Walter Veltroni, a sorpresa il suo esordio nella commedia

L'ex segretario del PD e sindaco di Roma lascia i documentari e arriva al cinema con "C'è tempo", con protagonista Stefano Fresi

Stefano Fresi e Giovanni Fuoco in C'è tempo, il nuovo film di Walter Veltroni
7 Marzo 2019 alle 09:00

Esordiente a 63 anni. Conoscevamo Walter Veltroni come politico (è stato anche vicepresidente del Consiglio), giornalista, esperto di cinema, autore di documentari. Ma non l’avevamo mai visto (né lo avremmo immaginato) a dirigere una commedia. E invece... In “C’è tempo” Veltroni racconta la storia di Stefano, di professione “osservatore di arcobaleni”, che in un colpo solo scopre di avere un fratellastro di 13 anni molto ricco, e di dover scegliere se prenderlo con sé o metterlo in collegio. Intanto i due fanno un viaggio attraverso l’Italia, dove cominceranno a conoscersi...

Veltroni, come mai questo improvviso desiderio di leggerezza?
«Per due ragioni. La prima è che amo la commedia all’italiana e penso sia un mezzo perfetto per dire cose anche importanti. La seconda è che sono rimasto folgorato dalla bravura di Giovanni, che era tra i bambini protagonisti del mio documentario “Indizi di felicità”. Ho scritto il film pensando a lui».

Anche l’altro protagonista, interpretato da Stefano Fresi, è un po’ un bambinone. Ma come, proprio lei che è sempre stato impegnato nel sociale sceglie un eroe infantile?
«Sì, perché bisogna diffidare dagli adulti che hanno cancellato il bambino dentro di sé. Sono capaci di tutto».

Il grande dà persino lezioni di seduzione al piccolo dividendo gli uomini in due gruppi. I “fichi” non devono far niente, tanto saranno le donne a cercarli. I “fichi alternativi”, invece, devono faticare un sacco. Lei a che gruppo appartiene?
«Fico alternativo, naturalmente. Però vorrei aggiungere che c’è la stessa differenza tra tirare un rigore e una punizione da 30 metri. Fare gol è più difficile, ma vuoi mettere la soddisfazione...».

Il film è ricchissimo di citazioni. Perché?
«Ce ne sono 50. Alcune sono evidenti, come l’omaggio a “I 400 colpi” di Truffaut, per me il film più importante sull’adolescenza, ma anche al gelato Arcobaleno, a Topolino, a “Stella stai” di Umberto Tozzi... tutti ricordi importanti per la mia generazione. Altre sono più difficili. Sfido lo spettatore a scovarle tutte: sarà un divertimento in più».

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