Stefano Fresi e Giovanni storti nella commedia “Tutti a bordo”

Papà Bruno e nonno Claudio devono sorvegliare sette ragazzini scatenati su un treno, ma lo perdono...

29 Settembre 2022 alle 08:23

Un padre, un nonno e una banda di bambini da accompagnare in treno in Sicilia. Sembrerebbe una storia semplice, se non fosse che papà Bruno (Stefano Fresi) e nonno Claudio (Giovanni Storti) quel treno lo perdono... Inizia così “Tutti a bordo”, in sala dal 29 settembre, con una coppia inedita: Stefano Fresi e Giovanni Storti (stavolta senza Aldo e Giacomo).

Fresi, lei che papà (e figlio) è nel film?
Stefano Fresi: «Asfissiante, pieno di regole e regoline. Vieto i cellulari, mando i bambini in un collegio-lager. Tutto per reazione a un padre irresponsabile: quello interpretato da Giovanni. Il mio Bruno vorrebbe essere un orologio svizzero... ma è tarocco. Perché è anche un gran pasticcione».

Qual è il divieto più terribile che ha adottato come papà nella vita reale?
Fresi: «Divieto per 15 giorni di PlayStation a mio figlio: aveva comprato 90 euro di estensioni a un gioco!».

Spietato. E lei, Storti, che padre (e nonno) è nel film?
Giovanni Storti: «Un papà assente che vuole cogliere l’occasione per riavvicinarsi. Vuol dare una mano ma crea disastri. Come nonno però è molto amato, proprio perché bizzarro e fuori dalle regole».

Ci credo. A suo nipote regala i sigari!
Storti: «Sì, perché Claudio, il mio personaggio, non ha proprio la concezione di che cosa sia un bambino e di che cosa abbia bisogno».

Lei regala cose strane anche nella vita reale?
Storti: «Più che altro facevo delle messinscene per le mie due figlie. Per esempio, quando stava per arrivare Babbo Natale lasciavo una corda a penzoloni dall’abbaino e spargevo neve di borotalco, impronte, peli di renna...».

Dove li prendeva i peli di renna?
Storti: «Da un cappotto!».

Questo è il vostro primo incontro sul set o vi conoscevate già?
Fresi: «Ovviamente conoscevo Giovanni di fama: sono sempre stato un fan del trio. Poi, quando sono andato a casa sua per provare il copione, me ne sono “innamorato”, anche come persona. Perché è intelligente, pieno di interessi e sempre stimolante».
Storti: «È venuto da Roma a Milano solo per incontrarmi e io l’ho accolto mettendogli in braccio il gatto, che gli ha subito starnutito sulla camicia. Ma lui non ha fatto una piega. Lì ho capito che è una bella persona».

È vero che lavorare con i bambini è difficile?
Storti: «No, è stato più complicato avere i set in tante città diverse. I bambini erano bravissimi e avevano un aiuto regista che si dedicava a loro. Un po’ gentile e un po’ spietato».
Fresi: «E poi se li è sorbiti soprattutto Carlo Buccirosso, che interpreta il controllore. Uno che prima li chiude a chiave e poi, di fronte al dubbio se non sia sequestro di persona, risponde: “Ma via, non sono mica persone, sono solo bambini”».

Ricordi dal set?
Fresi: «Il primo giorno di riprese dovevamo girare delle scene su un vagone fermo su un binario morto alla stazione Termini. Ma il treno era in ritardo!».
Storti: «Mi sono divertito tanto con Massimo Ceccherini, che interpreta un toscanaccio vegano. Bisogna stargli dietro perché cambia sempre le battute: dice che ama improvvisare ma secondo me non se le ricorda, diciamo la verità».

Avete anche sollevato delle pecore.
Storti: «Lì ha fatto tutto Stefano, io facevo solo finta. Anche perché la pecora è un animale strano, se la prendi in braccio da solo è facile, se la tiri su in due si ribalta».
Fresi: «Comunque era una pecora tranquillissima. Sicuramente un’attrice».

Vi piace l’idea di fare un film per bambini?
Fresi: «Dopo “La befana vien di notte” mi fermano i bambini per strada: mi piace moltissimo».

Ma voi da bambini come eravate? Scatenati come quelli del film?
Fresi: «Ero tranquillissimo. Suonavo il pianoforte e andavo bene a scuola. Vi dico solo che l’unica volta che ho “bigiato” l’ho fatto con l’autorizzazione della mamma. Suonai al citofono: “Mamma, posso andare alle giostre?”. “E va bene, prendi 10 mila lire”. Oh, per una volta sola ci sta...».
Storti: «Ero scatenato e mi facevo sempre male: cadevo dalle piante, combattevo le battaglie col tirasassi, mi schiantavo contro le colonne dell’oratorio di Sant’Andrea a Milano. Di sicuro a quei tempi i bambini erano meno controllati, si andava in giro da soli, l’indipendenza era un valore. Insomma, sono vivo per miracolo (ride)».

Prossimi progetti?
Fresi: «Sarò in un musical internazionale, “The land of dreams”. Faccio il padrone di un locale dove succede un po’ di tutto. Canto e suono il pianoforte, ma per fortuna non devo ballare».
Storti: «A Natale esce il nuovo film con Aldo e Giacomo, “Il più bel giorno della nostra vita”. È molto comico, parla di un matrimonio su un lago. Lo abbiamo girato questa estate a Bellagio. Poi lavorerò con Neri Marcorè. E ci sono sempre le mie clip di Instagram sulle piante, la mia grande passione».

Possiamo dire che è nato un nuovo duo?
Storti: «Esagerato, per un solo film! Comunque un secondo capitolo con Stefano lo girerei volentieri».
Fresi: «Giovanni, io ci metterei la firma ma poi come la mettiamo con Aldo e Giacomo? Non vorrei che fossero gelosi...».

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