In un’intervista Tom Hardy, interprete protagonista di "Venom", ha dichiarato che i suoi momenti preferiti del film sono nei 40 minuti che la produzione ha eliminato dalla versione finale. Un’affermazione che ha lasciato i fan - sia di "Venom", sia di Hardy - a bocca aperta.
Venom è nato come villain nei fumetti dell’Uomo Ragno, per poi diventare un antieroe con una sua personale collana. Partendo da questo presupposto, molti speravano che al cinema sarebbe diventato un personaggio dalla doppia personalità in grado di abbattere definitivamente la barriera tra bene e male, un cinecomic il cui protagonista avrebbe per un momento messo da parte l’ormai famosa ironia macchietistica di casa Marvel, a favore di tinte più dark e toni più impegnati.
Ruben Fleischer, già regista di film come "Benvenuti a Zombieland" e "Gangster Squad", ha fatto invece in modo che questo non accadesse. Ironia calcata, rom-com, action basic e un mostro che fa simpatia quasi come l’anfibio di "La forma dell’acqua" sono alla base di questo primo episodio della saga di "Venom".
Chi vorrà vederlo con l’intento di farsi due risate come davanti a un altro film Marvel - senza però la potenza degli effetti speciali stile "Avengers" - ne rimarrà soddisfatto. È innegabile che guardandolo si rida. A coloro che invece si auguravano un thriller con un tocco di paura e un uomo-mostro complesso, non rimane che sperare in un cambio di registro e direzione per il prossimo episodio.
Il trailer
La trama
Eddie Brock (Tom Hardy) è un giornalista d’inchiesta che a cavallo della sua motocicletta si aggira per le strade di San Francisco con l’intento di smascherare crimini e soprusi. È fidanzato con Anne (Michelle Williams), un avvocato che sta seguendo delle cause legali per la Life Foundation, una corporation che si occupa d’esperimenti scientifici legati allo Spazio. Una sera, mentre Anne sta dormendo, Eddie accede al suo computer e scopre che sono avvenuti una serie di strani decessi legati al laboratorio. Decide che vuole saperne di più. Faccia a faccia con il guru della società, Carlton Drake (Riz Ahmed), per un’intervista, lo accusa dei crimini. Ma senza prove e nemmeno la possibilità di svelare le sue fonti, Eddie non solo viene allontanato dal luogo, ma anche licenziato dal suo lavoro e lasciato da Annie. La voglia di un riscatto sia professionale sia personale è tanta e quando si presenta l’occasione giusta per tornare sulla storia non si tira indietro. Una notte, di nascosto, s’intrufola nella secret area della Life Nation. Qui sono nascoste alcune creature aliene che necessitano di un corpo umano per sopravvivere sulla Terra. Per un incidente, si fonde con una di loro, dando vita a una creatura metà uomo e metà mostro con due voci, due pensieri, due indoli, ma un solo, micidiale corpo sempre affamato.
Il cast
«Venom» gode di un cast fin troppo qualificato per la storia messa in scena. Tom Hardy è un protagonista eccezionale, che nonostante non debba affrontare situazioni particolarmente complesse a livello recitativo, riesce a dare la sua impronta al personaggio. Non potevamo immaginare un Eddie Brock migliore di lui, anche perché riesce almeno un po’ a smorzare l’evidente tentativo di replica del successo Reynolds-Deadpool. Anche Riz Ahmed è davvero notevole nei panni del cinico guru della Silicon Valley Carlton Drake. Anche qui però: il personaggio di Drake, attraverso le sue ricerche, introduce tematiche molto cupe e di una contemporaneità scottante. La sua ricerca di forme aliene in cui fondersi per portare gli esseri umani a vivere su nuovi Pianeti, nasce dalla consapevolezza che il genere umano sulla Terra si estinguerà nel corso di due generazioni a causa di danni irreparabili all’ambiente. Eppure viene liquidato nel corso di due battute di “spiegone”. La più bistrattata invece è Michelle Williams, la cui Anne Weying è ridotta a un surrogato della dolce Mary Jane Watson («Spider Man»). La sua vera personalità emerge solo quando è in compagnia di Venom, per poi finire nell’ennesima gag.
La ricetta di casa Marvel
Ironia e spettacolarità. Sono questi i due ingredienti principali di ogni cine-produzione Marvel che si rispetti. «Venom» calca la mano sul primo, mentre il secondo lo potremmo classificare con un "non pervenuto". Il fatto che Ruben Fleisher abbia abbandonato completamente l’idea di terrore dietro al concetto di questo antieroe è chiaro fin dal suo primo innesto nel corpo di Eddie. Venom picchia forte, ma non perché abbia un lato oscuro da soddisfare, quanto per difendersi: qui sulla Terra ci riesce visto che è notevolmente più forte degli umani e chiede a Eddie di lasciarlo fare. Sul suo Pianeta ammette invece di non essere tra i suoi simili più tosti. Le sequenze action non hanno nulla di violento e le gag continue tra Eddie-Venom durante i combattimenti smorzano la carica adrenalina di qualsiasi scontro. La finalità è sempre e solo la risata, che viene inseguita allo sfinimento.
La storia di Jekyll e Hyde
Eroe o anti-eroe? La dualità è l’elemento caratterizzante di Venom, un’entità formata dall’unione di una creatura aliena con un essere umano. È la storia di Jekyll e Hyde che si ripete dalla notte dei tempi, sia al cinema sia in letteratura: lo scontro tra due nature molto diverse tra loro che genera conflitto. Che però è proprio ciò che manca in «Venom». D’altronde se la risata è il fine ultimo di ogni situazione, non rimane molto spazio per sviluppare o indagare lo scontro in modo non banale o non comico. Eddie e Venom, più che Jekyll e Hyde, sembrano due coinquilini che devono imparare a conoscersi e a coabitare, ma che fondamentalmente vanno d’accordo tra loro e si rispettano. Un po’ come accadeva con il «The Mask» di Jim Carrey, Venom è utile a Eddie perché gli fa prendere consapevolezza di alcuni aspetti della sua vita - motivo per cui, nonostante entrambi i personaggi sappiano come sbarazzarsi dell’altro, non lo fanno - ma la loro unione non ha nulla del mostruoso. Tutto è commedia.
Da “Venom” e “Gli Incredibili 2” secondo capitolo delle avventure della famiglia di supereroi a “Soldado” di Stefano Sollima e “A Star Is Born” in 4K HDR