtà».

Qual è il paese del Sud che si vede nel film?
Amedeo: «Sant’Agata di Puglia, un paesino di poche anime in provincia di Foggia. C’è un castello suggestivo, arroccato sul cucuzzolo di una montagna. È il classico posto dove un giovane si chiede: “Io che ci faccio qui? Vado o resto?”».

Nel film Pio si laurea all’Università “Sboroni”. Chiaramente è una parodia della prestigiosa Bocconi, che sforna fior di professionisti. Dite la verità, alla base c’è un po’ di invidia perché voi, invece, non avete finito gli esami di Scienze della comunicazione?
Pio: «Nooo, ma se avevamo già pronta la tesi su un format televisivo, intitolata “La valigia di cartone”».
Amedeo: «Pio dice bugie, falsità».
Pio: «Ok, lo ammetto, è vero: prendiamo in giro la Bocconi perché i bocconiani se la tirano».
Amedeo: «Con un approccio rigidamente “bocconiano” si perde tutta la creatività, che è la caratteristica che ha reso grande il nostro Paese».

In “Belli ciao” fate satira sui tratti più effimeri della “milanesità”. Ma a voi Milano piace?
Amedeo: «Pio ha fatto nascere sua figlia a Milano, non aggiungo altro. Io, diversamente da lui, invece faccio il pendolare e la cosa che mi piace di più è il treno di rientro a Foggia».
Pio: «Scherzi a parte, Milano è una città dinamica. E ti offre una cosa che altre metropoli europee come Londra e Parigi non ti danno: l’opportunità di realizzare i tuoi sogni».

Nel film ironizzate anche sul modo di parlare tipico dei social network: è tutto un «top, adoro, adoro, top…». Come si traducono «top» e «adoro» in foggiano?
Amedeo: «Con “face paura!” (fa paura, ndr), ma si pronuncia chiudendo e stringendo molto le vocali, f’-c’-p’-uuu-r’, tipo codice fiscale».

Il personaggio di Amedeo da piccolo è interpretato da Federico, suo figlio. Era il bambino più somigliante ai casting?
Amedeo: «No, è che si guadagnavano 400 euro a giornata: ho pensato che non si potevano sprecare… Con la paga, mio figlio si è fatto i regali di Natale da solo».

La sorellina di Federico, Alice, e la figlia di Pio, Chiara, come l’hanno presa? Avete promesso alle bambine che reciteranno nel vostro prossimo film?
Pio: «Magari scriviamo un film apposta per le due femminucce, vediamo».

Come i vostri rispettivi personaggi, anche nella vita di tutti i giorni Pio è un esperto di abiti maschili che compra mutande costosissime?
Amedeo: «Pio è davvero imbarazzante. Sa tutto di moda, sente pure i profumi nell’aria e li riconosce».

Amedeo, lei invece è bravo a cucinare come nel film?
Amedeo: «Ma quando mai, magari! Io so fare solo la frittata e scaldo il latte. Fine delle mie competenze in cucina».

Nella trama, la banale richiesta di qualche fogliolina di prezzemolo fatta da parte di Amedeo alla vicina di casa milanese di Pio scatena un putiferio… Anche questo è un episodio di vita vissuta?
Amedeo: «Pio i suoi vicini di casa a Milano neanche li conosce, li vede solo alle assemblee di condominio. Io invece a Foggia nel mio palazzo sono una vera star: ho una specie di immunità e posso anche non fare la delega per queste assemblee».

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