«Se son rose…», Leonardo Pieraccioni nel nuovo film: «Date retta a me: le ex lasciatele stare!»

«Sono cambiato. Riproviamoci!». Con questo messaggino alle sue ex (in realtà inviato dalla figlia adolescente) il protagonista scatena il terremoto nella sua vita sentimentale

Leonardo Pieraccioni è nato a Firenze il 17 febbraio 1965. Da «I laureati (1995) a oggi ha diretto 13 film
29 Novembre 2018 alle 14:32

«Sono cambiato. Riproviamoci!». Con questo messaggino alle sue ex (in realtà inviato dalla figlia adolescente) il protagonista di «Se son rose...» scatena il terremoto nella sua vita sentimentale. E Leonardo Pieraccioni non cerca neppure di nascondere che nelle donne del film sono davvero ritratte le ex fidanzate della sua vita. «Claudia Pandolfi per esempio sarebbe Laura Torrisi. Avevo proposto la parte direttamente a lei, ma mi ha risposto: “Non ce la faccio a dirti anche in un film quello che ti ripeto da dieci anni nella vita vera!”».

Ma quel messaggino l’ha mandato anche nella realtà?
«No, perché ho dieci ex e sapevo già che almeno cinque mi avrebbero denunciato. Meglio farci un film. Però potremmo lanciare un’iniziativa tra i lettori: mandate quel messaggino e poi raccontateci in quante vi hanno risposto».

Nel caso del protagonista sono in quattro. E gli incontri sono uno più divertente dell’altro.
«Quando hai delle attrici così... Gabriella Pession la conosco da ragazzina, che la chiamavo “cerino” perché era tutta magra e con una cofana di ricci in testa. Con Michela Andreozzi c’è l’intesa dei vecchi amici. Antonia Truppo si è inventata un toscano che non esiste ma è credibilissimo... Oh, sia chiaro che sono tutte matte. Per fortuna che ho lavorato con una alla volta, perché quando ci siamo visti tutti insieme per la foto del manifesto avevo paura di lasciarci le penne. E Leonardino di qua, e Leonardino di là...».

Però Claudia Pandolfi dice che l’ha lasciata tutto il giorno su una barca sotto il sole e si è scottata i piedi.
«Ma sì, gli attori devono soffrire! E così s’è annoiata un po’, che mi serviva. Nel film mostro i motivi per cui gli amori finiscono, e la noia è il primo. Gli altri sono: il tradimento, la litigiosità e quando uno cambia e l’altro no».

Eh già, nel film si ride tanto ma c’è anche malinconia. E nostalgia. Che rapporto ha con questi sentimenti?
«Ne sono dipendente. Mia mamma diceva: “Te sei nato vecchio!” perché a 20 anni già avevo la nostalgia dei 15. Però ho risolto così: nei film ce ne metto giusto un goccio e il grosso lo sfogo nei racconti. Pensi che quando li ha letti Guccini, che non è che sia proprio un allegrone, mi ha detto: “Ma ragazzo mio qui devi fare qualcosa! Ma che mestizia!”».

Di cosa ha nostalgia oggi?
«Per esempio di quei bei rapporti d’amore che durano tutta una vita, come quello dei miei genitori. Io li invidio. Ma proprio non ce la faccio. L’amore così è come correre la maratona: c’è chi può e chi non può. Io non “può”. Io ho i tre anni».

I tre anni? E cioè?
«Dopo tre anni la relazione non mi funziona più. Ormai lo dico in anticipo alle donne che incontro, così lo sanno. Se son rose, sfioriranno».

Altri consigli d’amore?
«Depenalizziamo il tradimento.Dovrebbe passare da reato grave a infrazione ordinaria, di quelle che te la cavi con una multa. Sissignore, oggi basta una distrazione per mandare all’aria coppie perfette. Ma come si fa a non essere tentati ogni tanto? Il tradimento è grave solo se viene dal cuore, e se invece... ci siamo capiti».

Dopo questo film cosa farà?
«A Natale torno in teatro insieme a Carlo Conti e Giorgio Panariello. Naturalmente li ho costretti io. Quando li chiamo, Carlo fa il finto pigro: “Va bene, basta che non andiamo troppo lontano...”. Giorgio invece ci fa impazzire col suo perfezionismo. È capace di tenerci un pomeriggio a provare la posizione dei riflettori».

A proposito, sbaglio o una delle comparse di «Se son rose...» è un certo Carlo Conti?
«L’ha riconosciuto? È una sorta di scherzo che c’è tra noi: lui viene sempre a trovarmi sul set e io lo ficco in una scena, per la disperazione del direttore della fotografia. È così abbronzato che bisogna cambiare tutte le luci, se no viene scuro. Carlo appare per due secondi, ma non scriva dove. Vediamo se gli spettatori se ne accorgono».

Di sicuro si accorgeranno di un’altra attrice. Com’è lavorare con sua figlia Martina, che ha 7 anni?
«Difficile, anche se ha fatto solo due scene. Mi dà una mano ma in realtà si diverte di più con i pattini, per cui pretende che al suo arrivo sul set sia tutto già pronto: viene, gira la scena e se ne va a giocare. “Papà, o così o niente”. Neanche la Loren è tanto esigente».

Il cineracconto

ATTORI: Leonardo Pieraccioni, Michela Andreozzi, Elena Cucci, Caterina Murino, Claudia Pandolfi, Gabriella Pession, Mariasole Pollio, Antonia Truppo e Nunzia Schiano
GENERE: Commedia
DURATA: 90’
REGISTA: Leonardo Pieraccioni

TRAMA: Leonardo è un giornalista che ha esaurito stimoli e sogni. Stanca di vederlo così, la figlia adolescente rintraccia il numero delle sue ex e manda a tutte lo stesso sms: «Sono cambiato. Riproviamoci!». Rispondono in quattro. Una è diventata una suora laica, un’altra insegna filosofia all’università e ha due insopportabili gemelli, la terza è in depressione (Michela Andreozzi), la quarta si sta operando per diventare un uomo. In più Leonardo deve pensare all’ex moglie e alla figlia e chiarire finalmente il suo rapporto con la bislacca Ginora (Elena Cucci), amica ma anche amante. Ora per lui gli stimoli sono pure troppi!

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