Sono al cinema con una commedia che ironizza sul mondo dei social e sulle differenze tra nord e sud d’Italia

Il 2022 inizia con il buon umore: Pio D’Antini e Amedeo Grieco sono al cinema con la commedia “Belli ciao” che regala tante risate di cuore. E Pio e Amedeo, a cui dedichiamo questo servizio di copertina, ne vanno molto orgogliosi.
Ormai ci avete preso gusto, tornate sulla copertina di Sorrisi a distanza di pochi mesi per il vostro nuovo film.
Amedeo: «Si vede che il cestino di Natale con le orecchiette che vi abbiamo mandato ha funzionato!».
La seconda cover è più bella della prima?
Pio: «Sì, perché vuol dire che stiamo continuando a fare cose belle e valide. La copertina di Sorrisi per chi fa il nostro mestiere è un punto di arrivo. E poi non siamo come quei cantanti che dicono che il secondo disco è più difficile del primo…».
Amedeo: «La prima volta io ero così felice che avevo comprato 20 copie del giornale, le ho tenute per ricordo. Adesso farò altrettanto».
Com’è nata l’idea di “Belli ciao”? Quanto tempo ci avete lavorato?
Pio: «È stato un lungo processo, in pratica un film nel film. Tutto è iniziato con il lockdown del 2020. Siamo rimasti bloccati per 15 giorni a Bari, a casa del regista Gennaro Nunziante. A scrocco, pranzi e cene. E lì ne abbiamo approfittato per buttare giù le basi del progetto. A ottobre abbiamo iniziato le riprese che poi si sono bloccate per la pandemia e abbiamo ricominciato a giugno 2021. Nel frattempo il direttore della fotografia si è preso il Covid, abbiamo vissuto le angosce di tutti. Il film lo abbiamo fatto per distrarci dalla pressione e aiutare gli italiani nella cupezza di questo periodo».
Gennaro Nunziante ha alle spalle quattro film con Checco Zalone e uno con Fabio Rovazzi. Come si è trovato a dirigere voi? Ha dovuto fare più fatica?
Amedeo: «Noi e Gennaro siamo proprio agli opposti per abitudini. Lui si sveglia quando noi andiamo a dormire, lui cura l’alimentazione mentre noi a tavola perdiamo la dignità. Ci ha dato la disciplina, perché svegliarsi alle 6 per andare sul set è difficile. Io così presto mi ero svegliato solo quando ho fatto la prima comunione. Ma alla fine gli opposti si attraggono: Nunziante ci ha insegnato che la storia viene prima delle battute. Se la storia è credibile, regge tutto il meccanismo della comicità».
La storia racconta di due ragazzi pugliesi, amici fin da bambini, che dopo la Maturità vivono il dilemma di tanti giovani del Sud: partire o restare? Sembra autobiografica.
Pio: «Lo è, perché io vivo realmente a Milano, mentre Amedeo abita giù in Puglia. Raccontiamo le ragioni di chi parte in cerca di successo e di chi resta attaccato alla propria terra».
Amedeo: «E così si scontrano due mondi, la realtà del business nelle grandi metropoli e quella più ancorata al mondo contadino».
I vostri personaggi fanno scelte diverse: Pio, da sempre appassionato di Economia, è un manager quotato, mentre Amedeo, che voleva fare il medico, ha aperto un negozio di articoli sanitari. Voi dopo la scuola sognavate già di fare i comici o avevate (voi e i vostri genitori) altri progetti?
Pio: «A casa mia, da figlio di due genitori con posti fissi, l’obiettivo era un concorsone. Ma il nostro vero obiettivo è sempre stato di essere autonomi…».
Amedeo: «…non lavorando, ma divertendoci. Ed è quello che continuiamo a fare, ormai da vent’anni insieme».
Con grande successo.
Pio: «Il film fa riflettere proprio su questo: vale la pena di andarsene e lasciare gli affetti per avere successo?».
Amedeo: «Con la smania del successo a tutti i costi, uno rischia di snaturarsi. Alla fine quello che ti salva è la semplicità, la lealtà».
Qual è il paese del Sud che si vede nel film?
Amedeo: «Sant’Agata di Puglia, un paesino di poche anime in provincia di Foggia. C’è un castello suggestivo, arroccato sul cucuzzolo di una montagna. È il classico posto dove un giovane si chiede: “Io che ci faccio qui? Vado o resto?”».
Nel film Pio si laurea all’Università “Sboroni”. Chiaramente è una parodia della prestigiosa Bocconi, che sforna fior di professionisti. Dite la verità, alla base c’è un po’ di invidia perché voi, invece, non avete finito gli esami di Scienze della comunicazione?
Pio: «Nooo, ma se avevamo già pronta la tesi su un format televisivo, intitolata “La valigia di cartone”».
Amedeo: «Pio dice bugie, falsità».
Pio: «Ok, lo ammetto, è vero: prendiamo in giro la Bocconi perché i bocconiani se la tirano».
Amedeo: «Con un approccio rigidamente “bocconiano” si perde tutta la creatività, che è la caratteristica che ha reso grande il nostro Paese».
In “Belli ciao” fate satira sui tratti più effimeri della “milanesità”. Ma a voi Milano piace?
Amedeo: «Pio ha fatto nascere sua figlia a Milano, non aggiungo altro. Io, diversamente da lui, invece faccio il pendolare e la cosa che mi piace di più è il treno di rientro a Foggia».
Pio: «Scherzi a parte, Milano è una città dinamica. E ti offre una cosa che altre metropoli europee come Londra e Parigi non ti danno: l’opportunità di realizzare i tuoi sogni».
Nel film ironizzate anche sul modo di parlare tipico dei social network: è tutto un «top, adoro, adoro, top…». Come si traducono «top» e «adoro» in foggiano?
Amedeo: «Con “face paura!” (fa paura, ndr), ma si pronuncia chiudendo e stringendo molto le vocali, f’-c’-p’-uuu-r’, tipo codice fiscale».
Il personaggio di Amedeo da piccolo è interpretato da Federico, suo figlio. Era il bambino più somigliante ai casting?
Amedeo: «No, è che si guadagnavano 400 euro a giornata: ho pensato che non si potevano sprecare… Con la paga, mio figlio si è fatto i regali di Natale da solo».
La sorellina di Federico, Alice, e la figlia di Pio, Chiara, come l’hanno presa? Avete promesso alle bambine che reciteranno nel vostro prossimo film?
Pio: «Magari scriviamo un film apposta per le due femminucce, vediamo».
Come i vostri rispettivi personaggi, anche nella vita di tutti i giorni Pio è un esperto di abiti maschili che compra mutande costosissime?
Amedeo: «Pio è davvero imbarazzante. Sa tutto di moda, sente pure i profumi nell’aria e li riconosce».
Amedeo, lei invece è bravo a cucinare come nel film?
Amedeo: «Ma quando mai, magari! Io so fare solo la frittata e scaldo il latte. Fine delle mie competenze in cucina».
Nella trama, la banale richiesta di qualche fogliolina di prezzemolo fatta da parte di Amedeo alla vicina di casa milanese di Pio scatena un putiferio… Anche questo è un episodio di vita vissuta?
Amedeo: «Pio i suoi vicini di casa a Milano neanche li conosce, li vede solo alle assemblee di condominio. Io invece a Foggia nel mio palazzo sono una vera star: ho una specie di immunità e posso anche non fare la delega per queste assemblee».
Oltre a far divertire gli italiani, quali sono i vostri buoni propositi per questo 2022? Avete qualche chiletto da smaltire dopo gli stravizi delle Feste?
Pio: «I chili da smaltire ce li abbiamo ogni anno, tanto vale smetterla di incaponirsi a volerli perdere. L’essenziale sarebbe riuscire a scrollarci tutti di dosso la negatività e tornare a goderci di più le cose semplici: l’affetto dei nostri cari, una pizza con gli amici».
È ufficiale: il vostro show “Felicissima sera” avrà una seconda edizione. Quando vi rivedremo in prima serata su Canale 5?
Pio: «Potrebbe essere ottobre o novembre, dipende dai Mondiali di calcio, da cosa farà la nostra Nazionale».
Nel frattempo dal programma è nato uno spettacolo teatrale, il “Felicissimo show”, che porterete in cinque serate in primavera.
Pio: «Sì, oltre al 3 maggio all’Arena di Verona, abbiamo aggiunto altre date nei palazzetti».
Ragazzi, non c’è due senza tre: la vostra prossima copertina di Sorrisi su cosa sarà?
Pio: «Su una sorpresa! Stiamo per tornare in tv con una bella cosa. Per noi merita, quindi facciamo come da Maria De Filippi ad “Amici”: lanciamo il guanto di sfida».
E per quando è pronta questa sorpresa?
Amedeo: «Tenetevi liberi per metà aprile».